domenica, Aprile 20, 2025
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Nasce l’Osservatorio sui danni da lavoro minorile

Come UNICEF Italia avvieremo l’istituzione di un Osservatorio per la prevenzione dei danni alla salute da lavoro minorile sia regolare, sia illegale. Lo faremo partendo dall’analisi dei danni provocati alla salute del minorenne dovuti all’esposizione a rischi lavorativi e dalle modalità di identificazione di tali rischi e pericoli sul posto di lavoro“. Con queste parole, pronunciate durante un’audizione della Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati, Carmela Pace, Presidente dell’UNICEF Italia, ha annunciato l’istituzione dell’Osservatorio per la prevenzione dei danni alla salute da lavoro minorile.

L’Osservatorio sarà coordinato dal dott. prof. Domenico Della Porta, docente straordinario di Medicina del Lavoro. I dati saranno elaborati dal laboratorio degli studi Universitari di Salerno. I referenti scientifici sono il Presidente Nazionale della Società Italiana di Pediatria, prof.ssa Annamaria Staiano e il Presidente dell’Associazione Ospedali Pediatrici Italiani, prof. Alberto Zanobini. Inoltre, l’istituzione dell’Osservatorio è stata condivisa con l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, con INAIL e con l’Autorità Garante per l Infanzia e l’Adolescenza.

“In Italia c’è una scarsa percezione del lavoro minorile”

La Presidente dell’UNICEF Italia, durante l’audizione, ha riportato alcuni dati riguardanti il lavoro minorile nel nostro Paese. Nel 2020, sono stati 7.772 minorenni che hanno lavorato con un contratto irregolare. Inoltre, si presume ci siano circa 28 mila minorenni che lavorano in modo irregolare, di cui il 50% sono migranti non accompagnati. “Lo sfuttamento deI lavoro minorile allontana i minorenni coinvolti dalle scuole, esponendoli a violazioni multiple dei loro diritti. È necessario attivarsi per promuovere provvedimenti e misure preventive, attività di orientamento e formazione professionale, affinché i giovani possano orientarsi consapevolmente nello scegliere le loro attività future, senza correre rischi e pericoli per la loro vita e il loro benessere“, ha dichiarato Carmela Pace.

In Italia c’è una scarsa percezione del lavoro minorile, un’elevata disinformazione e sottovalutazione di un problema che crea enormi danni a tutti i minorenni coinvolti nello sfruttamento“, ha continuato la Presidente. “È inaccettabile che il futuro dei minorenni coinvolti nel lavoro minorile nel nostro paese sia messo a rischio da condizioni insicure e insalubri sul lavoro“.

Lettera di un padre calabrese al figlio emigrato

Un padre calabrese ha dedicato una lettera al figlio partito per andare a lavorare al Nord Italia. È davvero emozionante, perché rappresenta purtroppo la triste realtà del nostro Sud e il pensiero di un genitore, in questo caso calabrese, costretto a veder fuggire dalla propria terra l’affetto più caro.

Caro figlio mio, vai, non voltarti, e non avere ripensamenti. Questa è una terra troppo amara e senza futuro, soprattutto quando sei il figlio del Sig. nessuno. (Io). Vai per la tua strada e pensa solo al tuo avvenire. Ti chiedo ‘scusa’ se, anch’io, ho contribuito alla disfatta della nostra amata città, che a sentir le persone è forse la più bella al mondo ma che, purtroppo, non riesce ad offrire un futuro ai nostri figli, quindi, già solo per questo motivo si imbruttisce, e non di poco.

Soprattutto, ‘perdonami’ se non sono stato capace di andare con il ‘cappello in mano’ dai potenti di turno, però, devi sapere che difronte alla mia dignità di uomo queste sono solo persone piccole e miserevoli. Orgoglio mio, basta che tu faccia una semplice telefonata e noi saremo sempre al tuo fianco, quindi, non sentirti mai solo, perché noi saremo sempre con te, qualunque scelta tu farai…Figlio mio, vai, non ti voltare, e non avere ripensamenti. TVB“.

