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Siria, 13mila bambini uccisi o feriti in 11 anni

Sono passati 11 anni dall’inizio della guerra in Siria. In totale, il numero di bambini uccisi o feriti dall’inizio della crisi è di 13.000. Solo lo scorso anno, circa 900 bambini hanno perso la vita o sono stati feriti. Secondo l’UNICEF, nel 2021 circa un terzo di tutti i ferimenti e delle morti è causato da mine antiuomo, da residuati bellici esplosivi e da ordigni inesplosi. Lo scorso anno, un terzo dei bambini in Siria ha mostrato segnali di stress psicologico: ansia, tristezza, stanchezza e difficoltà ad addormentarsi. In Siria e nei paesi confinanti 5,8 milioni di bambini hanno bisogno di assistenza umanitaria. Più di 14,6 milioni di siriani, di ogni età, hanno bisogno di assistenza umanitaria. Gli sfollati interni sono 5,3 milioni.

L’UNICEF ha fornito a 220.892 bambini servizi di salute mentale e supporto psicosociale attraverso spazi a misura di bambino e team mobili. La formazione sul rischio di ordigni esplosivi ha raggiunto più di 874.400 bambini. Il programma UNICEF di protezione sociale per i bambini con disabilità, iniziato nel 2016, ha raggiunto 11.639 bambini nel 2021. “Circa 5 milioni di bambini sono nati in Siria dal 2011. Non conoscono altro che guerra e conflitto. In molte parti della Siria, continuano a vivere con la paura di violenze, mine e residuati bellici esplosivi” ha dichiarato Bo Viktor Nylund, Rappresentante dell’UNICEF in Siria. “Come tutti i bambini, anche quelli con disabilità hanno il diritto di essere seguiti e sostenuti. L’UNICEF rimane impegnato a sostenere questi bambini, senza stigmatizzazione e ovunque si trovino nel paese“.

La storia di Maram

Maram aveva 4 anni quando ha perso una gamba. Oggi ne ha 12 e non ha vissuto un solo giorno di pace. Ha sviluppato una crescente paura per i rumori forti. Quando ha compiuto 7 anni, ha iniziato ad andare a scuola. Alcuni compagni la prendevano in giro a causa delle stampelle e per questo ha cominciato ad assentarsi sempre più spesso. “Mamma, se mangerò le verdure, mi crescerà di nuovo il piede?“, chiedeva Maram a sua madre. La ragazza è riuscita ad avere una protesi attraverso una ONG e, da quel momento, si è sentita più a suo agio. Poco dopo, ha iniziato a visitare un centro supportato dall’UNICEF, vicino casa. Dopo aver iniziato a frequentare il centro, il suo atteggiamento nei confronti della scuola è iniziato a cambiare. Ha riacquistato fiducia in sé stessa ed è stata entusiasta di riprendere a studiare.

Due milioni di euro per sostenere gli artisti ucraini

Il Ministro della Cultura, Dario Franceschini, ha firmato un decreto a sostegno degli artisti ucraini. Il provvedimento, infatti, destina 2 milioni di euro a 20 fondazioni culturali italiane. Il finanziamento è finalizzato alla realizzazione di residenze artistiche per artisti ucraini. Un intervento che si somma alla decisione già assunta dal Governo italiano di offrire all’Ucraina i mezzi per la ricostruzione del Teatro di Mariupol. “Un sostegno concreto alle artiste e agli artisti ucraini che in queste ore drammatiche stanno fuggendo dalla guerra per trovare rifugio in Italia. Consentire loro di proseguire a svolgere il proprio lavoro creativo è infatti un gesto doveroso di solidarietà. Nel segno di una cultura che davvero unisce il mondo“. Queste le parole del Ministro.

I 2 milioni di euro delle risorse dedicate sono ripartiti in quote da 100.000 euro per 20 fondazioni. Le fondazioni beneficiarie sono: MAXXI, Biennale di Venezia, Triennale di Milano, Quadriennale di Roma, Museo delle antichità egizie di Torino, Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, Accademia Nazionale di S. Cecilia di Roma, Arena di Verona, Petruzzelli e Teatri di Bari, Teatro alla Scala di Milano, Teatro Carlo Felice di Genova, Teatro Comunale di Bologna, Teatro dell’Opera di Roma, Teatro di San Carlo di Napoli, Teatro la Fenice di Venezia, Teatro Lirico di Cagliari, Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, Teatro Maggio Musicale Fiorentino, Teatro Massimo di Palermo e Teatro Regio di Torino.

