domenica, Aprile 20, 2025
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Guerra, le dichiarazioni notturne di Di Maio e Letta

[00:40] Le ultime dichiarazioni sulla guerra in Ucraina del Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, e del segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, rese nella trasmissione televisiva Porta a Porta, su RAI 1.

Luigi di Maio: Putin potrebbe replicare quanto fatto in Ucraina

Negli scorsi giorni, mentre i leader occidentali provavano a trattare, Vladimir Putin preparava la guerra. In questo momento, non possiamo fare altro che isolare la Russia. La Federazione Russa deve pagare il costo di quello che ha fatto. A condannare la Russia ci sono tutte le più grandi democrazie del pianeta. Le nuove sanzioni servono a far capire a Putin che il suo atteggiamento è inaccettabile per tutta la comunità internazionale.

Visto quanto accaduto, è necessario rendersi conto che il leader russo potrebbe replicare quanto ha fatto oggi in altri paesi, ai confini dell’Unione Europea e della Nato. In Ucraina c’è un governo legittimo eletto dal popolo. Un popolo che ha come ambizione quella di entrare in Unione Europa, che ha il nostro come modello di società. Il presidente ucraino Zelensky ha con se tutta la comunità occidentale. Oggi L’Ucraina è stata invasa nella sua interezza, non solo nelle regioni che ambivano all’indipendenza. Chi, nelle scorse settimane, ha minimizzato la minaccia russa, deve rivedere le proprie posizioni e considerare Putin come un irresponsabile.

Al momento non abbiamo numeri certi sulle vittime. La Russia è entrata in Ucraina dal confine condiviso, dalla Crimea e dalla Bielorussia. L’Italia ha spostato l’ambasciata in un luogo più sicuro. Ai duemila italiani attualmente presenti in Ucraina, dico di restare in casa e di non provare a lasciare autonomamente il Paese.

Enrico Letta: una vena di follia nelle azioni di Putin

C’è bisogno, da parte di Unione Europea e Stati Uniti d’America, di un intervento sanzionatorio senza precedenti, che possa mettere in ginocchio l’economia della Russia. È necessario far proseguire la sospensione del patto di stabilità europea in questa fase di sanzioni. Questo per poter applicare effettivamente le sanzioni senza che esse rechino danno alle nostre economie. C’è una vena di follia dietro quello che sta facendo Putin. La Russia non è un Paese economicamente florido, spende quasi tutto in armamenti. Tuttavia, il suo leader e parte della popolazione approvano un intervento militare come quello che sta avvenendo. Al contrario, l’italia e l’occidente non possono accettare una guerra e i conseguenti cadaveri. L’accelerazione compiuta da Putin è stata causata dalla rovinosa fuga dell’Occidente dall’Afghanistan. L’Italia deve rimanere unito attorno al Presidente del Consiglio“.

Consiglio Supremo di Difesa: necessario agire con forza

Nel pomeriggio, l Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha presieduto la riunione del Consiglio Supremo di Difesa. Alla riunione hanno partecipato il Presidente del Consiglio dei Ministri, i Ministri degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dell’Interno, della Difesa, dell’Economia e delle Finanze e dello Sviluppo Economico e il Capo di Stato Maggiore della Difesa. Hanno presenziato anche il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, il Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, il Consigliere per Consiglio Supremo di Difesa.

Il comunicato

Il Consiglio Supremo di Difesa esprime la più ferma condanna per l’ingiustificabile aggressione militare lanciata dalla Federazione Russa contro l’Ucraina. Essa rappresenta una grave e inaccettabile violazione del diritto internazionale e una concreta minaccia alla sicurezza e alla stabilità globali. La Repubblica Italiana chiede alla Federazione Russa l’immediata cessazione delle ostilità e il ritiro delle forze fuori dai confini internazionalmente riconosciuti dell’Ucraina.

L’Italia ribadisce il pieno sostegno all’indipendenza e all’integrità territoriale dell’Ucraina, Paese europeo amico e democrazia colpita nella sua sovranità. La Repubblica Italiana esprime massima vicinanza e solidarietà al popolo ucraino e alle sue legittime Istituzioni, alle vittime e alle tante persone che ne soffriranno le conseguenze. Nell’affrontare la crisi in atto, l’Italia manterrà uno stretto raccordo con i propri partner in tutti i principali consessi internazionali. Insieme con i paesi membri dell’UE e gli alleati della NATO è indispensabile rispondere con unità, tempestività e determinazione. L’imposizione alla Federazione Russa di misure severe vede quindi l’Italia agire convintamente nel quadro del coordinamento in seno all’Unione Europea.

