L’Agenzia Italiana del Farmaco ha avviato un percorso per rendere rimborsabile la pillola anticoncezionale per le donne fino a 25 anni. La questione è stata affrontata nel corso della riunione congiunta tra la Commissione tecnico scientifica (Cts) e il Comitato prezzi e rimborso (Cpr).
In Italia, secondo i dati dell’Aifa, 2,5 milioni di italiane assumono la pillola anticoncezionale. Fino ad oggi Toscana, Puglia, Lombardia ed Emilia-Romagna hanno garantito la gratuità del farmaco per le donne fino a 24 o 25 anni. In Toscana, la pillola è gratuita anche per le disoccupate e, per 24 mesi, per coloro che hanno effettuato un’interruzione di gravidanza. Nelle quattro regioni, tuttavia, è necessario recarsi presso un consultorio per ottenere gratuitamente le pillole.
Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha illustrato le tappe del percorso: «Sulla rimborsabilità della pillola contraccettiva l’Aifa ha avviato una procedura, non da oggi ma da molto tempo, in questa direzione. È una procedura che ha bisogno chiaramente di tempi tecnici. A me sembra che la direzione di marcia sia una direzione giusta, e tra l’altro è una direzione già assunta da alcune Regioni e da altri paesi europei».
Intanto, in Emilia-Romagna è iniziata la distribuzione nei consultori della pillola abortiva Ru486.
Il funzionamento della pillola anticoncezionale
La pillola anticoncezionale estroprogestinica contiene la versione sintetica di due ormoni: il progesterone e gli estrogeni. Essi impediscono al corpo di secernere gonadotropine, sopprimendo la maturazione del follicolo all’interno dell’ovaio e prevenendo il rilascio dell’ovocita all’interno delle tube di Falloppio. Di conseguenza non avviene l’ovulazione e, non essendoci un ovulo da fecondare, non può avere luogo una gravidanza.
Inoltre il progesterone esercita un effetto anticoncezionale agendo su più fronti: rende più denso il muco della cervice uterina affinché lo sperma riscontri maggiori difficoltà ad attraversarla e rende le pareti dell’utero più sottili; quindi, anche se l’ovulo dovesse essere fecondato, non riuscirebbe ad aderire alle pareti dell’endometrio e sarebbe espulso al primo ciclo mestruale.
Le mestruazioni che si hanno quando viene assunto un contraccettivo ormonale, come la pillola anticoncezionale a base estroprogestinica, vengono definite sanguinamento da sospensione di progesterone. Questo perché in un ciclo mestruale fisiologico, quindi senza l’assunzione di contraccettivi ormonali, il progesterone viene mantenuto ad alti livelli dal corpo dopo l’ovulazione affinché l’ovulo fecondato possa impiantarsi nell’utero. Se la fecondazione non avviene i livelli di progesterone si abbassano drasticamente inducendo inevitabilmente una mestruazione. Viceversa, se l’ovulo dovesse essere fecondato da uno spermatozoo i livelli di progesterone vengono mantenuti alti durante l’intero corso della gravidanza.
Come già specificato, chi assume la pillola anticoncezionale non va incontro ad un’ovulazione. Inoltre, è la pillola stessa a mantenere alti i livelli di progesterone. Di conseguenza, quando si assumono le pillole placebo che non contengono alcun tipo di ormone, il progesterone viene sospeso causando una finta mestruazione, definita proprio sanguinamento da sospensione. Diversamente, chi assume la minipillola, un farmaco su base esclusivamente progestinica che va assunto continuamente senza sospensione, non avrà mai una mestruazione fino a quando cesserà di prendere il farmaco. In tal modo viene simulata una gravidanza proprio perché i livelli di progesterone vengono mantenuti alti dalla pillola stessa per un periodo prolungato di tempo.
In passato si pensava che gli anticoncezionali ormonali avessero minore efficacia sulle donne in sovrappeso. Alcuni studi recenti hanno smentito questa ipotesi. Tuttavia gli estroprogestinici aumentano il rischio tromboembolico per tutti, in particolare per le persone in sovrappeso e per chi fuma.
L’analisi delle caratteristiche delle pillole anticoncezionali è stata redatta da Luisa Vitullo, studentessa dell’International Medical Doctor Program presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.