A. Gaetano

CROTONE 13.02.2022

Anthony Lo Bianco

“Non arrendetevi mai”. La storia di Monica, una donna con dislessia

Dopo la pubblicazione della lettera di Martina, una studentessa con dislessia che ha raccontato la sua storia a Fanpage.it, abbiamo ricevuta una lettera da Monica Loparco. Monica, che ci ha autorizzato a pubblicare il suo nome, ha scelto di scriverci perché, come ci ha raccontato, è rimasta molto colpita dalla storia di Martina. Spera che raccontando la sua storia possa aiutare più ragazzi possibile. Pubblichiamo quindi la sua toccante lettera, ringraziandola per aver scelto di raccontarci la sua storia.

Salve,
sono Monica Loparco e oggi mi sono imbattuta nella vostra pagina. Mi ha colpito molto la storia di Martina. La sua storia e la sua Dislessia. Mi sono rivista molto in lei. Ho scoperto di essere dislessica a 26 anni, dopo la specialistica in pedagogia. Durante il periodo scolastico e universitario notavo che avevo delle difficoltà, ma i professori dicevano che ero semplicemente SVOGLIATA, che l’università e la scuola non facevano per me.

Ho passato periodi bui, ho passato momenti di sconforto, non mangiavo più e mi consideravo una fallita ma, nonostante questo, sono sempre riuscita a rialzarmi. Durante l’ultimo esame, prima di laurearmi in Pedagogia, un’assistente (laureata in Psicologia) notando le mie difficoltà ad esporre l’argomento inerente all’esame, si mette a ridere e mi dice: “o sei alcolizzata o sei dislessica”. Ridendo e non tenendo conto del mio imbarazzo e sconforto.

Nonostante questo decido di provare a studiare per il test d’ngresso per Scienze della Formazione Primaria. Studiando notavo che le mie difficoltà aumentavano sempre più. Quindi, una mattina mi feci coraggio e andai a fare il test per capire se la mia era Dislessia.
Dopo aver scoperto di essere dislessica mi sono sentita sollevata e ho rivalutato me stessa. Ovvio, devo fare ancora tanta strada per ritrovare la fiducia in me. Ma quello che voglio dire a tutti i ragazzi che sono trovati nella​ mia stessa situazioni è: Non arrendetevi mai.

Non bisogna sottovalutare MAI le difficoltà di un bambino. Bisogna fare più diagnosi e essere più aperti per far si che i bimbi e i ragazzi, come me, si sentano sereni nell’affrontare il mondo della scuola e dell’università”.

redazione@likequotidiano.it

Studenti in piazza in più di quaranta città italiane

Nuova giornata di mobilitazioni studentesche. Oggi, giornata di apertura degli Stati Generali della Scuola, gli studenti stanno scendendo in piazza in più di quaranta città italiane.

LaSt Laboratorio Studentesco di Torino ha dato appuntamento in Piazza XVIII dicembre. “In seguito alle manifestazioni studentesche del 28 gennaio e del 4 febbraio, ə studentə scendono in piazza per dire no tuttə assieme ad un modello di scuola che da troppi anni ha le orecchie tappate, e fa finta di non vedere“, scrive LaSt. “Dopo la morte di un altro ragazzo durante lo svolgimento di uno stage, questa volta di 16 anni, è ormai chiaro che serve una profonda riforma dei sistemi di alternanza scuola-lavoro e di PCTO. Questa può avvenire solo dopo una dismissione degli stessi, per ripartire dalle fondamenta. Nessunə studentə può e deve far parte del processo produttivo di una azienda o di un ente, in nessun caso e per nessun motivo.

Riformare il mondo del lavoro prima di scaraventarci dentro gli studenti

La sistematicità di quella che si può definire strage sui posti di lavoro non deve per nessun motivo aprire le porte a giovanə e giovanissimə, mai. Il mondo del lavoro in Italia è malato fino alle radici. Esso è teatro della morte di unə lavoratorə ogni otto ore, oltre che di un infortunio ogni cinquanta minuti. Il fatto che non siano spesso garantiti anche i pochi mezzi di protezione obbligatori per legge è gravissimo, ed è sintomo della malattia che affligge la mentalità lavorativa attorno a noi. Il mondo del lavoro va riformato da capo, e questo procedimento va svolto prima di scaraventarci ə adolescentə dentro.