Perché l’Europa non precipiti improvvisamente in un vortice di guerre, è necessario agire con forza e lungimiranza per ristabilire il primato del diritto internazionale e la salvaguardia dei principi e dei valori che hanno garantito pace e stabilità al nostro continente.

Mario Draghi: impossibile il dialogo con la Russia

Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, ha rilasciato delle dichiarazioni di aggiornamento alla stampa al termine del Consiglio dei Ministri, presso la Sala dei Galeoni di Palazzo Chigi.

Il testo del discorso di Mario Draghi

Nella notte, la Russia ha avviato un’offensiva militare nel territorio ucraino da più parti, con lo scopo di distruggere le principali installazioni di difesa di Kiev, almeno inizialmente. L’apparato militare di Mosca si è mosso in maniera coordinata, con incursioni aeree, terrestri, anfibie, focalizzate sugli obiettivi di primaria importanza. L’Ucraina è un Paese europeo, una nazione amica. È una democrazia colpita nella propria legittima sovranità. Voglio esprimere la solidarietà piena e incondizionata del popolo e del Governo italiano al popolo ucraino e al Presidente Zelensky. Quanto succede in Ucraina riguarda tutti noi, il nostro vivere da liberi, le nostre democrazie.

La nostra Ambasciata a Kiev è aperta, pienamente operativa e mantiene i rapporti con le Autorità ucraine, in stretto coordinamento con le altre Ambasciate, anche a tutela dei circa 2000 italiani residenti. L’Ambasciata resta in massima allerta, pronta ad adottare ogni decisione necessaria. L’Italia condivide la posizione più volte espressa anche dai nostri alleati, di voler cercare una soluzione pacifica alla crisi. Ho sempre pensato che qualsiasi forma di dialogo dovesse essere sincero e soprattutto utile. Ma l’esperienza di questi giorni mostra che le azioni del governo russo rendono questo dialogo nei fatti impossibile. L’Italia, l’Unione Europea e tutti gli alleati chiedono al Presidente Putin di mettere fine immediatamente allo spargimento di sangue. Chiedono di ritirare le proprie forze militari al di fuori dei confini internazionalmente riconosciuti dell’Ucraina in modo incondizionato.

In queste ore ho sentito i partner europei, a partire dal Presidente francese Macron, dal Cancelliere tedesco Scholz e dalla presidente della Commissione Europea, von der Leyen. Con gli Alleati della NATO, ci stiamo coordinando per potenziare immediatamente le misure di sicurezza sul fianco Est dell’Alleanza e stiamo rafforzando il nostro già rilevante contributo allo spiegamento militare in tutti i Paesi Alleati più direttamente esposti. Domani ci sarà anche una riunione straordinaria dei leader della NATO. Questo pomeriggio avremo una consultazione dei G7, alla quale parteciperà anche il Segretario Generale della NATO Stoltenberg. Al termine, mi recherò a Bruxelles per un Consiglio Europeo straordinario.

Sanzioni severe in arrivo

In quella sede, decideremo un pacchetto di sanzioni molto dure nei confronti della Russia. Avevamo ribadito in tutte le sedi di essere pronti a imporre conseguenze severe nel caso la Russia, come è purtroppo accaduto, avesse respinto i nostri tentativi di risolvere la crisi per via politica. Questo è il momento di metterle in campo. L’Italia è pienamente allineata ai nostri partner su questa posizione.

Capisco che queste siano ore di grande preoccupazione per tutti i cittadini. Domani riferirò al Parlamento sugli sviluppi del conflitto in corso. Voglio dirvi che il Governo intende lavorare senza sosta per risolvere questa crisi. Abbiamo accanto i nostri alleati – l’Europa, gli Stati Uniti e molti altri Paesi. Insieme faremo tutto il necessario per preservare la sovranità dell’Ucraina, la sicurezza dell’Europa, e l’integrità dell’ordine internazionale basato sulle regole e sui valori da noi tutti condivisi

Guerra in Ucraina, le reazioni dell’Unione Europea

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Quasi unanimi le reazioni di condanna dell’avvio delle azioni militari in Ucraina da parte della Russia. Come avvenuto in Italia, tutti gli Stati dell’Unione Europea e le stesse istituzioni europee hanno espresso il loro forte disappunto per la decisione di Vladimir Putin.