Ogni giorno 700 bambini muoiono di diarrea

In occasione della Giornata Mondiale dell’acqua, tenutasi ieri, l’UNICEF ha pubblicato un rapporto secondo il quale ogni giorno più di 700 bambini sotto i 5 anni muoiono di diarrea. La causa è legata all’inadeguatezza dell’acqua bevuta e dei servizi igienico-sanitari. La situazione è particolarmente preoccupante nelle zone di guerra. Lì, infatti, secondo UNICEF l’acqua non sicura è mortale quanto i proiettili, e non solo perché causa diarrea. In media, i bambini sotto i 15 anni che vivono in un conflitto hanno una probabilità di tre volte maggiore di morire per malattie legate all’acqua non sicura che per la violenza diretta. Per i bambini più piccoli, la situazione è peggiore. I bambini sotto i 5 anni hanno una probabilità 20 volte maggiore di morire per l’acqua non sicura, a causa della diarrea e non solo.

In guerra, gli attacchi ai sistemi idrici hanno un impatto diretto sui bambini. Quando il flusso di acqua pulita si interrompe, i bambini sono costretti a dipendere da acqua non sicura. A maggio 2021, l’UNICEF ha analizzato le condizioni dell’acqua in 9 Paesi in guerra. Questi sono la Repubblica Centrafricana, l’Iraq, la Libia, la Palestina, il Pakistan, il Sudan, la Siria, l’Ucraina e lo Yemen. In questi Paesi, quasi 48 milioni di persone non disponevano di acqua sicura e di servizi igienico-sanitari adeguati.

La situazione in Ucraina

L’Ucraina orientale aveva registrato 380 attacchi alle infrastrutture idriche dal 2017 fino a maggio 2021. Da febbraio 2022, l’UNICEF e la ONG locale “Friends Hands” hanno distribuito acqua in bottiglia, kit igienici per le famiglie, pannolini per bambini, kit igienici e disinfettanti per le mani in 17 località degli oblast di Donetsk e Luhansk.

Altri dati sulla situazione idrica mondiale

Secondo l’UNICEF, il 74% delle calamità naturali avvenute tra il 2001 e il 2018 sono state correlate all’acqua. Tra queste, le principali sono siccità e inondazioni. Circa 450 milioni di bambini vivono in aree ad alta o estremamente alta vulnerabilità idrica. Quindi, i bambini non hanno abbastanza acqua per soddisfare le loro esigenze quotidiane. Il dato è in costante aumento. Si stima che entro il 2040, quasi 1 bambino su 4 vivrà in aree a stress idrico estremamente elevato. Al momento, in Africa, 418 milioni di persone non hanno ancora un livello base di servizi di acqua potabile, 779 milioni non hanno servizi sanitari di base (bagni) e 839 milioni non hanno ancora servizi igienici di base (strutture per lavarsi le mani).

Nel 2021, l’UNICEF ha raggiunto 34 milioni di persone nel mondo con acqua potabile per consumo domestico o igiene personale.

Draghi: “L’Italia vuole l’Ucraina nell’Unione Europea”

Questa mattina il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha rivolto un discorso alle Camere riunite del Parlamento italiano. Pubblichiamo la risposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, alle parole di Zelensky.

A nome del Governo e mio personale, voglio ringraziare il Presidente Zelensky per la sua straordinaria testimonianza. Dall’inizio della guerra, l’Italia ha ammirato il coraggio, la determinazione, il patriottismo del Presidente Zelensky e dei cittadini ucraini. Il vostro popolo è diventato il vostro esercito, lei ha detto. L’arroganza del Governo russo si è scontrata con la dignità del popolo ucraino, che è riuscito a frenare le mire espansionistiche di Mosca e a imporre costi altissimi all’esercito invasore. La resistenza di Mariupol, Kharkiv, Odessa – e di tutti i luoghi su cui si abbatte la ferocia del Presidente Putin – è eroica.

