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Afghanistan, 13 milioni di bambini a rischio umanitario

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Decenni di conflitto, una siccità devastante, un’economia al collasso e l’impatto delle sanzioni internazionali stanno causando danni irreparabili ai bambini dell’Afghanistan. Lo ha dichiarato la Direttrice Generale dell’UNICEFCatherine Russell, al termine di una missione di tre giorni in Afghanistan.

Russell ha raccontato come “nelle strade di Kabul, decine di bambini molto piccoli sfrecciano dentro e fuori dal traffico, inseguendo le macchine e chiedendo soldi. Gli scaffali dei negozi e i mercati di verdura sono ben forniti, eppure quasi nessuno può permettersi di fare acquisti. In un ospedale di Kandahar, bambini emaciati giacciono immobili in due su un letto. Troppo deboli persino per piangere, in un periodo di picco dei casi di malnutrizione acuta grave. Una venticinquenne, madre di cinque figli, mi ha detto che la sua famiglia sopravvive mangiando pane e acqua.

Secondo le nostre proiezioni per il 2022, più di 1 milione di bambini avrà bisogno di cure per la malnutrizione acuta grave. Quasi 13 milioni di bambini avranno bisogno di assistenza umanitaria. Malattie come il morbillo e la diarrea acquosa acuta continueranno a diffondersi. Fino al 97% di tutte le famiglie afghane potrebbe vivere sotto la soglia di povertà nel giro di pochi mesi. I bambini dell’Afghanistan non possono essere tenuti in ostaggio dalla politica. Le decisioni e le azioni intraprese oggi determineranno se questi bambini vivranno o moriranno, se soffriranno o prospereranno, e in definitiva, se il paese sopravviverà o decadrà.

I ragazzi e le ragazze con cui ho parlato hanno dei sogni, ma non possono realizzarli se continuano ad essere esclusi dalla scuola, se devono lavorare per strada, se si devono sposare in cambio di dote, se i loro genitori non hanno lavoro, o se muoiono di fame. Possiamo e dobbiamo fare di meglio per loro. L’UNICEF sta formando insegnanti, istituendo classi su base comunitaria, vaccinando i bambini contro le malattie infantili prevenibili, migliorando l’accesso all’acqua e ai servizi igienici e fornendo cure per la malnutrizione acuta grave. Abbiamo pagato incentivi in denaro per insegnanti e operatori sanitari, e fornito aiuti alle strutture sanitarie pubbliche in tutto il paese.

Le autorità intraprendano azioni concrete

Ma le agenzie come la nostra possono arrivare solo fino a un certo punto. La comunità internazionale e le autorità de facto devono trovare il modo di lavorare insieme, per il bene dei bambini. Esorto le autorità de facto a tradurre le loro promesse sui diritti delle donne e dei bambini in azioni concrete e permettere a tutte le ragazze di andare a scuola e a tutte le donne di tornare a lavorare – senza ulteriori ritardi. Le esorto a fare del loro meglio per rimettere in funzione i servizi, includendo il pagamento degli insegnanti, degli operatori sanitari e di altri dipendenti pubblici. Chiedo loro di garantire la sicurezza degli operatori contro la polio, che compiono un lavoro eroico e affrontano costanti minacce, come abbiamo visto ieri con la tragica uccisione di otto operatori contro la polio a Kunduz.

Esorto la comunità internazionale a trovare il modo di evitare qualsiasi condizione che impedisca l’accesso al supporto salvavita e che impedisca ai lavoratori in prima linea di essere pagati. Li esorto a concederci i fondi di cui abbiamo bisogno per aiutare i più vulnerabili. Siamo grati per il sostegno che abbiamo ricevuto, ma i bisogni sono enormi e abbiamo bisogno di ulteriori fondi. Il tempismo è essenziale. Più aspettiamo, peggio sarà per i bambini dell’Afghanistan“.

Cos’è l’European Digital Media Observatory

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Una delle armi utilizzate dalla Russia e dall’Ucraina per combattere la guerra in corso è quella della disinformazione e della propaganda. Dall’inizio del conflitto, l’European Digital Media Observatory ha intensificato il suo lavoro, con l’obiettivo di contrastare la disinformazione.