Nella notte, nel corso della riunione straordinaria del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, l’ambasciatore dell’Ucraina all’Onu ha attaccato il delegato russo: “Non c’è purgatorio per i criminali di guerra. Andranno diretti all’inferno“. Il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha definito quella in corso come “la peggiore guerra dall’inizio del secolo. In un momento in cui stiamo uscendo dal Covid – ha continuato Guterres – e tanti Paesi in via di sviluppo hanno assolutamente bisogno di spazio per la ripresa, questa sarebbe molto, molto difficile con i prezzi elevati del petrolio, con le esportazioni di grano dall’Ucraina e con i tassi di interesse in aumento a causa dell’instabilità dei mercati internazionali“.

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha introdotto la legge marziale. “È necessaria la calma da parte dei cittadini“, ha dichiarato il presidente. “Se possibile, restate a casa. Stiamo lavorando. L’intero settore della sicurezza e della difesa dell’Ucraina sta funzionando. Niente panico, siamo pronti a tutto e sconfiggeremo tutti“. I bombardamenti russi sono stati registrati a Mariupol, Kramatorsk, Kiev, Odessa, Kharkiv, Dnipro, Zaporizhzhia e Belgorod.

La condanna da parte delle istituzioni europee

Condanniamo fermamente l’attacco ingiustificato della Russia all’Ucraina. In queste ore buie, i nostri pensieri sono rivolti all’Ucraina e alle donne, uomini e bambini innocenti mentre affrontano questo attacco non provocato e la paura per le loro vite. Riterremo responsabile il Cremlino“. Queste le parole di Ursula von der Leyen, presidente della commissione europea, che ha aggiunto: “Oggi presenteremo un pacchetto di sanzioni massicce e mirate. Saranno colpiti settori strategici dell’economia russa bloccando il loro accesso anche a tecnologie e mercati che sono fondamentali per la Russia. Indeboliremo la base economica della Russia e la sua capacità di modernizzazione. Inoltre, congeleremo le attività russe nell’Unione europea e fermeremo l’accesso delle banche russe ai mercati finanziari finanziari europei“.

Condanniamo con la massima fermezza l’aggressione militare senza precedenti della Russia contro l’Ucraina. Con le sue azioni militari non provocate e ingiustificate, la Russia sta violando gravemente il diritto internazionale e minando la sicurezza e la stabilità europea e globale. Deploriamo la perdita di vite umane e la sofferenza umana. Chiediamo alla Russia di cessare immediatamente le ostilità, di ritirare le sue forze armate dall’Ucraina e di rispettare pienamente l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina. Tale uso della forza e della coercizione non ha posto nel 21esimo secolo. L’UE sostiene fermamente l’Ucraina e il suo popolo nell’affrontare questa crisi senza precedenti“, si legge in una nota del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e della presidente della Commissione europea.

L’UE è pronta ad accogliere i profughi dall’Ucraina

L’attacco russo non ha alcuna giustificazione. La responsabilità è del Cremlino che risponderà delle conseguenze di questo atto di guerra. In queste ore difficili l’Europa è vicina all’Ucraina“, scrive il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni. “La Commissione europea è pronta a sostenere gli Stati membri nella preparazione all’accoglienza man mano che la situazione si evolve in Ucraina. Ringrazio quindi Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia e Ungheria per la loro disponibilità a fornire una protezione immediata. L’Ue è unita con il popolo ucraino“. Così la commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson.

Guerra in Ucraina, le reazioni italiane

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Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha convocato il Consiglio Supremo di Difesa, al Palazzo del Quirinale, per oggi, 24 febbraio 2022, alle ore 16.30. Lo si legge in una nota del Quirinale. Il Consiglio discuterà circa la guerra iniziata questa notte tra Russia e Ucraina. Il Consiglio Supremo di Difesa è presieduto da Sergio Mattarella, Capo dello Stato, ed è composto dal Presidente del Consiglio dei Ministri, dal Capo di Stato Maggiore della Difesa e dai ministri degli Affari Esteri, della Difesa, dell’Interno, dell’Economia e delle Finanze e dello Sviluppo Economico.

