Venerdì 25 marzo il governo dell’Etiopia ha dichiarato una tregua umanitaria a tempo indeterminato con effetto immediato nella regione settentrionale del Tigray. Secondo il Governo, la tregua umanitaria avrebbe consentito “il libero flusso di aiuti umanitari a coloro che necessitano di assistenza“. Il Presidente etiope Abiy Ahmed ha dichiarato che la tregua avrebbe permesso l’attuazione di “misure straordinarie per salvare vite umane. L’impegno preso dal governo etiope può avere l’effetto desiderato solo se l’altra parte farà lo stesso. I ribelli tigrini dovranno astenersi da ogni nuovo atto di aggressione e ritirarsi dalle aree che occupano nelle regioni limitrofe di Amara e Afar“. Il Fronte Popolare di Liberazione del Tigray ha accettato la tregua, chiedendo l’invio immediato di aiuti umanitari.
Tuttavia, gli accordi non sono stati rispettati. L’Ufficio Affari esteri del Tigray ripercorre quanto accaduto negli ultimi giorni. “Il regime di Abiy ha annunciato, con grande fanfara, quella che ha chiamato una ‘tregua umanitaria’ per facilitare il flusso di aiuti al Tigray. Il governo del Tigray ha espresso un cauto ottimismo su questo annuncio, sperando che il popolo iniziasse così a ricevere l’assistenza umanitaria di cui ha bisogno. Ora sono passati 2 giorni dall’annuncio di questa tregua, ma nessun aiuto è giunto in Tigray finora“.
“Il regime impedisce la consegna degli aiuti”
“Anche se speriamo che le autorità rompano la ‘tradizione’ e onorino le loro promesse, non abbiamo visto alcun segno incoraggiante che stiano per farlo. Infatti, il regime continua a spacciare la narrazione fittizia che il governo del Tigray sta bloccando la consegna degli aiuti. I funzionari del regime hanno affermato, in maniera infondata, che poiché il movimento dei convogli umanitari via terra è limitato a causa delle azioni delle forze del Tigray, il regime ha facilitato la consegna degli aiuti per via aerea. Il regime di Abiy insieme ai suoi intermediari locali nella regione di Afar è sempre stato colpevole dell’ostruzione della consegna degli aiuti umanitari nel Tigray via terra. Inoltre, non ci sono stati ulteriori aiuti alimentari consegnati per via aerea.
Va notato che il Tigray ha bisogno di almeno 700 camion di rifornimenti alla settimana. Se il regime fosse così attento a facilitare l’accesso umanitario in Tigray come lo è nel far circolare narrazioni fallaci, la crisi umanitaria non sarebbe così catastrofica come è ora. Noi continueremo a mantenere una vaga fiducia che le autorità rispetteranno la loro parte dell’accordo. Questa fiducia è coerente con la nostra posizione di principio di dare una possibilità alla pace. Da parte sua, il governo del Tigray rimane impegnato a svolgere un ruolo costruttivo nel consentire agli aiuti di raggiungere milioni di tigrini e le persone che hanno un disperato bisogno di assistenza umanitaria nelle regioni vicine“.
Alberto Pizzolante