Le decine di decine di scuole occupate nella nostra città e in provincia dimostrano ancora una volta la necessità impellente di un cambiamento su larga scala. Sono grida che le singole scuole rivolgono a un ministro e un ministero che continuano ad alzare muri, malgrado le apparenze. Il benessere psicologico, i problemi della didattica, il protagonismo studentesco, le strutture fatiscenti e i mezzi di trasporto insufficienti solo solo alcuni dei motivi, oltre a quelli precedentemente citati, che ci obbligano a trovarci tuttə assieme. Per dimostrare che non ci stiamo, ancora una volta, unitə.

Approvare la Carriera Alias e portare il dibattito transfemminista nelle classi

La manifestazione, a Bologna, partirà da Piazza Aldrovandi. Secondo l’Unione degli Studenti, “ancora una volta, la scuola ci abbandona mentre lo Stato risponde con silenzio e violenza da parte delle forze dell’ordine. Ciò che è successo nelle scorse settimane nelle piazze di tutto il paese, e anche qui a Bologna, è inaccettabile ed è l’ennesima prova della repressione che viviamo. Pretendiamo una maggiore tutela della nostra salute all’interno delle scuole. In una situazione pandemica così delicata è necessaria, oltre alla sicurezza sanitaria, anche quella fisica. Attualmente, nelle nostre scuole, quest’ultima non è garantita a causa di mancati investimenti sull’edilizia scolastica. Vogliamo che venga riconosciuta e rispettata la nostra identità attraverso misure come l’approvazione della Carriera Alias e portando il dibattito transfemminista all’interno delle classi. Pretendiamo l’abolizione dei PCTO a favore della didattica integrata basata su un ragionamento critico rispetto al mondo del lavoro“.

Alberto Pizzolante
redazione@likequotidiano.it

Governo battuto quattro volte sul DL Milleproroghe

Il Decreto Milleproroghe è un decreto in materia di proroga dei termini legislativi in scadenza. Esso viene approvato sempre a fine anno. Infatti, a fine 2021 il Consiglio dei ministri aveva approvato il testo, che aveva ricevuto anche la firma del Presidente della Repubblica il 30 dicembre. A questo punto, il testo aveva bisogno dell’approvazione delle due aule del parlamento. Come ogni legge, l’iter inizia prima nella commissione di una delle due camere e poi si va in aula. Dato che riguarda anche somme di denaro, è stata la commissione che si occupa del Bilancio dello Stato a discutere il decreto Milleproroghe. Andiamo a vedere ora i contenuti degli emendamenti.

Limite del contante

Dal 1° gennaio 2022 il limite di denaro da poter gestire in contanti è sceso a 1000 euro. Un emendamento presentato da Fratelli d’Italia prevedeva che si prorogasse, per un solo altro anno, la regola in vigore fino all’anno scorso. Essa prevedeva un limite all’utilizzo del contante per un massimo di 2000 euro. L’emendamento è stato approvato per un solo voto di scarto (39 a favore contro 38 contrari). Ha ricevuto il favore di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Alternativa e delle Autonomie. Gli altri partiti (M5S, PD, LeU, Coraggio Italia e Italia Viva) hanno votato con il governo per respingerlo.

Bonifiche aree escluse ex ILVA

Le aree escluse sono dei terreni in capo all’ex stabilimento ILVA, sebbene geograficamente fuori dal perimetro del siderurgico. Essi non sono passati sotto la gestione di Arcelor Mittal quando lo stato italiano ha venduto lo stabilimento. Queste aree sono molto inquinate e quindi necessitano di molti finanziamenti per poter essere bonificate. Lo Stato, per occuparsi di queste bonifiche, aveva deciso di usare 575 milioni di euro sequestrati da un conto posseduto dai Riva, gli ex proprietari dello stabilimento, nell’isola di Jersey e scoperto dalla Guardia di Finanza. I lavori di bonifica sono iniziati. Tuttavia, l’articolo 21 del DL Milleproroghe approvato dal Consiglio dei ministri spostava i fondi precedentemente stanziati dalla bonifica alla continuità produttiva dello stabilimento. Inoltre, questo avveniva in assenza di un piano industriale ben preciso a riguardo.

