L’agenzia di stampa ucraina Unian, tra le principale agenzie di stampa del Paese, ha pubblicato un articolo sulla morte di Silvio Berlusconi. Anastasia Pechenyuk, autrice del pezzo, ripercorre le principali vicende imprenditoriali e politiche dell’ex presidente del Consiglio e dedica un ampio spazio ai «numerosi scandali» che lo hanno coinvolto e alla sua amicizia «con il dittatore russo Putin». È bene sottolineare come il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, non abbia rilasciato alcuna dichiarazione in merito alla morte del leader di Forza Italia. «L’intera carriera politica di Berlusconi è stata accompagnata da numerosi procedimenti giudiziari. È stato ripetutamente accusato di evasione fiscale e di tangenti, di legami con la mafia e di finanziamento illecito della campagna elettorale», si legge nell’articolo.
Unian sottolinea come «Berlusconi abbia mantenuto una forte amicizia con il dittatore russo, motivo per cui la stampa lo chiama spesso “l’amico di Putin”. All’inizio degli anni 2000, egli è stato uno dei più attivi sostenitori della costruzione di legami più stretti con la Russia da parte dell’UE. Ha persino sostenuto l’adesione della Federazione Russa all’Unione europea».
Secondo l’autrice del pezzo, «incontri bilaterali tra Berlusconi e Putin si sono tenuti anche dopo le dimissioni di Berlusconi, in particolare nella penisola ucraina occupata. Durante la guerra in Ucraina, Berlusconi e Putin si sono scambiati lettere e regali», come ha rivelato lo stesso ex presidente del Consiglio. «Inoltre – prosegue l’articolo – Berlusconi ha definito il sanguinario dittatore “un uomo di pace”. L’ex presidente del Consiglio ha affermato di aver cercato di avere una conversazione telefonica con lui almeno due volte dall’invasione dell’Ucraina».
Anastasia Pechenyuk ricorda come «dopo l’inizio dell’aggressione russa contro l’Ucraina e l’introduzione delle prime sanzioni contro la Russia da parte dell’Occidente, Berlusconi abbia giustificato l’azione dell’aggressore, sottolineando che Mosca “non può far altro che proteggere i cittadini ucraini di origine russa, che considera fratelli”. Nel settembre 2015, Berlusconi ha visitato la Crimea occupata dai russi e ha incontrato Putin. In risposta, l’Ucraina gli ha vietato di entrare nel Paese per tre anni».
Infine, l’autrice segnala come dopo l’aggressione russa su vasca scala, «Berlusconi abbia continuato a giustificare l’aggressore, sottolineando che Mosca avrebbe semplicemente voluto sostituire il governo di Vladimir Zelensky con “persone perbene”. Le registrazioni audio trapelate degli incontri con i parlamentari del suo partito hanno mostrato che Berlusconi considerava Zelensky il responsabile dell’invasione russa ed era scontento del sostegno dell’Italia a Kiev».