La nuova legislatura entra nel vivo: tornano le votazioni in Aula e, con esse, la nostra Rassegna Parlamentare. In questo articolo ci soffermiamo solo sui temi più caldi di queste ultime settimane: le mozioni sul salario minimo legale, la ratifica del MES e l’iter del Decreto Anti Rave, approvato ieri in prima lettura al Senato.
Salario minimo
Quello del salario minimo è uno dei temi maggiormente affrontati in campagna elettorale e che vedeva dalla stessa parte il Movimento 5 Stelle, Azione-Italia Viva, Partito Democratico e Alleanza Verdi Sinistra. Contrari alla proposta, invece, i partiti del centrodestra. Ogni partito aveva presentato una mozione a riguardo e alla prova dei fatti la concordia tra i partiti dell’opposizione è venuta meno.
Il M5S ha votato a favore della mozione di Alleanza Verdi-Sinistra (AVS), si è astenuto su quella del PD, mentre ha votato contro la mozione della maggioranza e quella del Terzo Polo. Su Twitter, il deputato Davide Aiello ha illustrato le motivazioni della votazione contraria alla mozione del terzo polo. Secondo Aiello, essa «prevede sì un salario minimo di 9 euro, ma solo circoscritto ai lavori saltuari e ai settori non coperti dalla contrattazione collettiva». Una proposta, quindi, giudicata troppo limitata dai deputati del MoVimento.
AVS ha votato a favore delle mozioni di PD e M5S, si è astenuta su quella del Terzo Polo, mentre ha votato contro la mozione della maggioranza.
Il Terzo Polo si è astenuto sulla mozione del PD e su quella della maggioranza, la quale «prevedeva il recepimento della direttiva europea sul salario minimo, pur senza mettere in campo strumenti concreti», ha spiegato Giulia Pastorella, vicepresidente di Azione. Ha invece votato contro le mozioni di M5S e AVS.
Il PD era d’accordo con tutte le mozioni dell’opposizione, sottolineando come non ci fosse l’intenzione – da parte del partito – di trasformare questo argomento in una bandierina.
Infine, la maggioranza ha votato contro tutte e quattro le mozioni dell’opposizione.
MES
Dopo la recente decisione della Corte Costituzionale tedesca di dare il via libera alla riforma del MES, l’Italia rimane l’ultimo paese a non aver ratificato la riforma del trattato che regola il fondo finanziario europeo nato per correre in soccorso degli stati membri in difficoltà. La maggioranza aveva deciso di attendere la decisione della Germania, approvando una mozione che impegnava il Governo «a non approvare il disegno di legge di ratifica alla luce dello stato dell’arte della procedura di ratifica in altri Stati membri e della relativa incidenza sull’evoluzione del quadro regolatorio europeo».
Bocciate le mozioni delle opposizioni. Il M5S chiedeva di coinvolgere il Parlamento sull’iter di adesione al MES e sul negoziato sul futuro dell’Unione Europea. Il PD chiedeva di ratificare il trattato in tempi brevi e che il governo si facesse parte attiva per un processo di riforma del MES. La mozione del Terzo Polo chiedeva di ratificare il MES entro la fine dell’anno.
Ieri il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti (Lega) si è pronunciato sull’argomento rispondendo ad un question time. Giorgetti ha dichiarato: «Siamo coscienti dell’impegno assunto dall’Italia e che allo stato tutti gli altri Paesi aderenti abbiano proceduto alla ratifica, ma alla luce dei dati fattuali emerge con chiarezza la necessità che la decisione di procedere o meno alla ratifica del trattato sia preceduta da un adeguato e ampio dibattito in parlamento. Come da più parti evidenziato, il MES appare un’istituzione in crisi e per il momento in cerca di una vocazione. In parte per colpa sua, in parte no, è un’istituzione impopolare. Nessuno fra i Paesi europei ha voluto chiedere la sua linea di credito sanitaria».
«Quindi – ha proseguito il Ministro – l’impianto attuale del trattato istitutivo del MES appare non tenere conto del diverso contesto di riferimento e appare opportuno che, a monte, siano valutate modifiche relative al contenuto del meccanismo. Da strumento per la protezione dalle crisi del debito sovrano e delle crisi bancarie, deve trasformarsi, a nostro avviso, in un volano per il finanziamento degli investimenti e per il sostegno per affrontare sfide come quella del caro energia e della crisi internazionale connessa alle vicende ucraine, rivedendo le condizionalità attualmente previste ovvero le modalità di utilizzo delle risorse».
