Continua ad essere preoccupante la crescente percentuale di persone che ha dovuto rinunciare a visite specialistiche, esami diagnostici e servizi ospedalieri in generale. Secondo l’Istat, il dato è passato dal 6,3% del 2019 al 9,6% nel 2020 e all’11% nel 2021. Il 53,3% di chi rinuncia riferisce motivazioni legate alla pandemia da COVID-19.
Aumentano le assunzioni nell’ambito sanitario. Nel 2021 ci sono stati 4,1 medici ogni 1.000 residenti (erano 4,0 nel 2020); infermieri e ostetriche passano al 6,6 per 1.000 residenti nel 2020 (erano il 6,5 nel 2019). Circa il 50% dei residenti di 14 anni e più ha dato loro un punteggio di fiducia uguale o superiore a 8 (su una scala da 0 a 10). Nel 2020, il 7,3% delle persone si è spostato in un’altra regione per effettuare un ricovero. Le restrizioni imposte dalla pandemia, che hanno impedito gli spostamenti fuori dalla propria regione, e il sovraccarico dei servizi ospedalieri dovuto ai pazienti Covid, hanno comportato un calo di 1 milione e 700mila ricoveri di pazienti residenti fuori regione rispetto al 2019, anno in cui il tasso di emigrazione ospedaliera era pari all’8,3%.
Mezzi pubblici e raccolta dei rifiuti
Nel 2021, il 9,4% delle persone di 14 anni e più ha utilizzato assiduamente i mezzi pubblici. Il ricorso ai servizi di mobilità ha subito un calo di 6 punti percentuali rispetto agli anni pre-Covid. Rimane stabile la quota di quanti si dichiarano soddisfatti del servizio (20,5% nel 2021).
Nel 2020 cresce la raccolta differenziata dei rifiuti: il 56,7% delle persone vive in un comune che ha raggiunto l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata. Sono 10 le regioni che hanno superato l’obiettivo: la Sardegna, le province autonome di Bolzano e Trento, il Veneto, le Marche, la Valle d’Aosta, la Lombardia, l’Umbria, l’Abruzzo, il Friuli-Venezia Giulia e l’Emilia-Romagna.
Erogazione di acqua ed energia elettrica
Permangono differenze territoriali nell’erogazione di acqua ed energia elettrica. La quota di famiglie che dichiara irregolarità del servizio idrico, nel 2021, è pari al 9,4%. Le famiglie che lamentano tale disservizio al Nord sono il 3,3%, mentre nel Mezzogiorno sono il 18,7%. Per l’erogazione di energia elettrica si sono registrate, in media, 2,1 interruzioni, senza preavviso, superiori ai tre minuti, per cittadino. Anche in questo caso le differenze territoriali sono notevoli: si passa da 1,4 interruzioni nel Nord a 2 nel Centro a 3,1 nel Mezzogiorno.