martedì, Marzo 11, 2025

Studenti con DSA: in aumento diagnosi o negazionisti?

Ignorare i DSA significa negare il diritto allo studio sancito dalla Costituzione. Le riflessioni dell'AID.

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Anche quest’anno il Ministero della Istruzione e del Merito ha pubblicato un focus sugli studenti con Disturbo Specifico dell’Apprendimento. Il report riferisce una percentuale di alunni con DSA sul totale dei frequentanti pari al 5,7% per il 2021/2022 e al 6% per il 2022/2023. L’indagine ha preso in considerazione alunni frequentanti gli ultimi tre anni della scuola primaria.

Il primo dato significativo, secondo l’Associazione italiana dislessia (AID), riguarda il periodo scolastico in cui emergono i DSA: se alla scuola primaria le unità arrivano a 49.418, per la secondaria di I grado si salta a 112.210 e a 192.941 per la secondaria di II grado. La seconda considerazione riguarda le notevoli differenze territoriali. Nel biennio preso in esame le regioni del Nord Ovest registrano il maggior numero percentuale di certificazioni – 7,9% – seguite da quelle del centro e del Nord Est – 6,1% e 6,7%. Decisamente distante il Sud, dove la percentuale di studenti con diagnosi è ferma al 2,8%.

Per quanto riguarda quest’ultimo dato, sottolinea l’AID si tratta con macroscopica evidenza di numeri che dovrebbero indurre ad una riflessione circa la capacità del SSN di supportare in maniera geograficamente omogenea le esigenze relative alle fasce deboli e la reale attuazione delle Leggi Regionali in questo ambito. Infatti là dove le direttive regionali consentono una adeguata rete di servizi e campagne di screening funzionali e continuative, viene garantita una presa in carico soddisfacente, e le percentuali di soggetti individuati sono in linea con quanto previsto dalla letteratura scientifica.

L’aumento delle diagnosi di DSA: facciamo chiarezza

Ancora qualche dato emerge dal focus del MIM. Uno riguarda le scuole a gestione non statale o paritarie, che si discostano, anche se di poco, dai numeri sopra esposti, con percentuali lievemente maggiori – tra il 7 e l’8% circa. Infine, la questione che anche di recente ha dato vita ad esternazioni e polemiche: il presunto aumento esponenziale delle diagnosi. In realtà, l’andamento storico segna un costante quanto limitato incremento dal 2010, anno in cui è stata emanata la legge 170. Il report del Ministero rende in grafica questo aumento – partendo dallo 0,90% dell’a.s.2010/2011 al 6% dell’a.s. 2022/2023 – che si assesta più o meno allo 0,5% in più ad anno.

Per l’AID, piuttosto che indicare una leggerezza a rilasciare certificazioni, il dato induce a pensare che la Legge e le successive Linee Guida abbiano sortito l’effetto desiderato, responsabilizzare e sensibilizzare scuola e famiglia sui disagi degli studenti, e unire i due fronti su un’unica missione comune, il successo formativo degli studenti. Probabilmente avrà inciso anche la costante azione dell’AID, che grazie ai volontari – docenti, professionisti, famiglie – conduce sul territorio nazionale capillari interventi di informazione e formazione. Ignorare i disturbi specifici dell’apprendimento – che va ribadito, sono una caratteristica neurobiologica e non una malattia – significa negare il diritto allo studio sancito dalla Costituzione Italiana, ed incrementare il fenomeno della dispersione scolastica troppo spesso apparentabile a rischio di devianza minorile.

Alberto Pizzolante
Alberto Pizzolante
Nato in provincia di Lecce nel 1997, si è laureato in Filosofia presso l'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Dirige likequotidiano.it.

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