Decreto Rave
Approvato in prima lettura al Senato il Decreto del 31 ottobre n.162 in materia di rave party, ergastolo ostativo e reintegro dei medici non vaccinati. Le novità introdotte nell’iter parlamentare del provvedimento (in allegato gli emendamenti approvati) riguardano in primis la riformulazione della definizione del reato di Rave Party.
PRIMA | DOPO |
1. Dopo l’articolo 434 del codice penale è inserito il seguente: «Art. 434 -bis (Invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica) L’invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica consiste nell’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, commessa da un numero di persone superiore a cinquanta, allo scopo di organizzare un raduno, quando dallo stesso può derivare un pericolo per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica. Chiunque organizza o promuove l’invasione di cui al primo comma è punito con la pena della reclusione da tre a sei anni e con la multa da euro 1.000 a euro 10.000. Per il solo fatto di partecipare all’invasione la pena è diminuita. È sempre ordinata la confisca ai sensi dell’articolo 240, secondo comma, del codice penale, delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato di cui al primo comma nonché di quelle utilizzate nei medesimi casi per realizzare le finalità dell’occupazione». 2. All’articolo 4, comma 1, del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, dopo la lettera i -ter), è aggiunta la seguente: «i -quater ) ai soggetti indiziati del delitto di cui all’articolo 434 -bis del codice penale». 3. Le disposizioni del presente articolo si applicano dal giorno successivo a quello della pubblicazione del presente decreto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. | 1. Dopo l’articolo 633 del codice penale è inserito il seguente: «Art. 633-bis (Invasione di terreni o edifici con pericolo per la salute pubblica o l’incolumità pubblica) Chiunque organizza o promuove l’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di realizzare un raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento, è punito con la reclusione da tre a sei anni e con la multa da euro 1.000 a euro 10.000, quando dall’invasione deriva un concreto pericolo per la salute pubblica o per l’incolumità pubblica a causa dell’inosservanza delle norme in materia di sostanze stupefacenti ovvero in materia di sicurezza o di igiene degli spettacoli e delle manifestazioni pubbliche di intrattenimento, anche in ragione del numero dei partecipanti ovvero dello stato dei luoghi. È sempre ordinata la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato di cui al primo comma, nonché di quelle utilizzate per realizzare le finalità dell’occupazione o di quelle che ne sono il prodotto o il profitto»; dopo il comma 1 è inserito il seguente: «1-bis. All’articolo 634, primo comma, del codice penale, le parole: “nell’articolo precedente” sono sostituite dalle seguenti: “negli articoli 633 e 633-bis” ». |
(Norme in materia di occupazioni abusive e organizzazione di raduni illegali)
Gli emendamenti di Forza Italia hanno quindi circoscritto il reato ai raduni musicali. Il capogruppo in Commissione Giustizia Pierantonio Zanettin avrebbe voluto ridurre la pena, ma non ha avuto successo. Zanettin è comunque riuscito nell’intento di eliminare il riferimento al numero dei partecipanti. Inoltre gli emendamenti approvati escludono indagini nei confronti dei partecipanti al raduno.
Ha fatto balzare sulla sedia un emendamento, sempre di Forza Italia, approvato con i voti della maggioranza e con quello di Ivan Scalfarotto (Italia Viva), che modifica la legge “Spazzacorrotti” approvata su proposta del M5S, eliminando i reati contro la PA dall’elenco dei reati ostativi, cioè quei reati a cui non si possono applicare benefici penitenziari. Il provvedimento è stato approvato con 92 voti favorevoli, 75 contrari e un astenuto. Numeri risicati dato che erano assenti 24 senatori rispetto al totale di 115 senatori del centrodestra. Licia Ronzulli (Forza Italia) non ha partecipato al voto in coerenza con la sua contrarietà al reintegro dei medici non vaccinati. Forza Italia ha comunque votato favorevolmente per lealtà di maggioranza, sebbene condividesse le critiche della sua capogruppo.