Oggi l’Ucraina non difende soltanto se stessa. Difende la nostra pace, la nostra libertà, la nostra sicurezza. Difende quell’ordine multilaterale basato sulle regole e sui diritti che abbiamo faticosamente costruito dal dopoguerra in poi. L’Italia vi è profondamente grata. La solidarietà mostrata dagli italiani verso il popolo ucraino è enorme. Penso agli aiuti sanitari, alimentari, e di ogni genere che i nostri concittadini hanno inviato da subito verso l’Ucraina. E penso all’accoglienza dei rifugiati – oltre 60.000 dall’inizio della guerra, la maggior parte dei quali donne e minori. Gli italiani hanno spalancato le porte delle proprie case e delle scuole ai profughi ucraini, con quel senso di accoglienza che è l’orgoglio del nostro Paese. Continueremo a farlo, grazie al lavoro incessante e alla grande professionalità delle Regioni, dei Comuni, della Protezione Civile, degli enti religiosi, di tutti i volontari. Perché davanti all’inciviltà l’Italia non intende girarsi dall’altra parte.

Pronti a fare ancora di più

Il Governo e il Parlamento sono in prima fila nel sostegno all’Ucraina. Sin da subito, abbiamo offerto aiuti finanziari e umanitari e abbiamo risposto, insieme ai partner europei, alle richieste del Governo ucraino di assistenza per difendersi dall’invasione russa. Siamo pronti a fare ancora di più. Abbiamo attivato corridoi speciali per i minori orfani e ci siamo impegnati in particolare per il trasferimento di persone fragili e malate. Voglio ringraziare di nuovo il Parlamento – la maggioranza e il principale partito di opposizione – per aver approvato queste misure con unità e convinzione.

Nel decreto approvato venerdì, abbiamo poi stanziato nuovi fondi per finanziare lo sforzo di accoglienza verso i cittadini ucraini. Vogliamo aiutare i rifugiati non solo ad avere una casa, ma anche a trovare un lavoro e a integrarsi nella nostra società. Come hanno fatto i 236.000 ucraini che già vivono in Italia, a cui va ancora una volta tutta la mia vicinanza. Le sanzioni che abbiamo concordato insieme ai nostri partner europei e del G7 hanno l’obiettivo di indurre il Governo russo a cessare le ostilità e a sedersi con serietà, soprattutto con sincerità, al tavolo dei negoziati. Davanti alla Russia che ci voleva divisi, ci siamo mostrati uniti – come Unione Europea e come Alleanza Atlantica. Finora, queste sanzioni hanno colpito duramente l’economia e i mercati finanziari della Russia, e i patrimoni personali delle persone più vicine al Presidente Putin. In Italia abbiamo congelato beni per oltre ottocento milioni di euro agli oligarchi colpiti dai provvedimenti dell’Unione Europea.

L’Italia vuole l’Ucraina nell’Unione Europea.

Siamo anche impegnati per diversificare le nostre fonti di approvvigionamento energetico, così da superare in tempi molto rapidi la nostra dipendenza dalla Russia. Allo stesso tempo, vogliamo disegnare un percorso di maggiore vicinanza dell’Ucraina all’Europa. Nelle scorse settimane è stato sottolineato come il processo di ingresso nell’Unione Europea sia lungo, fatto di riforme necessarie a garantire un’integrazione funzionante. Voglio dire al Presidente Zelensky che l’Italia è al fianco dell’Ucraina in questo processo. L’Italia vuole l’Ucraina nell’Unione Europea.

Quando l’orrore e la violenza sembrano avere il sopravvento, proprio allora dobbiamo difendere i diritti umani e civili, i valori democratici. A chi scappa dalla guerra, dobbiamo offrire accoglienza.
Di fronte ai massacri, dobbiamo rispondere con gli aiuti, anche militari, alla resistenza. Al crescente isolamento del Presidente Putin, dobbiamo opporre l’unità della comunità internazionale. L’Ucraina ha il diritto di essere sicura, libera, democratica. L’Italia – il Governo, il Parlamento, e tutti i cittadini – sono con voi, Presidente Zelensky. Grazie.

Il discorso di Volodymyr Zelensky al Parlamento italiano

Questa mattina il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha rivolto un discorso alle Camere riunite del Parlamento italiano. Pubblichiamo integralmente il suo intervento.

Grazie. Egregi signori presidenti delle Camere, egregio signor primo ministro Draghi, signore e signori senatori e deputati, caro popolo italiano, oggi ho parlato con Sua Santità papa Francesco e lui ha detto parole molto importanti: “Capisco che voi desiderate la pace, capisco che dovete difendervi, i militari difendono i civili, difendono la propria patria, ognuno la difende”. E io ho risposto che il nostro popolo è diventato l’esercito, quando ha visto che male porta con sé il nemico, quanta devastazione lascia dietro di sé e quanto spargimento di sangue vuole vedere.

