La Federazione nazionale della Stampa italiana ha comunicato che domani, giovedì 28 dicembre, i suoi vertici, la segretaria generale Alessandra Costante e il presidente Vittorio di Trapani, sebbene invitati, non saranno alla conferenza stampa di fine anno della premier Meloni organizzata dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti e dall’Associazione Stampa Parlamentare. La scelta dei vertici della FNSI «non è una esortazione a disertare un appuntamento istituzionale al quale i colleghi vengono inviati per lavoro, ma l’inizio della mobilitazione contro provvedimenti che sanno di censura e per la dignità della professione», ha dichiarato il sindacato unitario dei giornalisti italiani. La prima protesta della Fnsi sarà una passeggiata davanti ai palazzi del potere con il bavaglio sulla bocca.
Le motivazioni della protesta
La protesta della FNSI è motivata dall’approvazione, da parte della Camera dei Deputati, del divieto di pubblicare le ordinanze di custodia cautelare. Secondo la norma, fino alla fine delle indagini preliminari sarà vietato pubblicare il testo di un’ordinanza di custodia cautelare. Tale ordinanza è il provvedimento con cui un giudice decide misure cautelari (come la carcerazione o gli arresti domiciliari) per una persona indagata. Il provvedimento ha ricevuto il voto contrario del MoVimento 5 stelle, di Alleanza Verdi Sinistra e del Partito democratico. Azione e Italia Viva hanno votato a favore, insieme ai partiti della maggioranza di governo.
«Si tratta – secondo Alessandra Costante – di un provvedimento liberticida non solo nei confronti dell’articolo 21 della Costituzione, ma anche nei confronti delle libertà individuali. È pericolosissimo che non si sappia la motivazione per cui una persona viene arrestata o meno. E non è pericoloso solo per la libertà di stampa, è pericoloso anche per lo stesso destinatario del provvedimento di custodia cautelare in carcere». Per la segretaria generale del sindacato dei giornalisti, «il ricordo delle dittature, dei desaparecidos, delle persone che alle porte dell’Europa vengono fatte sparire senza che nessuno ne sappia nulla, penso ad esempio ad Alexei Navalny, deve far crescere la nostra attenzione, ma anche quella dei direttori dei giornali, che devono essere al fianco dei colleghi in questa lotta, e delle istituzioni».