Ideato dalla Commissione Europea nella seconda metà del 2021, l’osservatorio è una rete di hub nazionali che analizzano i Social Media e i siti di informazione in otto Paesi dell’Unione Europea. L’European Digital Media Observatory, finanziato con 11 milioni di euro, si occupa anche di studiare gli effetti della disinformazione sulla società e di diffondere pratiche positive nell’utilizzo dei media digitali. Le attività di EDMO, quindi, si basano su 5 filoni:

  • mappare le organizzazioni di fact-checking in Europa e sostenerle promuovendo attività congiunte e transfrontaliere;
  • mappare, supportare e coordinare le attività di ricerca sulla disinformazione a livello europeo. Questo include anche la creazione e il regolare aggiornamento di un archivio globale di articoli scientifici sulla disinformazione;
  • costruire un portale pubblico che fornisca agli operatori dei media, agli insegnanti e ai cittadini informazioni e materiali volti ad aumentare la consapevolezza, a costruire la resilienza alla disinformazione online e a sostenere campagne di alfabetizzazione mediatica;
  • progettare un framework per garantire un accesso sicuro ai dati delle piattaforme per i ricercatori accademici che lavorano per comprendere meglio la disinformazione;
  • supportare le autorità pubbliche nel monitoraggio delle politiche messe in atto dalle piattaforme online per limitare la diffusione e l’impatto della disinformazione.

L’hub italiano

L’hub italiano è IDMO – Italian Digital Media Observatory. IDMO fa parte di una comunità multidisciplinare che riunisce ricercatori, fact-checkers e anche esperti di social media e narrative digitali. I partner del progetto, TIM, Rai, Gedi, l’università di Roma Tor Vergata, NewsGuard, Pagella Politica, T6 Ecosystem, uniscono forze ed expertise per combattere la disinformazione. Il ruolo di coordinamento dell’intero hub è affidato al Data Lab Luiss, centro di ricerca dell’università Luiss Guido Carli.

Gianni Riotta, direttore del Luiss DataLab, ha dichiarato che la disinformazione, negli ultimi mesi, è aumentata del 500% nel nostro Paese. Nel contesto internazionale, il 20% dei cittadini americani non crede alla scienza, il 50% dei cittadini britannici non crede alla stampa insieme, come il 48% degli americani e il 42% degli inglesi pensa che il governo menta. Paolo Gentiloni ha commentato la nascita dell’European Digital Media Observatory sostenendo che “la disinformazione mina le basi del normale dibattito democratico. L’Osservatorio è un elemento importante della nostra azione per promuovere la verifica dei fatti e migliorare la capacità di comprensione e contrasto della disinformazione online“.

“Operazione Porcospino”: la strategia per bloccare Putin

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La parola porcospino, oltre ad indicare il simpatico animaletto roditore, in senso figurato denota il carattere scontroso, intrattabile, irascibile di una persona. Il progetto degli Stati Uniti d’America per bloccare il tentativo russo di conquistare l’intera Ucraina è di alimentare la resistenza ucraina. Il paese dovrà diventare sempre più intrattabile, come un porcospino. Da qui il nome operazione porcospino.

Il giornalista Paolo Mastrorilli, nell’edizione di Repubblica di domenica 27 febbraio, ha pubblicato un messaggio proveniente da un’autorevole fonte dell’intelligence occidentale. Nel messaggio, si legge che “il piano di Vladimir Putin è rimuovere la presidenza ucraina entro fine febbraio, e stabilire un regime fantoccio basato sui ‘sostenitori’ interni. Ma potrebbe aver sottovalutato il consenso della resistenza nazionale che è emerso, anche nelle parti ucraine in lingua russa, per difendere il paese a tutti i costi. Si preannuncia una guerra sanguinosa. La risposta dell’Occidente sarà creare un’insurrezione, in caso di rovesciamento del governo“.

Le fortissime sanzioni emanate da USA, Unione Europea, Gran Bretagna e Giappone nei confronti della Russia hanno l’obiettivo alzare il più possibile il costo economico e di vite umane che Mosca dovrà sostenere per portare avanti l’occupazione dell’Ucraina. Secondo l’intelligence occidentale, Putin prevedeva un rovesciamento del governo di Zelensky entro al massimo 48 ore. Il suo piano è oramai fallito. Anche in caso di una conquista russa di Kiev e della presa del potere da parte di un governo filorusso, la guerra non cesserà. L’Occidente farà di tutto per sostenere la resistenza e per provocare un’insurrezione da parte della popolazione.

