Nella giornata di ieri, gli agenti dalla Direzione investigativa antimafia di Caltanissetta hanno eseguito delle perquisizioni nell’abitazione dell’inviato di Report, Paolo Mondani. La perquisizione ha riguardato atti in merito all’inchiesta sulla strage di Capaci trasmessa da Report lunedì scorso.
La Procura di Caltanissetta ha chiarito le motivazioni della perquisizione in un comunicato stampa.
«Nell’ambito della trasmissione televisiva Report, andata in onda in data 23.5.2022, sono state inserite le interviste al Luogotenente dei Carabinieri in congedo Walter Giustini e alla signora Maria Romeo, dalle quali è emerso complessivamente che, nel corso delle indagini condotte nel 1992, sono state fornite da parte di Alberto Lo Cicero preziose informazioni circa la preparazione della strage di Capaci (quindi prima del tragico evento), nonché circa la funzione svolta da Biondino Salvatore quale autista del latitante Salvatore Riina. Questo è avvenuto molti mesi prima che lo stesso venisse catturato in compagnia dello stesso Biondino.
Tali dichiarazioni sono totalmente smentite dagli atti acquisiti da questa Procura. Il riscontro negativo emerge dalle trascrizioni delle intercettazioni ambientali fatte nei confronti del Lo Cicero, prima della sua collaborazione, nonché da tutti i verbali di sommarie informazioni e di interrogatorio dallo stesso resi prima dei su indicati eventi. […] Non compete a questo Ufficio esprimere valutazioni generali in ordine alla completezza e tempestività delle indagini coordinate da altra autorità giudiziaria. A meno che le stesse non abbiano una rilevanza penale in un procedimento di sua competenza. Qui si intende solamente affermare che sono del tutto destituite di fondamento le affermazioni circa la sussistenza di specifiche e tempestive dichiarazioni rese dal Lo Cicero sugli argomenti sopra indicati. E, quindi, che sarebbe stato possibile evitare la strage di Capaci ed anticipare di alcuni mesi la cattura di Salvatore Riina».
Il giornalista di Report non è indagato
«Questa Procura ha già espresso il proprio convincimento circa la sussistenza di mandanti e concorrenti esterni nella strage di via D’Amelio. Lo ha fatto chiedendo nel processo per il c.d. depistaggio la condanna degli imputati con la contestata aggravante di mafia, riguardante la finalità di coprire le alleanze di alto livello di cosa nostra in quel periodo. Tuttavia, le difficilissime indagini che possono consentire l’accertamento della verità devono essere ancorate ad elementi di fatto solidi e riscontrati.
Per tali motivi questo Ufficio, che si era imposta la rigorosa consegna del silenzio, è costretto ad intervenire per smentire notizie che possano causare disorientamento nella pubblica opinione e profonda ulteriore amarezza nei prossimi congiunti delle vittime delle stragi, che si verrebbe a sommare al tremendo dolore sofferto. Ed è proprio per verificare la genuinità delle fonti che questa Procura ha disposto una perquisizione a carico di un giornalista di Report. Giornalista che non è indagato. Tale perquisizione non riguarda in alcun modo l’attività di informazione svolta da tale giornalista, benché la stessa sia presumibilmente susseguente ad una macroscopica fuga di notizie. Fuga che ha riguardato gli atti posti in essere da altro ufficio giudiziario».
Giustini ha fornito informazioni contraddittorie
«Infatti, secondo quanto accertato da questo Ufficio, in una occasione, il detto giornalista avrebbe incontrato il suindicato Luogotenente in congedo Giustini, non per richiedergli informazioni, ma per fargli consultare la documentazione in possesso di esso giornalista in modo che lo stesso Giustini fosse preparato per le imminenti sommarie informazioni da rendere a questa Procura. E’ necessario verificare la natura di tale documentazione posta in lettura al Giustini. Documentazione che presumibilmente costituisce corpo del reato di rivelazione di segreto d’ufficio relativo alla menzionata attività di altra autorità requirente. Tale accertamento è tanto più rilevante in considerazione dell’importanza che Giustini attribuisce a tale documentazione, nonché a seguito delle contraddittorie versioni fornite da quest’ultimo in materia di comunicazione nel 1992 delle informazioni da parte dell’Arma all’Autorità Giudiziaria di Palermo».
Il dietro front della Procura
Nel pomeriggio si ieri, Report ha comunicato che la revoca del decreto di perquisizione da parte della Procura. Sulla propria pagina Facebook, la trasmissione ha scritto: «La Dia di Roma ha revocato il decreto di perquisizione nei confronti di Paolo Mondani. Le operazioni presso l’abitazione del giornalista e presso la redazione di Report erano iniziate questa mattina alle 7:00. L’incarico di perquisizione era stato emesso dalla d.d.a. di Caltanissetta in previsione della messa in onda dell’inchiesta “La bestia nera”».
Alberto Pizzolante
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