Il Superbonus 110% ha avuto un impatto positivo sugli investimenti in edilizia e, quindi, sul Pil, oltre che sull’occupazione. È quanto emerge da un documento del Consiglio e della Fondazione nazionali dei commercialisti, curato dai ricercatori Tommaso Di Nardo, Pasquale Saggese ed Enrico Zanetti e dal tesoriere nazionale con delega alla fiscalità Salvatore Regalbuto.
Nello studio, il costo netto per lo Stato del Superbonus 110% è stimato in 60 miliardi, un dato nettamente inferiore all’incremento del Pil. La spesa indotta dall’incentivo per le ristrutturazioni in edilizia per gli anni 2021 e 2022 è pari a 96 miliardi, cui corrisponde un costo lordo per lo Stato pari a poco più di 97 miliardi. Di conseguenza, «anche se in un orizzonte temporale più ampio corrispondente a circa un quinquennio, si stima un incremento di Pil di quasi 91 miliardi e di gettito fiscale di circa 37 miliardi. In pratica – secondo il documento – il moltiplicatore sul Pil della spesa aggiuntiva indotta dal Superbonus è pari a 0,95. L’effetto di retroazione fiscale, cioè l’incremento di gettito rispetto all’incremento di spesa pubblica, è pari al 38%».
Queste conclusioni trovano un’importantissima conferma nei dati resi noti dal MEF nell’Audizione del 23 maggio 2023. Secondo questi dati, tenendo conto delle stime di impatto dei bonus edilizi sul Pil nominale per il periodo 2021-2025, si ricava un valore complessivo di incremento del Pil di 121 miliardi di euro. L’impatto del Superbonus 110% sulle finanze pubbliche risulta dunque essere positivo: l’incremento di Pil generato facendo deficit sarebbe superiore all’impatto sul debito, migliorando, in termini percentuali, il rapporto debito/pil.
Inoltre, i dati Istat sul mercato del lavoro mostrano, nel triennio 2020-2022, un incremento di occupazione di 353 mila unità nel settore delle costruzioni. Secondo lo studio, i dati Istat mostrano l’elevata capacità delle spese agevolate in edilizia di produrre effetti positivi sul Pil, sull’occupazione e sul bilancio pubblico. «L’analisi dimostra che i bonus edilizi, e in particolare il Superbonus 110%, hanno una elevata capacità di attivazione economica e fiscale con importanti ricadute in termini ambientali, occupazionali e di valore aggiunto. Ricadute che si riverberano positivamente anche sui fondamentali di finanza pubblica».
Trevisi: «Il Superbonus 110% si è rifinanziato da solo»
Secondo Antonio Trevisi, senatore del MoVimento 5 stelle e tra gli ideatori del Superbonus 110%, «Sul Superbonus 110% il governo ha preso un abbaglio clamoroso, a causa soprattutto della furia devastatrice del ministro dell’Economia Giorgetti il quale, sin dal primo giorno in questo ruolo, ha voluto dar seguito all’autolesionista disegno avviato da Draghi».
Per il senatore, «lo studio della Fondazione Nazionale Commercialisti è l’ennesima prova che sbugiarda la narrazione surreale del governo». Una prova ancora più eclatante «visto che è stata realizzata col contributo decisivo anche di chi lavora con Giorgetti fianco a fianco tutti i giorni. Dopo mesi di filippiche su buchi di bilancio immaginari, analisi apocalittiche e tesi raffazzonate – prosegue Trevisi – il re è nudo. Come i numeri evidenziano limpidamente, il Superbonus si è rifinanziato praticamente da solo e ha generato una spinta al Pil con effetti benefici anche sul debito. Il contrario quindi rispetto agli sgangherati mantra portati avanti dal duo Meloni-Giorgetti».
Antonio Trevisi sottolinea come, in questi giorni, «a Bruxelles è ripreso il dibattito intorno alle cosiddette “case green”. Sull’efficientamento energetico degli edifici l’Europa andrà con ogni probabilità a fissare una road map ancora più stringente, visto che le nostre case restano le prime responsabili della produzione di emissioni. Il governo dovrebbe quindi cospargersi il capo di cenere per la sua smania distruttiva nei confronti del 110%. E visto che ormai la “frittata è fatta”, come direbbe qualche compagno di partito di Giorgetti, dovrebbe riprendere a ragionare su una stabilizzazione dei vari bonus edilizi e su un approfondimento a tutto campo per migliorare le prestazioni energetiche delle case degli italiani. Le opportunità non mancano e da esse si può generare crescita economica».
«Purtroppo – conclude il senatore del MoVimento 5 stelle – sappiamo che certi temi al team di governo della Meloni fanno venire l’orticaria, tanto che dal ministro dell’energia Pichetto Fratin aspettiamo qualcosa di concreto sulle comunità energetiche da sei mesi. Ci vuole tanto a capire che con queste convinzioni astruse si danneggia il Paese?».