L’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, ha lanciato un allarme per il protrarsi delle inondazioni in Sud Sudan. Una situazione che aggraverà l’esodo in corso quando, a maggio, inizierà la stagione delle piogge. Il Sud Sudan nel 2021 ha registrato le peggiori inondazioni di sempre. Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari, sono più di 835.000 le persone che ne hanno subito l’impatto. Precipitazioni e esondazioni dei fiumi hanno allagato migliaia di ettari di colture in otto Stati. Quasi 800.000 capi di bestiame sono deceduti. Questi eventi hanno decimato l’agricoltura di sussistenza da cui dipende la sopravvivenza della maggior parte delle comunità e che hanno aggravato considerevolmente l’insicurezza alimentare.
Secondo Andrew Harper, Consigliere speciale dell’UNHCR sull’azione per il clima, “in tutto il mondo alluvioni e siccità divengono più frequenti e intense. I Paesi in via di sviluppo, come il Sud Sudan, pur contribuendo in misura minima alle emissioni di carbonio ne sono colpiti in modo sproporzionato. Accedere alle popolazioni più vulnerabili costituisce l’ostacolo principale per gli aiuti umanitari, poiché le pessime condizioni di infrastrutture stradali rendono difficoltoso l’accesso degli aiuti a località remote come Old Fangak, dove la vecchia pista di atterraggio è completamente sommersa e attualmente inagibile. Nonostante le molteplici criticità, i membri delle comunità locali sono stati estremamente generosi nei confronti delle persone in fuga da violenze o eventi climatici estremi“.
Una situazione straziante
“A Old Fangak – prosegue Harper – ho incontrato una donna settantenne, costretta a fuggire in due occasioni. La donna ha passato giorni immersa in acque torbide cercando disperatamente di tappare con rami e fango un argine di terra permeabile alle inondazioni, affinché l’acqua non allagasse la piccola area in cui vive con la propria famiglia. Tutto ciò è straziante. L’UNHCR ha fornito teli impermeabili, zappe, vanghe e sacchi di sabbia per rafforzare le protezioni dalle inondazioni e sta inoltre supportando le famiglie sfollate a Malakal e in altre città. Se l’Agenzia non riuscirà ad aumentare gli aiuti alla popolazione del Sud Sudan, il combinarsi della crisi climatica con la prolungata situazione di insicurezza provocherà un’ulteriore riduzione delle risorse lasciando le persone senza mezzi per sopravvivere“.