Una settimana fa ho parlato durante un incontro a Firenze con una decina di città europee e ho chiesto a tutti gli italiani e tutti gli europei di ricordare il numero 79. 79 erano i bambini uccisi in quel momento in Ucraina. Adesso sono 117. Ancora altri 38 bambini in questi giorni. Questo è il prezzo del procrastinare con la pressione sulla Russia per far fermare questa guerra Ci sono migliaia di feriti, decine di migliaia di famiglie distrutte, centinaia di migliaia di vite distrutte come il loro futuro, milioni di case abbandonate e tutto questo è iniziato da una persona.

Mariupol, grande come Genova, è stata distrutta

Nei quartieri e nelle città seppelliscono i morti nelle fosse comuni, nei parchi. Questo succede nel 2022 e noi sappiamo che ogni giorno di guerra porterà via altre vite dei nostri bambini. 117 non è il numero finale, perché l’invasione russa sta distruggendo le famiglie e le vite dei nostri cittadini. La guerra continua, i missili russi, l’aviazione, l’artiglieria non smettono di uccidere. Le città ucraine vengono distrutte, alcune sono completamente distrutte, come Mariupol, sulla costa del mare d’Azov, dove c’erano circa mezzo milione di persone come nella vostra città di Genova dove sono stato. A Mariupol non c’è più niente, solo rovine.

Immaginate una Genova completamente bruciata dopo tre intere settimane di assedio, di bombardamenti, di spari che non smettono neanche un minuto. Immaginate la vostra Genova dalla quale scappano le persone a piedi con le macchine, con i pullman, per arrivare dove è più sicuro. Io parlo da Kiev, dalla nostra capitale, dalla città che per la nostra Nazione è altrettanto importante come lo è Roma per tutto il mondo. Da Kiev inizia la grande cultura di un grande popolo e adesso noi siamo al limite della sopravvivenza. Kiev ha vissuto sulla sua storia delle guerre feroci e dopo tutte queste tragedie c’è bisogno di vivere in pace. In una pace continua ed eterna, come dev’essere a Roma e in qualsiasi altra città del mondo.

Ma a Kiev abbiamo ogni giorno le sirene, ogni notte cadono le bombe e i missili vicino a Kiev, nelle città nei dintorni ci sono diverse truppe dell’esercito russo che torturano, violentano rapiscono i bambini, distruggono, e con i camion portano via anche i nostri beni. Questo è stato fatto in Europa per l’ultima volta dai nazisti quando stavano occupando altri Paesi. L’esercito russo è riuscito addirittura a minare anche il mare vicino ai nostri porti. Questo diventa un pericolo per le coste vicine e per i paesi vicini perché le mine possono arrivare fino a loro.

L’obiettivo di Putin è di influenzare l’Europa

Signori, popolo italiano, bisogna fare il possibile per garantire la pace. La guerra è stata organizzata per decine di anni da una sola persona, guadagnando tantissimi soldi sull’esportazione di petrolio e gas, utilizzando questi soldi per la guerra e non solo contro l’Ucraina perché il loro obiettivo è l’Europa: è influenzare le vostre vite, avere il controllo sulla vostra politica, distruggere i vostri valori, la democrazia, i diritti dell’uomo, la libertà. L’Ucraina è il cancello per l’esercito russo. Loro vogliono entrare in Europa. Ma la barbarie non deve entrare. Dovete ricordare che gli ucraini sono stati vicini a voi durante la pandemia, perché voi ne avevate bisogno e noi abbiamo inviato i nostri medici.

Anche gli italiani ci hanno dato il loro sostegno quando abbiamo avuto l’alluvione, ci avete sostenuto velocemente e sinceramente senza chiedere niente in cambio. Noi lo apprezziamo moltissimo. Tuttavia l’invasione dura da 27 giorni, praticamente un mese. Perciò abbiamo bisogno di altre sanzioni, di altre pressioni affinché la Russia non cerchi le riserve militari o i guerrieri in Libia o in Siria ma cerchi la pace, affinché una sola persona cerchi la pace. Le conseguenze di questa guerra si sentono in diverse parti del mondo e non solo dell’Europa. Quindi parliamo anche della fame che si sta avvicinando per diversi Paesi. L’Ucraina è sempre stata uno degli esportatori di viveri più grandi e più importanti. Ma come possiamo seminare sotto l’artiglieria russa? Come possiamo coltivare quando il nostro nemico distrugge i nostri campi, distrugge il nostro combustibile? Non sappiamo come avremo i raccolti e se possiamo esportare.