A questo punto molti partiti hanno presentato emendamenti per sopprimere l’art. 21 del decreto. In un primo momento, gli emendamenti uguali sono stati accantonati. Segno, questo, che il Governo doveva ancora prendere una decisione. Successivamente, l’Esecutivo ha espresso parere contrario. I partiti però hanno votato in maggioranza a favore. L’articolo 21 è stato soppresso e i 575 mln continueranno ad essere usati per le bonifiche delle aree escluse. Hanno votato a favore Movimento 5 Stelle, Forza Italia, Liberi e Uguali, Alternativa, Partito Democratico e Italia Viva. Hanno votato contro, quindi a sostegno del governo, Lega, Fratelli d’Italia e Coraggio Italia.

Graduatorie Provinciali Supplenze

Il governo aveva riformulato un emendamento depositato da Valentina Aprea (Forza Italia) che chiedeva di rinviare l’aggiornamento delle graduatorie provinciali per le supplenze. L’emendamento è stato respinto. Quindi, l’aggiornamento delle graduatorie delle supplenze con i nuovi inserimenti, si farà nel 2022 come già previsto. Hanno votato per il respingimento, metà PD (il resto astenuti), Alternativa, Fratelli d’Italia e Coraggio Italia. Hanno votato con il Governo, per approvare la riformulazione, Lega e Forza Italia.

Sperimentazioni sugli animali per xenotrapianti e sostanze d’abuso

Il governo aveva presentato un emendamento al decreto Milleproroghe che prorogava solo per sei mesi la possibilità di fare sperimentazione sugli animali di xenotrapianti d’organo e sulle sostanze d’abuso, tra cui rientrano i farmaci. Questo emendamento è stato respinto. Tuttavia, in un secondo momento degli emendamenti identici hanno avuto un approvazione a larga maggioranza. Tra gli emendamenti approvati, quelli di Fausto Raciti (PD), quello di Riccardo Magi (Azione/+Europa) e quello di Fabiola Bologna (Coraggio Italia), che consentono la proroga al 1° luglio 2025. Hanno votato contro il governo, quindi per la proroga di tre anni: PD, M5S, Azione/+Europa, Alternativa, Coraggio Italia, Italia Viva, Fratelli d’Italia e Lega. Con la proroga, si allontana l’entrata in vigore di divieti nella sperimentazione animale che non trovano riscontro nella direttiva europea sul trattamento degli animali utilizzati per scopi scientifici e che ci avrebbero fatto incappare in una procedura d’infrazione da parte dell’UE.

Paolo Abete

Al via gli Stati generali della Scuola. Il programma

Dal 18 al 20 febbraio, a Roma, saranno riuniti gli Stati generali della Scuola. L’iniziativa, organizzata dall’Unione degli studenti, vede già l’adesione di più di 600 studenti, oltre a numerose realtà sociali e politiche. Alla tre giorni sono invitati gli organi di stampa, i docenti e anche il ministro Bianchi e i sottosegretari all’Istruzione. Inoltre, agli Stati generali della Scuola parteciperanno Rete della Conoscenza, Link, Federazione Lavoratori della Conoscenza – CGIL, Coordinamento Nazionale Precari Scuola, ActionAid, Sbilanciamoci, Arci, Libera, Legambiente e Priorità alla Scuola.

Pensare ad una nuova scuola

Nel comunicato dell’UdS, si legge che “dallo scoppio della pandemia, la scuola è tornata al centro del dibattito ma le sue carenze strutturali non sono mai state affrontate veramente mettendo in campo le risorse necessarie per interventi strutturali. L’edilizia scolastica, le classi sovraffollate, l’ecologia integrale, il diritto allo studio, i trasporti pubblici, il benessere psicologico sono solo alcuni dei temi che abbiamo messo al centro del dibattito negli scorsi mesi.