Il capo del Pentagono, Lloyd Austin, ha già annunciato che sta lavorando per addestrare e per fornire armi alla resistenza dai Paesi confinanti con l’Ucraina. Il presidente statunitense Biden ha chiesto al Congresso lo stanziamento di 6,4 miliardi per sostenere l’esercito ucraino e la resistenza.

Alberto Pizzolante

L’Unione Europea invierà aiuti militari all’Ucraina

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In una conferenza stampa, la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato un pacchetto di sanzioni contro la Bielorussia, contro la Banca Centrale Russia e contro alcuni media di Mosca. LʼAlto rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari esteri e la sicurezza, Josep Borrell, ha preannunciato l’invio di ingenti aiuti militari all’esercito ucraino.

Ursula von der Leyen: “Bloccheremo la macchina informativa della Russia nell’Unione Europea. Bloccheremo quindi anche la propaganda russa, la disinformazione tossica di Vladimir Putin. Colpiremo anche il regime di Lukashenko, complice della Russia. Introdurremo anche un pacchetto di sanzioni che colpiranno la Bielorussia e bloccheremo le loro importazioni. Introdurremo nei confronti della Bielorussia le stesse sanzioni vigenti sulle merci russe.

Vogliamo escludere le banche russe dal sistema Swift. Congeleremo anche tutti gli asset della Banca Centrale Russa. Accoglieremo a braccia aperte tutti gli ucraini che sono dovuti scappare dalla loro terra. Sono orgogliosa dell’accoglienza degli europei. Stiamo mobilitando, in questo momento, le nostre risorse per aiutare i paesi dell’est ad aiutare i profughi“.

Per la prima volta, l’UE invierà aiuti militari

Josep Borrell: “Stiamo assistendo ad una guerra che si sta svolgendo ai confini dell’Europa. Il presidente Putin sta affrontando l’identità del popolo ucraino. Si stanno uccidendo persone innocenti ma le forze armate dell’Ucraina stanno lottando senza paura per difendersi da questa invasione. Abbiamo un esercito, quello ucraino, che sta combattendo contro un invasore. Dobbiamo capire la gravità della situazione e i pericoli per la sicurezza globale. Putin ha allertato tutto il suo sistema nucleare. Il ministro degli Esteri ucraino ha chiesto più aiuti, più sanzioni per la Russia. Attiveremo una serie di misure di emergenza per inviare aiuti.

L’unione Europea, negli ultimi anni, non ha fornito armi ad uno stato estero durante una guerra. Ma questa è una guerra diversa, stiamo vivendo dei tempi che non hanno precedenti. Siamo davanti a una guerra che non finirà presto. Per la prima volta, l’Unione Europea fornirà attrezzatura letale a un paese terzo. Invieremo aiuti all’esercito ucraino in modo da poter rispondere a tutte le sue esigenze. Inoltre, più della metà delle riserve della Banca Centrale Russa saranno bloccate“.

Putin mette in allerta il sistema difensivo nucleare

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Il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, ha ordinato al comando militare di mettere in allerta le forze di deterrenza nucleare in ottica difensiva. In un incontro con il ministro della Difesa, Serghei Shoigu, e il capo di stato maggiore, Valeri Gerasimov, Putin ha ordinato la messa in “regime speciale di servizio da combattimento” delle forze di deterrenza dell’esercito russo. Tra queste vi sono anche le armi nucleari.

I Paesi occidentali non stanno solo intraprendendo azioni ostili contro il nostro Paese nella sfera economica, intendo quelle sanzioni di cui tutti sono ben consapevoli. Ma anche gli alti funzionari dei principali Paesi della Nato fanno dichiarazioni aggressive contro il nostro Paese“, ha spiegato Putin. L’ambasciatrice americana alle Nazioni Unite, Linda Thomas-Greenfield, ha dichiarato che la scelta di Putin “dimostra che il leader russo sta aggravando il conflitto in un modo che è inaccettabile“.