Colpire gli oligarchi russi

Non possiamo esportare il mais, l’olio, il frumento e altri prodotti assolutamente necessari per la vita e questo riguarda anche i nostri vicini attraverso il mare. I prezzi stanno crescendo, decine di milioni di persone avranno bisogno di aiuto di fronte alle vostre coste. Signore e signori, popolo italiano, voi conoscete bene gli ucraini e conoscete un popolo che non ha mai voluto la guerra, un popolo europeo quanto lo siete anche voi. Voi sapete chi ha portato la guerra in Ucraina, voi lo sapete bene chi ordina di combattere, chi fa la propaganda di guerra. Tutti quanti gli oligarchi russi utilizzano l’Italia come luogo per le loro vacanze. Non dovete essere il luogo che accoglie queste persone, dobbiamo bloccare e congelare tutti i loro immobili, i loro conti, i loro yacht da Scheherazade fino ai più piccoli, dobbiamo congelare tutti i beni di tutti quanti, di tutti quelli che in Russia hanno la forza di decidere.

Dobbiamo usare le sanzioni per la pace, dovete sostenere anche l’embargo contro le navi russe che entrano nei vostri porti e non dovete assolutamente permettere eccezioni per qualsiasi banca russa. Dovete fermare la crisi alimentare, dovete fermare le uccisioni perché la guerra deve finire al più presto per proteggere le famiglie ucraine. Dobbiamo far tornare la pace, bonificare dalle mine il territorio e ricostruire l’Ucraina dopo la guerra insieme a voi, all’Italia, all’Europa, insieme all’Unione Europea. Prima della guerra ho visitato spesso il vostro Paese e apprezzo moltissimo la vostra ospitalità, la vostra sincerità e a volte anche la vostra forza nelle relazioni perché ho visto cosa sono le vostre famiglie, cosa significano i figli, cosa significa la vita per voi.

Il ringraziamento all’Italia

Voglio ringraziarvi per il vostro aiuto agli ucraini, perché accogliete le persone che si salvano dalla guerra. Oggi in Italia ci sono più di 70.000 dei nostri concittadini che sono stati costretti a fuggire dalla guerra, di cui più di 25.000 sono bambini. Molti di loro sono stati accolti direttamente nelle famiglie e anche forse nelle famiglia dei presenti qui in sala. In Italia è nato il primo bambino ucraino la cui madre è scappata dalla guerra. Decine di bambini ucraini con contusioni e ferite sono nei vostri ospedali e noi vi siamo molto grati. Aspettiamo quando potranno tornare in un’Ucraina di pace. Voi potete aiutare.

Di sicuro dal primo giorno di questa guerra voi avete condiviso con noi il nostro dolore e aiutate di cuore gli ucraini e gli ucraini ricorderanno sempre il vostro calore, il vostro coinvolgimento e la vostra forza che deve fermare una sola persona, una sola, affinché ne sopravvivano milioni.

Gloria all’Ucraina e grazie all’Italia».

Gli interventi del Governo su bollette e accise carburanti

Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge che introduce misure urgenti per contrastare gli effetti economici della crisi ucraina. Il provvedimento riguarda il contenimento dell’aumento dei prezzi dell’energia, la diminuzione delle accise sui carburanti, i sostegni alle imprese e l’accoglienza umanitaria. In totale, le misure ammontano a 4,4 miliardi di euro. Come ha spiegato il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, “a differenza degli scorsi provvedimenti, gran parte degli interventi di oggi non sono finanziati dal bilancio pubblico, ma dalle aziende del comparto energetico. Tassiamo una parte degli straordinari profitti che i produttori stanno facendo grazie all’aumento dei costi delle materie prime, e redistribuiamo questi soldi alle imprese e alle famiglie in difficoltà“.