Da un anno abbiamo avviato e aderito alla campagna Cantiere Scuola, abbiamo discusso e ci siamo confrontati per ricostruire un nuovo immaginario del sistema educativo del nostro paese. Il 19 Novembre, il 10 e il 16 dicembre a migliaia siamo scesi nelle piazze del Paese, abbiamo occupato e autogestito scuole. È giunta l’ora di mettere a sistema tutte le riflessioni e i ragionamenti che abbiamo prodotto. È a partire dalla scuola e dai luoghi della formazione che possiamo immaginare una società più equa e avviare l’uscita del nostro paese dalla crisi economica e sociale. Perciò, convochiamo gli “Stati Generali della Scuola” dal 18 al 20 febbraio a Roma.

Sarà un momento fondamentale per una riflessione collettiva sul ruolo sociale e politico della scuola. Saranno tre giorni di dibattito in cui ci confronteremo su come il sistema educativo del nostro paese debba cambiare. Invitiamo tutte le organizzazioni e i movimenti del paese a partecipare a questo momento. Invitiamo la politica tutta ad ascoltare le riflessioni e le elaborazioni che tutte e tutti costruiremo.

Il programma

Venerdì 18: Apertura Stati Generali – Snodo (Via del Mandrione, 63)

  • 18.30 – 20.30: Dibattito la Scuola cos’è: nuovi orizzonti e paradigmi sui quali riflettere il sistema scolastico; narrazione delle esperienze territoriali studentesche e interventi delle realtà organizzatrici;
  • 20.30 – 22.30: Arci Sparwasser: Serata benefit Stati Generali.

Sabato 19: Tavoli di lavoro e socialità – Università La Sapienza, Piazza del Parco Caduti 19 luglio 1943

  • 9.30 – 13.00: Accesso all’istruzione e disuguaglianze, Partecipazione e rappresentanza, Antifascismo e Antirazzismo;
  • 14.30 – 18: 4 tavoli Didattica e Valutazione, Salute e Benessere psicologico, Scuola e territorio, Clima.
  • 20.30: cena comune e musica dal vivo, Centro Sociale Brancaleone.

Domenica 20 Dibattito e conclusioni plenarie – Teatro Italia

  • 9.30 – 11: Relazione tavoli di lavoro. Interventi di Collettivo di Fabbrica GKN, Libera contro le mafie, FFF, NUDM, Sbilanciamoci, e altre organizzazioni studentesche;
  • 11 – 12.30: Dibattito con la politica. Il Ministro o la Sottosegretaria dialogano con studentesse, studenti e docenti. Modera: Bianca Chiesa, Unione degli Studenti;
  • 12.30 – 13: Conclusioni di Luca Redolfi, Unione degli Studenti.

Covid, un ulivo a Castelporziano per ricordarne le vittime

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto dai giovani dell’Associazione Valentia un albero d’ulivo secolare, in ricordo delle vittime del covid. L’ulivo, albero simbolo di pace e di rinascita, è stato trasportato con un TIR dalla Calabria e successivamente piantumato presso la Tenuta Presidenziale di Castelporziano. La tenuta di Castelporziano, situata a Roma, è una delle tre residenze del Presidente della Repubblica Italiana. Si estende su una superficie di 60 Km2 e comprende alcune storiche tenute di caccia.

Aree verdi del ricordo è un’iniziativa promossa dall’Associazione Valentia su scala nazionale. Lo scopo è di rendere il giusto omaggio a chi ha lottato ed ha perso, alle migliaia di vittime che la pandemia ha mietuto in questi anni, a chi ha tragicamente sofferto per la perdita di una persona cara. L’Associazione ha piantato migliaia di alberi di ulivo, dal nord al sud del Paese, da Orzinuovi a Tremestieri Etneo. Lo scopo è quello di non dimenticare quanto accaduto. Sono stati i giovani dell’Associazione a portare avanti tale progetto, coinvolgendo centinaia di scuole, associazioni, fondazioni ed enti per la creazione di quasi 60 aree verdi per ricordare, per sempre, le vittime del Covid.

L’Associazione Valentia è un’associazione di volontariato che nasce dal desiderio di alcuni giovani di spendere le loro forze e il loro impegno sociale al fine di far cambiare sguardo su un territorio, come quello del sud, molto spesso maltrattato e non sempre valorizzato. “Il desiderio, anzi, il sogno di noi tutti parte dalla consapevolezza che la nostra terra, con il suo bagaglio culturale, sociale e religioso, ha molto da offrire, in particolare alle nuove generazioni che sono il futuro del nostro Paese“.