Si tenta di negoziare

Intanto, in Bielorussia si incontreranno le delegazioni russa e ucraina per dei colloqui di negoziazione. La scelta dell’Ucraina di inviare una delegazione in Bielorussia è giunta dopo una telefonata tra il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, e il presidente bielorusso, Aleksander Lukashenko. Il presidente Zelensky ha comunicato la decisione di far incontrare la delegazione ucraina con la delegazione russa “senza precondizioni al confine ucraino-bielorusso, vicino al fiume Pripyat. Alexander Lukashenko si è assunto la responsabilità di garantire che tutti gli aerei, elicotteri e missili di stanza sul territorio bielorusso rimangano a terra durante il viaggio, i colloqui e il ritorno della delegazione ucraina“.

Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha dichiarato che “non c’è niente di male nel parlare e se il risultato è la pace sarà la benvenuta. Ma non ci arrenderemo, non capitoleremo, non cederemo neanche un centimetro del nostro territorio. Non è questo l’obiettivo della nostra lotta. Kiev ascolterà ciò che la Russia ha da dire e discuterà del ritiro dei soldati russi dall’Ucraina per porre fine all’occupazione. Dopo diverse battute d’arresto subite dall’esercito russo, hanno annunciato di essere pronti a discutere senza precondizioni. Questa è una vittoria per l’Ucraina. Il blitz russo è fallito, non hanno raggiunto alcun importante obiettivo strategico. Stiamo sanguinando, ma stiamo infliggendo perdite disastrose ai russi“.

In mattinata, Zelensky aveva rifiutato l’offerta di negoziare in Bielorussia. “Certo, vogliamo la pace. Vogliamo incontrarci, vogliamo la fine della guerra. Varsavia, Bratislava, Budapest, Istanbul, Baku. Queste le città che abbiamo offerto alla parte russa”, aveva detto Zelensky. “Qualsiasi altra città va bene, qualsiasi paese dove i missili non volano“.

Claudia Venuti presenta “Pensavo fosse amore, invece era un caso umano”

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Nuovo appuntamento della rassegna culturale di Associazione Valentia in collaborazione con Like QuotidianoLunedì 28 febbraio 2022, alle ore 19, il Presidente nazionale dell’Associazione Valentia, Anthony Lo Bianco, dialogherà con Claudia Venuti, autrice del libro “Pensavo fosse amore, invece era un caso umano“, edito da Sperling & Kupfer. L’incontro è patrocinato dal Ministero della Cultura, dal Comune di Vibo Valentia, da Vibo Valentia Capitale italiana del Libro e da Regione Calabria.

Da piccola, Claudia collezionava figurine di calciatori. Da grande, si è ritrovata a raccogliere casi umani. Un album iniziato a ventitré anni e completato a trentatré. Un decennio di onorata carriera, in cui come una vera e propria calamita ha attirato ragazzi capaci di distruggere in ogni modo la sua definizione di amore. C’è quello con sette vite parallele, come i gatti, quello con disturbi della personalità più o meno evidenti. Quello con il piede in due scarpe, il narcisista e il manipolatore, quello pronto a tutto per conquistarla. Quello che ha bisogno di una badante piuttosto che di una fidanzata.

È così che Claudia ha finito per credere di non avere nessuna speranza di incontrare la persona giusta, arrivando addirittura a pensare che il problema fosse davvero lei. A un certo punto, però, ha trovato il coraggio di dire basta e, proprio nel momento in cui ha cominciato a vivere beatamente la sua solitudine, difendendo con le unghie e con i denti la sua libertà, ha incontrato davvero l’uomo della sua vita, proprio quell’unica volta in cui mai e poi mai si sarebbe sognata che fosse lui.

L’autrice

Claudia Venuti, di origini campane, vive da quando aveva quattordici anni a Rimini. È direttrice editoriale della sezione musica della testata The Soundcheck e responsabile dell’area letteratura dell’ufficio stampa Sound Communication. Studia presso la Scuola Superiore Europea di Counseling professionale. Inguaribile romantica e sognatrice cronica, ama la musica, i viaggi senza meta, scovare nuovi talenti e sottolineare frasi nei libri. Sempre alla ricerca di nuovi stimoli, la sua più grande passione è la scrittura. Dopo il successo della trilogia #PassiDiMia, Ho trovato un cuore a terra ma non era il mio è il suo primo romanzo pubblicato da Sperling & Kupfer.

La presentazione del libro sarà trasmessa in diretta sulla pagina Facebook di Like Quotidiano e sui canali Facebook e YouTube di Associazione Valentia.