Accise

Per ciò che riguarda i prezzi del carburante, si è stabilita una riduzione delle accise sulla benzina e sul gasolio di 25 centesimi di euro al litro per un periodo di 30 giorni dalla data di entrata in vigore del provvedimento. Inoltre, per il 2022 l’importo del valore di buoni benzina ceduti a titolo gratuito da aziende private ai lavoratori dipendenti, nel limite di 200 euro per lavoratore, non concorre alla formazione del reddito.

Bonus bollette

Sul tema energia elettrica e gas, per il periodo 1 aprile – 31 dicembre 2022, il valore ISEE di accesso ai bonus sociali elettricità e gas è pari a 12.000 euro. Questo permette di includere 1,2 milioni famiglie in più rispetto al provvedimento precedente, permettendo a 5,2 milioni di famiglie di accedere al bonus. Le imprese possono godere di alcuni crediti d’imposta. Inoltre, le imprese possono richiedere ai propri fornitori di energia la rateizzazione degli importi dovuti per i consumi relativi ai mesi di maggio 2022 e giugno 2022. Il numero massimo di rate mensili non può essere superiore a 24. Per sostenere le specifiche esigenze di liquidità derivanti dai piani di rateizzazione, SACE S.p.A. rilascerà garanzie in favore di banche e di istituzioni finanziarie nazionali. Il limite dell’impegno di SACE è fissato a 9 miliardi di euro.

Il settore dell’autotrasporto

Il decreto istituisce il Fondo per il sostegno del settore dell’autotrasporto. Il fondo ha l’obiettivo di mitigare gli effetti economici derivanti dagli aumenti eccezionali dei prezzi dei carburanti. La dotazione è di circa 500 milioni di euro per il 2022. Sono anche rifinanziati i contributi per incentivare il trasporto delle merci via mare e attraverso le ferrovie. Sono stanziati 15 milioni di euro per l’anno 2022 al Comitato centrale per l’Albo degli autotrasportatori. Esso provvede, tra l’altro, a erogare alle imprese le risorse a titolo di riduzione dei pedaggi autostradali. Per l’anno 2022, le imprese di trasporto merci per conto terzi, godranno dell’esonero dal versamento del contributo all’Autorità di regolazione dei trasporti. La misura comporta per il settore un risparmio complessivo di circa 1,4 milioni di euro. Ne beneficeranno circa 3.114 imprese di autotrasporto merci. 

Giornata delle vittime da Coronavirus, le parole di Mattarella

Pubblichiamo il messaggio rilasciato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia da Coronavirus.

La data del 18 marzo 2020 rimane incisa nella memoria degli italiani. Una immagine, quella dei mezzi militari che a Bergamo trasportavano le vittime falcidiate da un virus allora ancora sconosciuto, che racchiudeva il dramma dell’intera pandemia. Alla memoria delle vittime del Coronavirus ci inchiniamo. Nel dolore dei loro familiari si riconosce l’intera comunità nazionale.

Lo smarrimento dinanzi a una minaccia così insidiosa ha lasciato in breve tempo spazio a una reazione tenace. Fatta di coraggiose scelte collettive e di avveduti comportamenti individuali, che ci ha consentito di affrontare una sfida senza precedenti nella storia recente dell’umanità. La Repubblica è fortemente impegnata a garantire i ritmi di una rinnovata vita della nostra comunità, senza dimenticare la lezione di quanto è avvenuto.

In questa giornata simbolica che il Parlamento ha scelto di istituire abbiamo l’occasione per ricordare i tanti che non ci sono più e, insieme, l’apporto di quanti hanno contribuito alla salvaguardia della salute collettiva, al funzionamento dei servizi essenziali. Scienziati e ricercatori, medici, infermieri, personale sanitario, pubblici amministratori, donne e uomini della Protezione civile, militari e forze dell’ordine, volontari, hanno costituito un caposaldo su cui abbiamo potuto contare.

A tutti loro va quindi la nostra gratitudine. Lo spirito di sacrificio, la consapevolezza di sentirsi responsabili gli uni degli altri, che la stragrande maggioranza dei nostri concittadini ha dimostrato di possedere, costituiscono un patrimonio prezioso per le sfide che il Paese si trova ad affrontare, da non disperdere.

Conflitto Russia-Ucraina tra Governo e Parlamento

Ripercorriamo le azioni del Governo e del Parlamento in queste settimane in merito al conflitto tra Russia e Ucraina.