“Noi, giovani, vogliamo crescere con radici forti”

L’Associazione Valentia, a nome del Presidente nazionale Anthony Lo Bianco, della segreteria, dei soci e dei volontari, ha ringraziato di cuore i vari uffici del Quirinale e la Segreteria Presidenziale per la grande sensibilità e disponibilità dimostrate. Oltre all’albero e ad una targa, ora nel giardino di Castelporziano, è stata consegnata una lettera indirizzata a Sergio Mattarella. “Insieme con i ragazzi abbiamo pensato di farLe un dono. Un albero d’ulivo, simbolo di pace e di vita, icona del nostro progetto in ricordo di tutte le persone che in questi ultimi due anni hanno lottato ed hanno perso contro questo maledetto nemico invisibile.

Troppo spesso, caro Presidente, ricordando anche un discorso di Papa Francesco, abbiamo visto alberi giovani, sontuosi, che alzavano i loro rami verso il cielo andando sempre più in alto, e sembravano un canto di speranza. Successivamente, dopo una tempesta, li abbiamo trovati caduti, senza vita. Avevano disteso i loro rami senza mettere radici profonde nel terreno, e così hanno ceduto agli assalti della natura.

Per questo ci fa male vedere che alcuni propongono ai giovani di costruire un futuro senza radici, come se il mondo iniziasse adesso. Perché è impossibile che uno cresca se non ha radici forti che aiutino a stare bene in piedi e attaccato alla terra. È facile ‘volare via’ quando non si ha dove attaccarsi, dove fissarsi. E Lei, Presidente, in questi anni, è stato per noi una grande luce da seguire. Un esempio vero in uno dei momenti più difficili delle nostre giovani vite. Come abbiamo fatto in altre occasioni, e temprati dalle difficoltà dovute alla realtà in cui viviamo, noi non abbiamo mollato. Le siamo altamente grati di aver accettato ed accolto questo nostro pensiero. Tutto questo ci rende profondamente felici e orgogliosi“.

I volontari dell’Associazione Valentia

redazione@likequotidiano.it

Cantiere Scuola, la campagna per ricostruire la scuola

Cantiere Scuola è la campagna nazionale dell’Unione degli Studenti (UdS) per ricostruire da zero la scuola coinvolgendo tutta la popolazione studentesca e scolastica. Alla campagna aderiscono Rete della Conoscenza, Link, Federazione Lavoratori della Conoscenza – CGIL, Coordinamento Nazionale Precari Scuola, ActionAid, Sbilanciamoci, Arci, Libera, Legambiente e Priorità alla Scuola. Cantiere Scuola ha prodotto il Manifesto nazionale per la Scuola Pubblica. Si tratta di un documento programmatico scritto collegialmente dagli studenti durante i momenti assembleari di classe, nelle scuole di tutto il territorio nazionale.

UdS sostiene che dall’introduzione della Didattica a distanza (DAD) nel Marzo 2020, si è assistito alla progressiva esplosione delle contraddizioni e delle problematiche strutturali che il sistema di scuola pubblica del nostro Paese presenta ormai da decenni. “Riteniamo sia giunto il momento che la società tutta, dalle organizzazioni ai movimenti fino ai singoli individui, torni ad interrogarsi e a lottare per una radicale trasformazione del modello d’istruzione”, dichiara l’associazione studentesca. “È a partire da una scuola differente che ci possiamo immaginare una società nuova fondata sulla giustizia sociale, sul rispetto delle differenze e dell’ambiente, sull’importanza della comunità e della cooperazione, sulla cultura e la pace“.

Il Manifesto Nazionale per la Scuola Pubblica parte dalla consapevolezza che il sistema scolastico sta diventando sempre più esclusivo. La causa, secondo le associazioni aderenti a Cantiere Scuola, è da individuarsi nelle logiche meritocratiche e competitive del sistema capitalista in cui la scuola è immersa. In questo contesto, le studentesse e gli studenti non sono portati alla formazione di
un pensiero critico ma alla mera acquisizione di sterili nozioni
, con processi frontali e punitivi che non mirano ad una reale crescita dell’individuo.