Siamo al lavoro con gli alleati europei e della NATO per rispondere immediatamente, con unità e determinazione. Il Governo italiano condanna l’attacco della Russia all’Ucraina“. Con queste parole, Mario Draghi ha commentato l’avvio della guerra tra Russia e Ucraina. “L’Italia è vicina al popolo e alle istituzioni ucraine in questo momento drammatico“, ha aggiunto Draghi. Per il Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, “l’operazione militare russa è una gravissima e ingiustificata aggressione, non provocata, ai danni dell’Ucraina, che l’Italia condanna con fermezza. Una violazione del diritto internazionale. L’Italia è al fianco del popolo ucraino, insieme ai partner Ue e atlantici“.

Il Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha dichiarato che “l’aggressione all’Ucraina è un attacco gravissimo a uno stato sovrano e ai principi fondamentali del diritto internazionale. L’Italia condanna fermamente l’ingiustificabile decisione russa ed esprime sostegno e solidarietà all’Ucraina e al suo popolo. La comunità internazionale deve rispondere in maniera ferma e coesa. Ci stiamo confrontando coi nostri alleati e forniremo il nostro pieno supporto alle misure che insieme decideremo“.

Le dichiarazioni dei leader dei partiti

Inaccettabile l’attacco russo in Ucraina. Un pensiero alle vittime di questa assurda guerra e alle famiglie che stanno piangendo i propri cari. L’Italia sia come sempre al fianco di Europa e Stati Uniti in nome della libertà e dei valori“, ha scritto Matteo Renzi su Twitter. Il segretario della Lega, Matteo Salvini, sostiene che “la Lega condanna con fermezza ogni aggressione militare, l’auspicio è l’immediato stop alle violenze. Sostegno a Draghi per una risposta comune degli alleati. C’è un attacco militare in atto che va fermato con ogni mezzo necessario. Speriamo non ci sia qualcuno che tifa per la guerra e per la speculazione“.

Il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, al Gr1 Rai ha dichiarato che “non bisogna essere arrendevoli e cedevoli, non c’è spazio per per terzismi e ambiguità. C’è spazio per una reazione ferma, perché sono in gioco i principi alla base della nostra convivenza civile e della stessa vita dell’Europa. Putin cercherà di dividerci, ha già cercato di farlo. La necessaria reazione deve essere unità, nessun paese europeo deve andare per conto suo. Chiediamo che nelle prossime ore ci sia una riunione del Parlamento, che prenda una posizione chiara e che tutti si esprimano senza nessuna forma di ambiguità. Le sanzioni sono la prima reazione, bisogna creare un cordone attorno alla Russia perché sia la stessa società russa a dire che non bisogna andare avanti su questa linea di follia rispetto alla quale Putin, in modo ingiustificato, sta portando l’Europa e il mondo“.

Meloni: “L’Europa ripiomba in un passato che speravamo di non rivivere più

Il leader del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte, ha espresso “ferma condanna per l’attacco russo che precipita la situazione e allontana ogni soluzione diplomatica. Confidiamo in una risposta comune europea e nel contributo che l’Italia può dare. Il mio pensiero va alla popolazione civile, per la quale sono profondamente preoccupato“. Per Giorgia Meloni è “inaccettabile l’attacco bellico su grande scala della Russia di Putin contro l’Ucraina. L’Europa ripiomba in un passato che speravamo di non rivivere più. È il tempo delle scelte di campo. L’Occidente e la comunità internazionale siano uniti nel mettere in campo ogni utile misura a sostegno di Kiev e del rispetto del diritto internazionale“.

Terminati gli Stati Generali della Scuola

Ieri, dopo tre giorni di dibattiti, discussioni e riflessioni sul ruolo della scuola all’interno della società, sono terminati gli Stati Generali della Scuola, tenutisi a Roma. All’iniziativa hanno partecipato più di seicento studenti e anche una ventina tra sigle di realtà sociali e politiche. Ieri, i partecipanti si sono riuniti al Teatro Italia per un momento di rielaborazione delle proposte elaborate.

Il comunicato dell’Unione degli Studenti

Questo il comunicato conclusivo dell’Unione degli Studenti: “In questi giorni ci siamo confrontati tra territori da tutta Italia, con scambi di esperienze, idee, proposte e rivendicazioni per una scuola migliore, che sappia cambiare la società tutta. Oggi (ieri, ndr), riunendoci in plenaria al Teatro Italia, abbiamo messo a sistema tutte le proposte emerse nei differenti tavoli di lavoro. Dal diritto allo studio e la lotta alle disuguaglianze al rapporto scuola-lavoro. Dalla salute mentale alla lotta contro il sistema patriarcale, che sfrutta i nostri corpi e le nostre terre.

Nelle scorse settimane ci siamo mobilitati in migliaia in tutto il paese e abbiamo occupato più di 50 scuole, in nome di Lorenzo e Giuseppe, che lottano e vivono assieme a noi. Ci siamo mobilitati contro il sistema attuale di sfruttamento, precarietà, competizione continua. Dagli Stati Generali, assieme a numerosissime realtà del mondo del sociale e della politica, mettiamo i primi mattoni per una riforma strutturale della scuola pubblica. Una riforma che vada a ridare alla scuola il ruolo che le spetta, cioè di presidio culturale all’interno dei nostri territori, di inclusione e abbattimento delle disuguaglianze, di rivoluzione continua dell’intero sistema sociale.

Il ministro Bianchi non può continuare ad ignorare questo processo di cambiamento. Nei prossimi giorni verremo incontrati dalla politica. Non accettiamo più di essere solo ascoltati, pretendiamo un reale e radicale cambiamento, perché questa normalità ci sta ormai troppo stretta“. Online sono dispinibili le dirette dell’appuntamento che si è svolto a Roma dal 18 al 20 febbraio.

Il messaggio di Sergio Mattarella al personale sanitario

Quella di ieri è stata la seconda Giornata Nazionale del personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha sottolineato il ruolo cruciale svolto da tutto il personale del comparto sanità e del volontariato nella tutela della salute collettiva. Questo il suo messaggio:

Da quando il nostro Paese è stato duramente colpito dall’insorgere, repentino e inatteso, di una emergenza sanitaria di così vasta portata, gli operatori di tali categorie si sono trovati all’improvviso in prima linea a fronteggiare un nemico per molti versi sconosciuto. È grazie alla loro preparazione professionale e al loro spirito di sacrificio che è stato possibile arginare il rischio di perdite ancor più ingenti di quelle, già dolorosissime, che abbiamo dovuto patire.

Sono in programma investimenti e nuove strategie per garantire una migliore qualità della cura e dell’assistenza. Per accrescere la capacità di prevenzione, per ridare centralità alla persona e al territorio nel quale vive. Ma l’efficacia delle riforme è legata alla qualità e all’impegno di chi concretamente le fa vivere con il proprio lavoro e con la propria passione. Quanto è avvenuto in questi anni difficili è motivo di rassicurazione per gli italiani.

Oggi è, pertanto, occasione per me e per tutto il popolo italiano di rendere omaggio all’impegno del personale sanitario e del volontariato. È anche l’occasione per unirci nel ricordo, grato e doloroso, di quanti hanno pagato con l’estremo sacrificio la propria inclinazione all’altruismo“.

redazione@likequotidiano.it

Rassegna parlamentare: settimana 14-20 febbraio

Approvata in Commissione cultura alla Camera la mozione quadro della riforma dei test di ammissione a numero chiuso annunciata dalla signora Ministro dell’Università Cristina Messa. In commissione cultura al Senato, invece, è scaduta il 15 febbraio la possibilità di presentare gli emendamenti al disegno di legge Fusacchia (FacciamoEco) sull’abrogazione del divieto di contemporanea iscrizione a più di un Corso di Laurea. Sono stati presentati solo dieci emendamenti a prima firma della senatrice dell’opposizione Bianca Laura Granato (Gruppo Misto).

Decreti del Governo

È iniziato l’iter del decreto che cambiava le norme Covid su quarantena a scuola e DAD, approvato il 2 febbraio e non votato in Consiglio dei ministri dalla Lega in quanto prevede la DAD solo per i bimbi (>6 anni) non vaccinati in caso di almeno 5 positivi in classe. È stata bocciata con 309 voti contrari e 41 favorevoli una pregiudiziale di incostituzionalità presentata dall’opposizione. Il Governo ha chiesto la fiducia per la votazione alla Camera del DL Milleproroghe, dopo essere andato in minoranza su quattro emendamenti in Commissione.

Dopo l’approvazione in Senato, arriva alla Camera il DL Covid del 24 dicembre 2021 sulla proroga dello stato emergenza, il divieto di feste fino al 31 gennaio, le mascherine obbligatorie all’aperto e la riduzione della durata del Green Pass da nove a sei mesi. La Camera ha bocciato le pregiudiziali di incostituzionalità presentate dall’opposizione, dai parlamentari Lollobrigida di Fratelli d’Italia e Forciniti di Alternativa, con 371 contrari e 44 favorevoli.

La questione di fiducia

Dato che al Senato la maggioranza si era spaccata su due emendamenti, il Governo ha deciso di porre la questione di fiducia sul provvedimento. Si tratta della 38esima richiesta di fiducia dall’insediamento del governo Draghi. Chiedere la fiducia su un provvedimento significa trasformare il voto su quel provvedimento nel voto di fiducia che i parlamentari hanno dato o meno al Governo quando si è insediato. Pertanto, un partito della maggioranza che ha dei dubbi su alcuni temi toccati dal testo, è vincolato a votare a favore.

Un voto contrario da parte di un parlamentare equivale a dire che vuole uscire dalla maggioranza che sostiene il governo. Se a votare contro la fiducia è un partito di governo, occorre chiederla nuovamente. Se invece a decidere di non votare la fiducia è un partito di Governo che fa la differenza nel numero minimo di parlamentari per costituire una maggioranza, allora il Governo cade definitivamente. In questo caso, c’è bisogno di trovare una nuova combinazione di partiti pronti a governare assieme.

Quando si chiede la fiducia non sono concessi emendamenti, ma solo ordini del giorno. Alternativa e Fratelli d’Italia hanno quindi presentato due ordini del giorno. Essi chiedevano di impegnare il governo a revocare il Green Pass. La Camera li ha bocciati. Dopo la votazione nominale di fiducia sul provvedimento, c’è il voto finale elettronico. L’approvazione è avvenuta con 331 favorevoli, 45 contrari e 2 astenuti.

Mozioni

Approvata la mozione della maggioranza in tema di direttiva Bolkenstein sulle concessioni balneari. Fratelli d’Italia aveva presentato una mozione contro la decisione del governo di mettere a gara le concessioni balneari dal 2024. Pertanto, la maggioranza ha dovuto elaborare una sua mozione sul tema. Questa riprende però solo in parte quella presentata dall’opposizione, in riferimento alla promessa di tutelare i lavoratori del settore. Approvata con 366 Sì, 42 No e 22 astenuti (Coraggio Italia).

Approvata una mozione a prima firma Prestigiacomo (Forza Italia) sull'”impatto della transizione ecologica sul settore dell’industria pesante, con particolare riferimento al settore della raffinazione, petrolchimico e bioraffinazione“. Il testo, tra le altre cose, richiama alla garanzia di dare al settore i finanziamenti inseriti a fine 2020 nella legge di Bilancio 2021 a causa delle perdite dovute ai mesi di chiusura del primo lockdown.

Suicidio medicalmente assistito

La votazione ha riguardato solo i primi due emendamenti, firmati da Forza Italia e Lega. Essi chiedevano di stralciare dal testo l’articolo 1 del ddl sul fine vita. Sono stati respinti a voto segreto con 126 Sì e 292 No.

Paolo Abete

“Parla con me”, appuntamento con Deborah Auteri

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Nuovo appuntamento della rassegna culturale di Associazione Valentia in collaborazione con Like QuotidianoMercoledì 23 febbraio 2022, alle ore 19, l’Assessore alla Cultura del comune di Vibo Valentia, Daniela Rotino, e il direttore di Like Quotidiano Alberto Pizzolante, dialogheranno con Deborah Auteri, autrice del libro “Parla con me“, edito da Mondadori. L’incontro è patrocinato dal Ministero della Cultura, dal Comune di Vibo Valentia, da Vibo Valentia Capitale italiana del Libro e da Regione Calabria.

Il libro

Quando nasce un bambino, ogni giorno è una scoperta. Figuriamoci quando inizia a parlare! I primi versetti, le prime lallazioni, le prime parole, ogni tappa dello sviluppo del linguaggio è carica di sorprese e meraviglie, ma anche di ansie e preoccupazioni, talvolta immotivate.

Comunicando, i bambini imparano a conoscere il mondo. Stimolare questa competenza è quindi uno dei regali più preziosi che possiamo fare ai nostri piccoli. Per questo la logopedista Deborah Auteri scrive il libro che migliaia di genitori, nonni, insegnanti ed educatori sognano. Un pratico vademecum per accompagnare i bambini lungo lo straordinario viaggio all’interno della comunicazione e della parola. In queste pagine troverete tutto quello che c’è da sapere sul linguaggio dei bambini e potrete apprendere strumenti pratici, semplici e divertenti da applicare nella vita di tutti i giorni per stimolarli. L’autrice attinge inoltre alla sua esperienza di mamma per arricchire il libro di esempi e simpatici aneddoti.