Decreto Ucraina

In data 25 febbraio il Consiglio dei ministri ha approvato un primo decreto Ucraina. A seguire i contenuti:

  • Stato di emergenza per intervento all’estero per tre mesi. È uno stato di emergenza diverso da quello dichiarato per emergenza sanitaria, che termina il 31 marzo. Solo in questo modo l’Italia può intervenire tempestivamente nelle iniziative di protezione civile in Ucraina, come ad esempio operazioni di soccorso e assistenza alla popolazione interessata.
  • Dieci milioni di euro per potenziare le funzionalità delle sedi diplomatiche italiane all’estero. 1,1 milioni per rafforzare l’Unità di crisi tramite mezzi informatici.
  • Proroga per il 2022 delle operazioni NATO, che includono la presenza rafforzata in Lettonia, la sorveglianza aerea in Romania e la sorveglianza navale nel Mediterraneo orientale e nel Mar Nero.
  • Potenziate le unità di rinforzo immediato (IFFG) e le forze ad alta prontezza (VJTF).
  • Cessione gratuita al governo ucraino di mezzi di equipaggiamento militare non letali.

Decreto Ucraina Bis

In data 28 febbraio è stato approvato un nuovo decreto, in cui viene trattato anche il tema dell’energia. A seguire i contenuti:

  • Stato di emergenza per intervento all’estero valido fino a 31 dicembre 2022.
  • Dieci milioni di euro per il Fondo emergenze nazionali.
  • Il Ministero della Difesa potrà cedere all’Ucraina nuovi equipaggiamenti militari, previa risoluzione approvata dal Parlamento.
  • È autorizzato l’anticipo della riduzione del consumo di gas previsto in caso di emergenza. Al momento del bisogno, infatti, si dovrà optare per altre fonti energetiche, in primis le rinnovabili, ma anche il carbone, che si usa ancora in Italia ma solo pochissimo, cioè laddove è indispensabile.
  • 500 milioni di euro per permettere a studenti, insegnanti e ricercatori ucraini di continuare le loro attività in Italia.
  • I CAS (centri di accoglienza straordinari) saranno disponibili per i rifugiati anche senza aver presentato prima la domanda di protezione internazionale.

Risoluzioni

Il Presidente Draghi ha prontamente informato le due Camere, che hanno successivamente approvato delle risoluzioni di maggioranza, con cui si autorizza il sostegno al popolo ucraino, anche tramite cessione di apparati e sostegni militari, tenendo costantemente informato il Parlamento. In questo contesto il quadro parlamentare si è rimodulato, in quanto Fratelli d’Italia e i Verdi, all’opposizione, hanno dichiarato convinto sostegno al Governo sul tema Ucraina, mentre gli ex 5S nelle varie componenti di estrema sinistra (Potere al Popolo, Alternativa, Italexit, Partito Comunista, Italia dei Valori, Sinistra Italiana, ManifestA) hanno continuato a fare opposizione in merito alle scelte della maggioranza.

Al Senato la maggioranza ha approvato la sua risoluzione con 244 voti favorevoli, 13 contrari e 3 astenuti. La Camera ha invece votato la risoluzione per parti separate e i voti favorevoli variano tra 459 a 521.

Tra i contrari era presente Vito Petrocelli, Presidente della Commissione Esteri al Senato, noto da anni per le sue posizioni pro Putin. Ciò ha sollevato un polverone all’interno della maggioranza e molti partiti ne hanno chiesto le dimissioni, poiché per quel ruolo dovrebbe esserci qualcuno che rispecchi la collocazione atlantista con cui è nato il Governo Draghi.

Iter in Parlamento

Alternativa ha presentato una pregiudiziale di incostituzionalità al decreto Ucraina Bis, poiché violerebbe l’articolo 11 della Costituzione (L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo).

Inoltre, questo decreto autorizza la riaperture delle centrali a carbone, cosa che ha costretto i Verdi ad astenersi. La pregiudiziale è stata infine bocciata con 394 voti contrari e 17 favorevoli (Alternativa e ManifestA).

Inoltre, la maggioranza ha approvato, con 391 voti favorevoli e 19 contrari, un ordine del giorno al DL Ucraina presentato dalla Lega, con cui si impegna il governo ad aumentare le spese militari, dall’1,54 attuale fino al 2% del PIL. Questa è proprio la soglia che ogni stato membro della NATO è impegnato a destinare ogni anno in spese militari. Si passerà così dai 25 miliardi attuali a 38 miliardi di euro ogni anno.