Rendere le scuole dei presìdi culturali

“Ci hanno lasciato una scuola in macerie, distrutta dai processi di aziendalizzazione e sottofinanziata, si legge nell’introduzione del Manifesto. “Come studentesse e studenti, abbiamo deciso allora di mobilitarci e di ricostruire un modello di scuola alternativo. A partire dallo scoppio della pandemia siamo scesi nelle piazze per pretendere che l’istruzione pubblica costituisse la priorità del nostro governo. Abbiamo preteso che tutte e tutti avessero accesso ai device e connettività. Siamo stati da sempre in prima linea per un ritorno in presenza in sicurezza e abbiamo preso parte a numerose mobilitazioni per sottolineare il carattere trasversale della didattica e la funzione sociale dei luoghi della formazione“.

L’intento di Cantiere Scuola è di ricostruire il sistema scolastico partendo da una riflessione pedagogica che abbia come fondamento l’emancipazione e l’autodeterminazione degli studenti. La condivisibile convinzione degli studenti è che le scuole debbano diventare presidi culturali all’interno dei propri contesti territoriali. Esse devono diventare punto di riferimento per l’intera popolazione e incentivo allo sviluppo del contesto territoriale e, di conseguenza, strumento di contrasto alle disuguaglianze. Credo sia necessario mettere in atto quei progetti in cantiere da decenni che prevedono l’apertura degli istituti scolastici oltre l’orario di insegnamento. Questo renderebbe gli istituti dei veri e propri centri culturali, dedicati non solo all’attività didattica curricolare.

Alberto Pizzolante

Storia di una studentessa e della sua dislessia

Pubblichiamo integralmente la lettera di Martina, una studentessa affetta da dislessia. La lettera è stata inviata al giornale online fanpage.it.

Mi chiamo Martina, abito a Vignanello, in provincia di Viterbo e sono felicemente dislessica. Il nostro è un mondo complesso che non tutti capiscono perché agli occhi degli altri appariamo sempre diversi. Sono sempre stata convinta che ognuno di noi ha degli ostacoli da superare, oltrepassarli alcune volte può sembrare difficile, almeno così è stato per me.

Fin da piccola ho avuto un mostro dentro di me, come un buco nello stomaco, nato dalla mia dislessia e dalle diverse difficoltà di apprendimento che ho avuto fin dalla prima elementare. In tutti questi anni mi sono sempre sentita dire che ero una ragazza intelligente ma molto pigra e che non si applicava abbastanza. A scuola venivo sempre vista come l’ultima della classe, prendendo sempre una sufficienza scarsa, uscendo sempre con il minino della votazione, e venendo anche trascurata sia dai professori che dai compagni.

Dentro di me provavo tanti stati d’animo negativi, non trovando nemmeno le parole per descrivere l’emozione giusta. Ho deciso di iscrivermi all’università nonostante mi sia sentita dire che sarebbe stata troppo difficile per me, ma la mia voglia di fare è sempre stata tanta, così ho iniziato un percorso triennale che si è rilevato bellissimo. Da quel momento il buco nello stomaco che avevo ha incominciato a riempirsi di sensazioni belle, di sacrifici ripagati e di soddisfazioni. Ho incominciato analizzando me stessa e mettendo in atto tutte le mie potenzialità arrivando a questo giorno speciale.

Purtroppo non tutti gli studenti dislessici credono nei loro sogni, molti di loro si sentono demoralizzati o per un voto o per un professore o semplicemente perché provano delle emozioni che impediscono loro di affrontare l’anno serenamente. Io in prima persona so che sono state tante le difficoltà che ho avuto nell’arco dei miei anni scolastici, e dietro ogni mia difficoltà c’è sempre stata un’emozione. Mi è sempre stato detto che il liceo non era per me e che non sarei stata in grado di poter fare l’università, ma nonostante lacrime e momenti di sconforto, sono andata sempre avanti per la mia strada.

Se c’è una cosa che ho capito nel mio percorso di studi è che essere un DSA non significa perdere a tavolino, ma avere le stesse capacità degli altri e per vincere qualsiasi battaglia basta trovare la propria strategia. Grazie alla dislessia oggi ho vinto la battaglia più grande, ovvero quella con me stessa, arrivando a raggiungere il mio sogno più grande: diventare una futura educatrice.

Perché il referendum sulla cannabis è inammissibile

La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum sulla cannabis. Il Presidente della Corte costituzionale, Giuliano Amato, ha spiegato che il referendum non si limitava a modificare la legislazione sulla cannabis, ma sulle sostanze stupefacenti in generale. “Si faceva riferimento a sostanze che includono papavero e coca, le cosiddette droghe pesanti. E questo era sufficiente a farci violare obblighi internazionali“.

Amato ha chiarito che “il quesito è articolato in 3 sotto quesiti. Il primo relativo all’articolo 73 comma 1 della legge sulla droga prevedeva che scomparisse tra le attività penalmente punite la coltivazione delle sostanze stupefacenti di cui alle tabelle 1 e 3, quelle che includono il papavero e la coca, le cosiddette droghe pesanti, mentre la cannabis è alla tabella 2. Già questo è sufficiente per farci violare obblighi internazionali plurimi che abbiamo e che sono un limite indiscutibile dei referendum. E ci portano a constatare l’inidoneità dello scopo perseguito“. Amato ha dichiarato che sarebbe bastato limitare il quesito referendario alla cannabis per ottenere l’ammissibilità.

Cosa prevedeva il referendum sulla cannabis

Il quesito referendario riferito al Testo Unico in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope (D.p.R. 309/1990) è stato formulato con il duplice intento di intervenire sia sul piano della rilevanza penale sia su quello delle sanzioni amministrative di una serie di condotte in materia di droghe. In primo luogo si propone di depenalizzare la condotta di coltivazione di qualsiasi pianta, mantenendo le pene per la detenzione, produzione e fabbricazione di tutte le sostanze a fini di spaccio (intervenendo sulla disposizione di cui all’articolo 73, comma 1) e di eliminare la pena detentiva per qualsiasi condotta illecita relativa alla cannabis e alle sostanze ad essa assimilate, con eccezione della associazione finalizzata al traffico illecito (intervenendo sul 73, comma 4).

Sul piano amministrativo, infine, il quesito propone di eliminare la sanzione della sospensione della patente di guida e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori attualmente destinata a tutte le condotte finalizzate all’uso personale di qualsiasi sostanza stupefacente o psicotropa (intervenendo sull’articolo 75, comma 1, lettera a).

Il monito al Parlamento

Giuliano Amato ha invocato il senso del dovere dei Parlamentari: “Il nostro Parlamento forse sarà troppo occupato dalle questioni economiche – ha dichiarato il Presidente – ma forse non dedica abbastanza tempo a cercare di trovare la soluzione su questi temi valoriali. È fondamentale che in Parlamento capiscano che se questi temi escono dal loro ordine del giorno possono alimentare dissensi corrosivi per la coesione sociale. Noi non possiamo cambiare, toccare il quesito referendario, il quesito è questo. Noi dobbiamo valutare se non lascia scoperti valori e diritti costituzionali irrinunciabili, questo è il punto“.

Le reazioni

È un colpo durissimo per la democrazia in Italia” ha dichiarato Riccardo Magi, deputato e presidente di +Europa. “È incredibile questa decisione della Corte costituzionale dopo la sottoscrizione del referendum da parte di 600 mila cittadini. Dopo la decisione sull’eutanasia di ieri possiamo dire che in questo paese è impossibile promuovere dei referendum. La Corte costituzionale ha fatto quello che il presidente Amato ha detto pochi giorni fa che non andava fatto, cioè cercare il pelo nell’uovo“.

Duro anche il commento del tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, Marco Cappato. “La Corte costituzionale presieduta da Giuliano Amato ha completato il lavoro di eliminazione dei referendum popolari. Dopo eutanasia anche Cannabis. Hanno così assestato un ulteriore micidiale colpo alle istituzioni e alla democrazia“, ha scritto Cappato su Facebook.