L’Uomo dal Fiore in Bocca di Pirandello in scena al Menotti

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Perché la Donna Vestita di Nero ha bisogno dell’immaginazione per “rimanere attaccata alla vita”? E questa metafora perché sembra così comprensibile? Perché parla del dramma dell’assenza, quella percepita e quella reale (diverse?). È la chiave, forse, dello spettacolo L’Uomo dal Fiore in Bocca in scena al Teatro Menotti di Milano fino al 27 febbraio.

La pièce è un adattamento dell’originale e omonimo dramma in atto unico di Luigi Pirandello, L’uomo dal fiore in bocca. Espressione che si riferisce ad un epitelioma, un tumore della pelle, di cui l’uomo dovrà morire. Quanto gli rimane da vivere? Tanti giorni quanti sono i fili d’erba di un cespuglio scelto a caso da uno sconosciuto. Il dramma si consuma dunque tutto sull’uomo, sulla consapevolezza della morte imminente.

C’è però in Pirandello un personaggio evanescente, piccolo piccolo, quasi una nota di colore, la Donna Vestita di Nero. Chi è? La moglie dell’Uomo dal Fiore in Bocca e imminente vedova. Il riadattamento firmato da Francesco Zecca elimina completamente l’uomo dalla scena e fa prima attrice quella che era solo una comparsa, la Donna, la quale fa i conti con un perimetro chiamato assenza. E l’Uomo del titolo dov’è? Non c’è? No, non c’è, se non nelle parole di lei. Lui è già morto e lei, la Donna Vestita di Nero, una straordinaria Lucrezia Lante della Rovere, si attacca ai ricordi, ai dettagli, elabora il lutto, si emoziona, si contraddice, ricostruisce un’immagine di lui e di se stessa: invoca l’immaginazione per rimanere attaccata alla vita.

L’allestimento scenico è essenziale: un rettangolo a neon che delimita il selciato di un rettangolo minore, su cui posa un cappello. Un’evidente tomba, su cui la Donna Vestita di Nero si china a piantare fili d’erba, gli stessi che erano i giorni di vita di lui. Come? Lui è morto! Certo, ma siamo nello stadio del lutto.

La Donna cerca di ricomporre (ripiantando) la spaccatura della coscienza che non riesce a comprendere l’essenza della morte, ossia l’assenza stessa. Quando lui è in vita, la morte è l’imminenza della morte, inconcepibile fino in fondo, perché non ancora avvenuta. Quando lui è morto, la morte è realizzata, e allora c’è già da fare i conti con il dopo. Da questo inafferrabile, da questa inconcretezza che sgretola le cose della vita, la Donna Vestita di Nero cerca di tirare fuori dettagli, particolari, oggetti, tutto ciò che possa puntellare una nuova realtà. Ovviamente non basta, da qui lo scollamento, il paradosso dell’immaginazione come sostegno alla materialità del vivere.

Per il resto, il tempo corre, il pubblico del Teatro Menotti segue agevolmente Lante della Rovere, attrice dotata di un monologare magnetico. Le musiche sono sfruttate sapientemente nell’accompagnare tensioni e distensioni. Qualche dubbio solo sulla scelta della canzone di chiusura, peraltro meravigliosa, ma di cui forse non abbiamo sentito l’esigenza. Chissà cosa ne penserete voi, quando vedrete L’Uomo dal Fiore in Bocca, adattamento e regia di Francesco Zecca, con Lucrezia Lante della Rovere, una produzione Argot Produzioni e Pierfrancesco Pisani per Infinito Teatro.

Info su Teatro Menotti.

Buon teatro!

Federico Demitry

Guerra, il contributo militare dell’Italia

Durante l’audizione alla Camera dei Deputati di ieri, il Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, ha parlato del contributo militare dell’Italia nella crisi in corso tra Russia e Ucraina. “La nostra priorità oggi deve essere rafforzare la sicurezza del nostro continente – ha spiegato Draghi – e applicare la massima pressione sulla Russia perché ritiri le truppe e ritorni al tavolo dei negoziati. Dal punto di vista militare, la NATO si è già attivata“.

L’Alleanza Atlantica ha elaborato diverse fasi da mettere in atto in caso di un pericolo crescente di un’invasione russa nei Paesi confinanti con l’Ucraina. I piani, chiarisce il Presidente, “prevedono l’assunzione di una postura di ‘difesa’ e, in seguito di ‘ristabilimento della sicurezza’. Sono previsti due aspetti fondamentali: l’incremento delle forze dispiegate in territorio alleato, con il transito delle unità militari sotto la catena di comando e controllo del Comandante Supremo Alleato in Europa; e l’utilizzo di regole d’ingaggio predisposte per un impegno immediato“.