Ma prima di passare alla parte pratica, ripercorre le tappe dello sviluppo del linguaggio, che inizia dal grembo materno. Ci mostra come il linguaggio non coincida solo con l’articolazione di parole e frasi, ma sia una dimensione molto più ampia, che include tantissimi aspetti non verbali, e che, nonostante esistano tabelle e parametri di riferimento, ogni bambino è un universo a sé. Qui vengono sfatati falsi miti, evidenziati alcuni campanelli d’allarme da non ignorare, i vizi orali da evitare (riguardanti, ad esempio, l’uso del ciuccio e del biberon). Senza mai dimenticare l’influenza della masticazione e dello svezzamento.

Da mamma mi rendo conto di quanto possa essere difficile affrontare certe tappe di sviluppo dei nostri bambini, sprovvisti di strumenti validi e bombardati da informazioni contrastanti. Da professionista credo nel potere della consapevolezza. Nessuno meglio di un genitore informato e competente potrà fornire al proprio bambino gli strumenti di cui ha bisogno per crescere nel miglior modo possibile“.

L’autrice

Deborah Auteri, logopedista pediatrica per professione e per vocazione con un master in neuropsicologia dell’età evolutiva, vive e lavora a Siracusa. Per 12 anni si è occupata di bambini con disturbi del linguaggio e delle loro famiglie. Oggi si occupa prevalentemente di bambini a sviluppo tipico, guidando i genitori nella prevenzione e insegnando loro a potenziare le competenze dei propri piccoli. Affianca all’attività clinica la divulgazione su Instagram, dove ha infatti oltre 80 mila follower.

La presentazione di Parla con me sarà trasmessa in diretta sulla pagina Facebook di Like Quotidiano e sui canali Facebook e YouTube di Associazione Valentia.

Emergenza scuola, l’abbandono scolastico è al 13,1%

Da settimane gli studenti italiani degli istituti d’istruzione superiore sono in mobilitazione. Tra le richieste avanzate al Governo, vi è quella di contrastare l’abbandono scolastico. Molto preoccpante è l’ultimo report dell’ISTAT sui livelli di istruzione e partecipazione alla formazione, relativo al 2020. In Italia, nel 2020 la quota di giovani che hanno abbandonato gli studi precocemente è pari al 13,1%, per un totale di circa 543 mila giovani. In Unione Europea, il dato è del 9,9%.

Nell’UE, l’abbandono scolastico è misurato dalla quota di soggetti con età compresa tra i 18 e i 24 anni che, in possesso al massimo di un titolo secondario inferiore, è fuori dal sistema di istruzione e formazione (ELET). L’Unione Europea ha fissato il valore target europeo al 10%, ridotto al 9% entro il 2030. In Italia, l’abbandono scolastico colpisce maggiormente i ragazzi (15,6%) rispetto alle ragazze (10,4%).

Nel 2020, l’abbandono degli studi prima del completamento del sistema secondario superiore o della formazione professionale riguarda il 16,3% dei giovani nel Mezzogiorno. Il dato è dell’11,0% al Nord e dell’11,5% nel Centro. Tra i giovani con cittadinanza non italiana, il tasso di abbandono precoce degli studi è più di tre volte superiore a quello degli italiani: 35,4% contro 11,0%. L’incidenza di abbandoni precoci tra gli stranieri nati all’estero varia molto a seconda dell’età di arrivo in Italia. Tra quelli arrivati entro i 9 anni di età, la quota è pari al 19,7%. Sale al 33,4% tra coloro che sono giunti tra i 10 e i 15 anni. Raggiunge il 57,3% per chi è entrato in Italia tra i 16 e i 24 anni.

La condizione socio-economica delle famiglie

L’abbandono degli studi prima del diploma riguarda il 22,7% dei giovani i cui genitori hanno al massimo la licenza media, il 5,9% di quelli che hanno genitori con un titolo secondario superiore e il 2,3% dei giovani con genitori laureati. Se i genitori esercitano una professione non qualificata o non lavorano, gli abbandoni scolastici sono più frequenti (intorno al 22%). Si riducono se la professione del padre o della madre è altamente qualificata o impiegatizia (3% e 9%, rispettivamente).

Alberto Pizzolante