La pillola abortiva Ru486 sarà distribuita nei consultori dell’Emilia-Romagna dalla prossima settimana. Lo ha dichiarato Stefano Bonaccini, presidente della Regione. In Emilia-Romagna questa pillola abortiva può essere somministrata in day hospital dal 2005. Dalla fine del 2021, Ru486 può essere somministrata in regione presso gli ospedali anche in regime ambulatoriale.
La RU486 è un antiprogestinico di sintesi che induce l’interruzione della gravidanza farmacologica. L’Italia ha introdotto il farmaco nel 2009. Esso può essere utilizzato entro i primi 49 giorni di amenorrea.
Come evidenziato dall’Associazione Luca Coscioni, rispetto ai metodi abortivi tradizionali la RU-486 presenta le seguenti caratteristiche:
- non richiede intervento chirurgico e anestesia;
- non rende indispensabile da un punto di vista clinico l’ospedalizzazione;
- non comporta i rischi legati alle complicazioni possibili dell’intervento chirurgico (rottura dell’utero, lacerazioni del collo dell’utero, emorragie ecc.);
- può essere utilizzata nelle prime settimane di gravidanza, mentre l’aspirazione viene eseguita generalmente dopo la nona settimana.
Come scritto, in Italia il limite massimo per l’utilizzo di questa pillola abortiva è fissato al 49° giorno. In diversi Paesi europei, è possibile interrompere una gravidanza con il metodo farmacologico fino al 63° giorno di amenorrea.
Nel 2021 il Emilia-Romagna si è registrato il numero più basso di interruzioni volontarie di gravidanza dal 1980. Sono state 5.671, il 6% in meno rispetto al 2020 e il 52% in meno rispetto al 2004. Contemporaneamente, secondo la Regione, «si registra un sempre maggiore ricorso alla pillola RU486 rispetto all’intervento chirurgico». Lo scorso anno 3.505 interruzioni volontarie di gravidanza, il 62% del totale, sono state effettuate con il ricorso alla pillola abortiva.
«Siamo pronti a partire per garantire alle donne un’ulteriore possibilità di effettuare, in sicurezza e con l’assistenza adeguata, l’interruzione volontaria di gravidanza. Iniziamo in alcune città, per estendere questa modalità anche alle altre province, man mano che le Ausl completeranno la predisposizione dei protocolli necessari su spazi e modalità, sulla base delle indicazioni definite dalla Regione. Siamo convinti si tratti di un diritto che deve essere garantito e rispetto al quale il servizio sanitario deve operare al meglio». Lo ha affermato l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini.