L’Italia perde 16 posizioni nella classifica sulla parità di genere redatta dal World Economic Forum. Il nostro paese si colloca alla 79esima posizione sulle 146 disponibili, posizionandosi dopo Thailandia, Etiopia, Georgia, Kenya e Uganda. Il peggiore posizionamento dell’Italia riguarda la situazione economica e le opportunità (104esima posizione), il migliore è quello relativo alla politica, che vede l’Italia alla 64esima posizione.
Resta pressoché invariata la collocazione dell’Italia nel ranking relativo all’accesso all’educazione (siamo passati dal 59° posto al 60°), mentre è in più deciso miglioramento (ma sempre nella parte bassa della classifica) il posizionamento nel segmento salute e prospettive di vita (dal 108° al 95° posto). Guardando alla classifica europea, l’Italia si colloca alla 30esima posizione dopo Bulgaria, Montenegro, Malta e Macedonia.
A livello globale, il rapporto sulla parità di genere rileva che il divario complessivo tra i sessi si è ridotto di 0,3 punti percentuali rispetto allo scorso anno. Il progresso complessivo nel 2023 è principalmente dovuto alla riduzione del divario nel livello di istruzione. Il divario nella partecipazione economica e nelle opportunità si è ridotto del 60,1% e quello nell’emancipazione politica solo del 22,1%. La parità è progredita di soli 4,1 punti percentuali dalla prima edizione del rapporto nel 2006. Per colmare il divario complessivo tra i sessi saranno necessari 131 anni. L’anno di raggiungimento della parità di genere previsto rimane quindi lo stesso dell’edizione 2022: 2154.
Per il 14° anno consecutivo, l’Islanda si conferma il primo Paese al mondo per uguaglianza di genere e l’unico ad aver colmato oltre il 90% del divario di genere. Sebbene nessun Paese abbia ancora raggiunto la piena parità di genere, i primi nove classificati hanno colmato almeno l’80% del loro divario.