Le forze italiane che prevediamo essere impiegate dalla NATO sono costituite da unità già schierate in zona di operazioni. Circa 240 uomini attualmente schierati in Lettonia, insieme a forze navali, e a velivoli in Romania. È previsto anche l’impiego di ulteriori unità “che saranno attivate su richiesta del Comando Alleato. Per queste, siamo pronti a contribuire con circa 1400 uomini e donne dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica, e con ulteriori 2000 militari disponibili. Le forze saranno impiegate nell’area di responsabilità della NATO. Non c’è nessuna autorizzazione implicita dell’attraversamento dei confini“.

Schieramento di truppe e aiuti militari

Quindi, oltre ai 240 militari attualmente impiegati, il contributo militare dell’Italia sarà di ulteriori 3400 unità. “L’Italia e la NATO vogliono trasmettere un messaggio di unità e solidarietà alla causa ucraina e di difesa dell’architettura di sicurezza europea“, ha aggiunto Draghi durante il suo intervento alla Camera. Quello italiano non sarà un intervento in territorio ucraino, bensì un rafforzamento dei confini a nord e a sud dell’Ucraina. Probabilmente, i nostri militari opereranno in Lettonia, Lituania, Romania, Ungheria e Slovacchia.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato la spesa di 12 milioni per l’invio all’Ucraina di mezzi ed equipaggiamenti militari di protezione, non letali e a titolo gratuito. Il governo ha potenziato, con un milione di euro per il 2022, l’Unità di crisi del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. L’Esecutivo ha stanziato 10 milioni di euro per rafforzare la protezione degli uffici all’estero e del relativo personale. È stato dichiarato lo stato di emergenza che consente l’intervento all’estero per iniziative di protezione civile. Per quest’attività, sono stati destinati 3 milioni di euro.

Kiev continua a resistere: “Stiamo fermando l’orda russa”

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Questa notte, le forze armate ucraine hanno respinto un attacco notturno dei soldati russi su Victory Avenue, una delle principali arterie di Kiev. Sono state più di cinquanta le esplosioni segnalate. Colpite, in particolare, le aree di Shulyavka, il territorio limitrofo allo zoo di Kiev e la stazione della metropolitana Beresteiska. “Stiamo fermando l’orda nel miglior modo possibile, la situazione a Kiev è sotto il controllo delle forze armate ucraine e dei nostri cittadini“, ha affermato il segretario del Consiglio di sicurezza ucraino, Oleksiy Danilov.

L’Ucraina sostiene di aver abbattuto un aereo russo Ilyushin Il-76 con dei paracadutisti a bordo nell’area di Vasilkov. “Questa sarà la notte più difficile. Il nemico andrà dappertutto. Dobbiamo resistere. La notte sarà molto dura, ma arriverà l’alba. Il nemico userà tutta la sua potenza su tutti i fronti per rompere la nostra difesa. Non possiamo perdere la capitale. Il nostro destino si decide stanotte“, aveva detto ieri sera il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un discorso alla nazione.

Il portavoce del Presidente ucraino ha aperto all’ipotesi di un cessate il fuoco: “L’Ucraina era e resta pronta a parlare di cessate il fuoco e di pace. Questa è la nostra immutata posizione. Accettiamo l’offerta del presidente russo. In questo momento, le parti stanno discutendo il luogo e la data pertenere questo processo negoziale. Prima i negoziati cominciano, più chance ci saranno di tornare alla vita normale“. La Russia si era resa disponibile “a inviare a Minsk una delegazione russa per negoziati con una delegazione ucraina“. Tuttavia, in un secondo momento il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, ha chiesto ai soldati russi di ribellarsi a Zelensky e alla sua “banda di drogati e neonazisti” e di prendere il potere.