In data 18 marzo, la Camera ha dato il primo via libera al Decreto Ucraina con 367 voti favorevoli, 25 contrari e 5 astenuti.

Paolo Abete

Covid, ritorno alla normalità: il cronoprogramma

Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge che introduce misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali dopo le restrizioni per il contrasto al Covid-19.

Il cronoprogramma

1 aprile: Termina lo stato di emergenza. Decadono il Comitato tecnico scientifico, la struttura del Commissario straordinario Francesco Figliuolo e il sistema dei colori. Nasce un’unità operativa che, fino al 31 dicembre, si occuperà di condurre la transizione verso la totale normalità e di portare a termine la campagna vaccinale. Scade l’obbligo di Super Green pass sui luoghi di lavoro per gli over 50. Sarà comunque necessario essere in possesso del normale pass. Non sarà necessario essere in possesso del certificato verde sui mezzi di trasporto pubblico locale, sui quali sarà obbligatorio indossare la mascherina Ffp2 fino al 30 aprile.

Decade l’obbligo di Green pass per entrare negli uffici pubblici, nei negozi, nelle banche, alle poste, al tabaccaio, nei ristoranti all’aperto. Eliminato il limite alle capienze nelle strutture e anche negli stadi. Stop alle quarantene da contatto con un caso positivo al Covid, anche per i non vaccinati. Chiunque abbia avuto un contatto dovrà applicare il regime dell’ autosorveglianza, indossando la mascherina Ffp2.

1 maggio: Termina l’obbligo del Green pass quasi ovunque. Via l’obbligo delle mascherine in tutti i luoghi al chiuso, anche a scuola.

15 giugno: Decadono tutti gli obblighi vaccinali. Resterà in vigore solo l’obbligo del vaccino per il personale sanitario e delle Rsa.

30 giugno: Terminano le modalità di smart working nell’ambito privato. Fino alla fine del mese ci sarà la possibilità di ricorrere al lavoro agile nel settore privato senza l’accordo individuale tra datore e lavoratore. Viene prorogato lo svolgimento del lavoro agile per i lavoratori fragili.

31 dicembre: Cade l’obbligo vaccinale per il personale sanitario e delle Rsa. Le visite da parte di familiari e visitatori alle persone ricoverate all’interno di ospedali e residenze socio assistenziali saranno consentite solo con il Super Green Pass fino al 31 dicembre.

Per ciò che riguarda la scuola, dal primo aprile decade la quarantena da contatto. Quindi, la Didattica a distanza sarà disponibile solo per gli studenti contagiati. Riparte la possibilità di svolgere gite e manifestazioni sportive.

Unità Nazionale, il messaggio del Capo dello Stato

Pubblichiamo la dichiarazione del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, rilasciata in occasione della Giornata dell’Unità nazionale.

L’Italia celebra la giornata dell’Unità Nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera. Commemora il 161° anniversario del raggiungimento dell’unità del Paese. Una storia lunga e travagliata. Una storia che ha portato a realizzare gli ideali di indipendenza, libertà, democrazia propri al Risorgimento e alla lotta di Liberazione e realizzati pienamente con la nascita della Repubblica e l’approvazione della Carta Costituzionale.

La coesione e i valori che uniscono gli italiani hanno reso forte la nostra comunità. Le hanno consentito di affrontare e superare prove e difficoltà grandissime, come la tremenda pandemia e le sue conseguenze. La indivisibilità della condizione umana ci deve spingere oggi, con fermezza, insieme agli altri paesi che condividono i valori democratici, ad arginare e a battere le ragioni della guerra aperta dalla Federazione Russa al centro dell’Europa.

Italiani ed europei siamo quindi chiamati alla solidarietà e all’aiuto nei confronti delle popolazioni terribilmente colpite. Siamo inoltre chiamati all’impegno perché si fermino i combattimenti, si ritirino le forze di occupazione e venga ripristinato il diritto internazionale. Ora più che mai i simboli della Repubblica Italiana, in cui gli italiani si riconoscono, ci inducono a riflettere sull’importanza della libertà, della democrazia, sul valore dei diritti dell’uomo, primo dei quali è il diritto a vivere in pace.

A tutti coloro che hanno sacrificato la loro vita in nome di questi ideali si rivolge oggi il pensiero del popolo italiano“.