A tre anni dall’inizio della guerra in Ucraina, più di 2.520 bambini sono stati uccisi o feriti; in particolare, 669 sono stati uccisi e 1.854 feriti. Il numero reale è probabilmente molto più alto, poiché queste cifre tengono conto solo dei decessi accertati dalle Nazioni Unite. In media, almeno 16 bambini sono stati uccisi o feriti in Ucraina ogni settimana dall’inizio della guerra. Nel 2024 c’è stato un aumento del 50% delle vittime tra i bambini rispetto al 2023. Complessivamente, secondo i dati verificati dalle Nazioni Unite, sono state danneggiate o distrutte circa 780 strutture sanitarie e più di 1.600 scuole. Si stima che il 40% dei bambini in età prescolare non sta accedendo all’istruzione per la prima infanzia.
Un bambino su cinque in Ucraina ha dichiarato di aver perso un parente o un amico stretto dall’escalation della guerra di tre anni fa. Un bambino su tre ha riferito di sentirsi così disperato e triste da non poter svolgere le proprie attività abituali. Queste sono le risposte di oltre 23.000 bambini che hanno preso parte a un sondaggio condotto dall’UNICEF. Il tasso di natalità del paese è diminuito del 35% dal 2021 e circa un terzo dei bambini ha lasciato il paese negli ultimi 3 anni. L’Ucraina è diventato uno dei paesi maggiormente contaminato da mine al mondo con ordigni inesplosi che coprono circa il 30% del paese.
Al momento, tra la popolazione ucraina ci sono ancora 3,7 milioni di sfollati interni e più di 6,8 milioni di persone che vivono fuori dal Paese. Nei Paesi ospitanti vicini, la metà dei bambini ucraini in età scolare non è iscritta ai sistemi scolastici nazionali. Più di 5,1 milioni di bambini sono fuggiti dalle proprie case.
L’impegno dell’UNICEF in Ucraina
Secondo l’UNICEF, «mentre i bambini e i giovani di tutte le età sono a rischio, quelli nati quando è iniziata l’escalation della guerra hanno ormai compiuto tre anni. Hanno trascorso i loro primi anni – quando il cervello si sviluppa più rapidamente e si gettano le basi per la vita – in mezzo a stress e perdite estreme. Questo li espone a un rischio maggiore di disturbi psicologici e a una salute fisica più cagionevole per la vita».
«Le conseguenze possono essere anche intergenerazionali. Ecco perché un intervento tempestivo è così fondamentale. Come ad esempio, le squadre mobili sostenute dall’UNICEF che includono operatori che rispondono immediatamente dopo gli attacchi, e le visite a domicilio da parte di infermieri in prima linea e in altre aree del Paese, che forniscono assistenza sanitaria e olistica di vitale importanza, compresa l’identificazione delle sfide dello sviluppo e indicazioni per i genitori. Stiamo collaborando con loro non solo per la nostra risposta umanitaria, ma anche per gli sforzi di sviluppo».