Il vescovo di Verona, Giuseppe Zenti, ha inviato una lettera al clero diocesano che chiarisce la sua posizione sui ballottaggi delle elezioni amministrative che si svolgeranno la prossima domenica.
Nella lettera, il vescovo di Verona scrive: «Approfitto dell’occasione anche per chiarire un nostro coinvolgimento in occasione di elezioni politiche o amministrative. Soprattutto in considerazione delle ricadute dei nostri interventi sui fedeli. Come scriverò su Verona Fedele, compito degli ordinati non è mai quello di schierarsi per un partito o per una persona, ma quello di segnalare eventuali presenze o carenze di valori civili con radice cristiana. Concretamente nelle varie tornate elettorali, di qualsiasi genere, è nostro dovere far coscienza a noi stessi e ai fedeli di individuare quali sensibilità e attenzioni sono riservate alla famiglia voluta da Dio e non alterata dall’ideologia del gender; al tema dell’aborto e dell’eutanasia; alla disoccupazione, alle povertà, alle disabilità, all’accoglienza dello straniero; ai giovani; alla scuola cattolica, a cominciare dalle materne. Queste sono frontiere prioritarie che fanno da filtro perla coscienza nei confronti della scelta politica o amministrativa».
I commenti
«Mi sembra una gravissima ingerenza. Fuori dal tempo e dal galateo dei rapporti istituzionali. Delle intromissioni dirette della chiesa cattolica nelle elezioni non abbiamo nostalgia». Lo ha scritto su Twitter Carlo Calenda, leader di Azione. Secondo l’ex parlamentare di Forza Italia, Elio Vito, «è venuto il momento che i partiti, la politica, tutta la politica, difendano la laicità dello Stato dalle ingerenze della Chiesa!».
Secondo Mao Valpiana del Movimento Nonviolento, sostenitore di Damiano Tommasi al ballottaggio, «A Verona abbiamo un Vescovo scaduto e scadente. Come i suoi amici ex sindaci scaduti e scadenti, fa mosse della disperazione perché ha capito che quel mondo di potere è finito. L’onda gialla di Damiano Tommasi sta arrivando. Da lunedì Verona gira pagina. (Chiedo che Bergoglio e Zuppi si mettano una mano sul cuore e mandino in città finalmente un pastore degno e adeguato ai tempi. C’è una Diocesi da ricostruire dopo il deserto fatto dal vescovo scaduto e scadente)».
Flavio Tosi, candidato al comune di Verona sconfitto al primo turno, ha dichiarato: «Sbaorina, pensando che gli bastino i suoi voti, ripete il solito errore politico: radicalizzare lo scontro, fondarlo sull’ideologia più retriva. E così si isola a proprio piacimento una delle tante riflessioni di Monsignor Zenti sulla famiglia e la si usa e interpreta a proprio uso e consumo con fuorvianti meme su internet. Suggerisco da uomo liberale di centrodestra. Anziché strumentalizzare il Vescovo o politicizzare la religione, sarebbe più utile dire ai veronesi e alle veronesi come si pensa di risolvere i problemi concreti della città. In primis la sicurezza».