“Mi servono munizioni, non un passaggio”

Zelensky ha respinto la proposta degli Stati Uniti, che si sono resi disponibili ad aiutare il presidente dell’Ucraina a lasciare Kiev per evitare di essere catturato o ucciso dalle forze russe. “La battaglia è qui. Mi servono munizioni, non un passaggio“, ha dichiarato il Presidente. Le perdite ucraine sarebbero circa 300, tra cui 57 civili. Sono circa 450 i combattenti russi uccisi. Il Pentagono conta più di 200 missili piovuti in tutto il Paese. Il sindaco di Kiev Klitschko dichiara che la città è in assetto difensivo: 18mila fucili sono stati consegnati ai volontari che combattono nella resistenza. 

“Il mercato dei saltimbanchi”, il teatro popolare a Milano

Nuova edizione del festival Le mille e una piazza, l’iniziativa di Atelier Teatro che porta il teatro popolare dalle periferie al centro di Milano. Atelier Teatro è un’associazione culturale, una compagnia teatrale, ma soprattutto “un modo di pensare il teatro”. Da dieci anni crea spettacoli e forma le professionalità del teatro. Centrali nella proposta di Atelier sono anche percorsi pedagogici e seminari specifici, momenti di lavoro e scambio finalizzati a un ampliamento delle capacità creative ed espressive. La compagnia è impegnata in progetti sociali di promozione della cultura teatrale: incontri e laboratori nelle scuole, attività sul territorio, spettacoli e conferenze.

La nuova edizione de Le mille e una piazza, intitolata Il mercato dei saltimbanchi, si svolgerà dal 25 febbraio, tredicesima Giornata Mondiale della Commedia dell’Arte, al 6 marzo. Tante le novità per il festival che riporta in piazza la Commedia dell’Arte, tra classici e riletture originali, con spettacoli gratuiti. Il festival conferma l’abituale attenzione alle periferie e propone un’inedita incursione nel centro storico, nel magico contesto di Piazza dei Mercanti. Nelle prime due edizioni, l’iniziativa ha portato trenta spettacoli gratuiti di teatro popolare in altrettanti luoghi di aggregazione (giardini urbani e piazze) della periferia milanese.

In questa prima sessione del 2022, saranno protagoniste le piazze dei mercati coperti della città. La compagnia intende valorizzarli come luoghi di scambio, socialità e incontro, ripercorrendo la storia del teatro italiano. Infatti, nei mercati sono nati Arlecchino, Pulcinella, Colombina, Pantalone e tutte le grandi maschere dell’unica forma d’arte popolare del rinascimento: la Commedia dell’Arte, rinascita del teatro professionale in Europa.

Il 25 febbraio la prima conferenza-spettacolo

Il mercato dei saltimbanchi è realizzato con il patrocinio del Comune di Milano, il sostegno dei Municipi 1, 2, 3, 4, 5, 8 e 9, e la collaborazione con le associazioni di territorio CISTÀ, Made in Corvetto, NoLo4Kids, La città del sole – Amici del Parco Trotter ODV e l’Oratorio Santa Maria Madre della Chiesa di Gratosoglio. Rinnovata la collaborazione con il maestro Carlo Boso, (Piccolo Teatro di Milano, Tag Teatro di Venezia, A.I.D.A.S. di Versailles). La manifestazione avrà un padrino d’eccezione. Si tratta dell’Arlecchino per antonomasia del Piccolo Teatro, Ferruccio Soleri, che presenzierà all’evento di chiusura del festival, il 6 marzo dopo gli spettacoli.

Il primo appuntamento è per il 25 febbraio, tredicesima Giornata Mondiale della Commedia dell’Arte, alle 20.30 alla Fabbrica del Vapore. Si tratta di una conferenza-spettacolo sui tipi e le maschere di Commedia, presentata in collaborazione con l’attore Giacomo Bisceglie, la mascheraia Alessandra Faienza (Kyklos Lab) e la compagnia Atelier Teatro.

Per promuovere la partecipazione alle rappresentazioni, prima di ogni spettacolo, le compagnie animeranno la vita dei quartieri con parate in maschera, cantate e suonate. In questo importante momento di condivisione gli attori si inseriranno nel tessuto urbano generando stupore e divertimento con l’incontro tra le maschere del carnevale e quelle della Commedia dell’Arte. Per accedere agli spettacoli, sarà necessario effettuare la prenotazione ed essere in possesso del pass sanitario. Nei prossimi giorni, pubblicheremo il programma completo del festival. Per aggiornamenti, prenotazioni e ulteriori dettagli, scrivere a info.atelierteatro@gmail.com o telefonare al 3395747006.