Amnesty International ha pubblicato un nuovo rapporto che descrive come in Lituania rifugiati e migranti siano trattenuti per mesi in centri simili a prigioni. Secondo l’organizzazione, la Lituania nega l’accesso a un’equa procedura d’asilo. Amnesty International ha intervistato decine di persone provenienti da Camerun, Repubblica Democratica del Congo, Iraq, Nigeria, Siria e Sri Lanka, detenute arbitrariamente in Lituania.
Nel luglio 2021, a causa dell’aumento del numero di migranti in arrivo dalla Bielorussia, il parlamento della Lituania ha approvato una legge che prevede la detenzione automatica di coloro che entrano irregolarmente nel territorio dello stato. Secondo Amnesty, «per privare i detenuti delle garanzie previste dalla normativa dell’Unione europea, le autorità lituane hanno adottato le espressioni “accoglienza temporanea” e persino “alternativa alla detenzione”».
Le testimonianze
«In Iraq avevamo sentito parlare dei diritti umani e dei diritti delle donne in Europa. Ma qui non c’è alcun diritto», ha detto una donna yazida detenuta nel centro di Medininkai. «Desidero ringraziare la Lituania per averci accolti ma qui non ci trattano bene. Questa è una prigione, non un campo. Ovunque mi giri, c’è filo spinato. Perché? Non sono un criminale, sono un rifugiato», ha detto un siriano. «La guardia ci ha detto: “Vi mandiamo a caccia nella foresta”. Qui tutto è razzista, tutte le guardie sono razziste. Quando stai male e chiedi che chiamino un’ambulanza, ti dicono che lo faranno solo se sverrai. Perché a nessuno qui stanno bene le persone nere?», ha raccontato Josephine (nome di fantasia), una giovane donna proveniente dall’Africa subsahariana.
Il sistema carcerario
A Kybartai, una prigione comune fino al 2021, si trovano centinaia di uomini. Le finestre sono sbarrate e la libertà di movimento dei detenuti è limitata. Possono effettuare una doccia calda solo due volte alla settimana. A Medininkai centinaia di persone dormono all’interno di container posti su un campo di calcio. Per andare in bagno hanno dovuto camminare sotto la neve. I detenuti hanno riferito di avere costantemente paura a causa del comportamento aggressivo delle guardie. A volte organizzano delle proteste che vengono sedate a colpi di manganello e con l’uso di spray al peperoncino e di pistole elettriche.
Secondo Amnesty «il 2 marzo 2022, il giorno dopo una di queste proteste, una squadra anti-sommossa è entrata a Medininkai. I detenuti sono stati presi a schiaffi e colpiti coi manganelli e le pistole elettriche, poi ammanettati e trascinati nei loro container. Alcune donne nere sono state sottoposte a umiliazioni sessuali, lasciate al freddo mezze nude e con le mani legate e poi chiuse in un container». Gli avvocati che rappresentano i richiedenti asilo sono dipendenti dello stesso dipartimento di cui dovrebbero, in teoria, contestare le decisioni.
Il ruolo dell’Unione Europea
Negli ultimi mesi, l’Unione europea ha consentito lo sviluppo di un doppio sistema. I cittadini ucraini ricevono protezione, coloro che fuggono da altri paesi vengono detenuti. Ai parlamentari europei, la Commissione ha detto che i respingimenti erano illegali ma che non c’erano prove chiare che stessero effettivamente avvenendo. I funzionari di Frontex continuano a prestare assistenza alla polizia di frontiera lituana e dunque potenzialmente a contribuire a violazioni dei diritti umani.