martedì, Aprile 22, 2025
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Dieci proposte per ridurre il consumo nazionale di gas

Legambiente, Greenpeace Italia e WWF Italia hanno presentato al Governo italiano dieci proposte per ridurre il consumo nazionale di gas di 36 miliardi di metri cubi entro il 2026. Secondo le associazioni, “la drammatica guerra in Ucraina e la preoccupazione per l’aumento del caro bollette impongono di accelerare la transizione energetica del nostro Paese. È l’unica soluzione per uscire dalla dipendenza dal gas, a partire da quello della Russia“.

Le proposte

Questi i dieci punti presentati dalle associazioni al Governo:

  • Aggiornare entro giugno 2022 il PNIEC, valutando quindi l’obiettivo della produzione del 100% di energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2035;
  • Fissare entro aprile 2022 un tetto ai profitti delle aziende che estraggono e trasportano gas fossile o petrolio;
  • Autorizzare, entro marzo 2023, nuovi impianti a fonti rinnovabili per 90 GW di nuova potenza installata, pari cioè alla metà dei 180 GW in attesa di autorizzazione, da realizzare entro fine 2026. Sarà necessario, inoltre, accompagnare questo sviluppo con quelli degli accumuli e della rete che deve essere potenziata per poter ricevere e scambiare i flussi energetici;
  • Attivare entro giugno 2022 il dibattito pubblico sugli impianti a fonti rinnovabili al di sopra dei 10 MW di potenza installata;
  • Sviluppare la produzione di biometano da FORSU, scarti agricoli, fanghi di depurazione e reflui zootecnici. Inoltre, è necessario programmare una riduzione dei capi allevati e senza entrare in competizione con l’uso di terreni per la produzione di cibo;
  • Escludere entro aprile 2022 l’autorizzazione paesaggistica per il fotovoltaico integrato sui tetti degli edifici non vincolati dei centri storici;
  • Rivedere entro dicembre 2022 i bonus edilizi, cancellando gli incentivi per la sostituzione delle caldaie a gas;
  • Anticipare al 2023 l’eliminazione dell’uso delle caldaie a gas nei nuovi edifici;
  • Istituire entro giugno 2022 un fondo di garanzia per la costituzione delle comunità energetiche;
  • Attivare entro maggio 2022 una strategia per efficienza e innovazione nei cicli produttivi e anche sulla mobilità sostenibile.

32.425 migranti sono stati catturati dalla guardia costiera libica nel 2021

Amnesty International ha pubblicato il rapporto 2021-2022 sui diritti umani nel mondo. Tra i temi analizzati, vi sono le politiche e le azioni adottate dalla Repubblica Italiana in tema di migrazioni. Nel 2021, oltre 67.477 persone hanno raggiunto l’Italia via mare, per lo più da Libia e Tunisia. Il dato è in aumento rispetto ai 34.154 arrivi del 2020. I minori non accompagnati giunti sul territorio nazionale sono stati 9.699. Anche le morti nel Mediterraneo di rifugiati e migranti sono aumentate, arrivando a 1.553 a fine anno, rispetto alle 999 dell’intero 2020. Inoltre, è preoccupante l’intensificarsi delle operazioni della guardia costiera libica.

Cooperazione con la Libia

32.425 rifugiati e migranti sono stati catturati in mare dalla guardia costiera libica nel 2021. Si tratta della cifra più alta mai registrata. La guardia costiera libica è sostenuta dall’Italia e dall’Unione Europea, nonostante le diffuse prove di continui abusi da essa perpetrati nei confronti dei migranti. Inoltre, il Governo ha prorogato di un altro anno il sostegno militare e civile italiano alla Libia nell’ambito delle operazioni di controllo delle frontiere. Le autorità italiane hanno continuato a fornire alla Libia risorse essenziali per le intercettazioni marittime, compreso un centro di coordinamento marittimo consegnato a dicembre. Le persone trasferite in Italia dalla Libia grazie ai programmi di evacuazione sono state solo 45 a giugno e 93 a novembre.

A ottobre 2021, un tribunale di Napoli ha condannato a un anno di reclusione il capitano dell’Asso Ventotto, una nave mercantile. Nel 2018 aveva soccorso in mare oltre 100 persone, tra cui minori, e le aveva riportate illegalmente alla guardia costiera libica. A dicembre, la Corte di cassazione ha annullato la condanna di due uomini africani che avevano protestato contro il tentativo dell’equipaggio della Vos Thalassa, la nave mercantile che li aveva soccorsi, di riportarli in Libia. La corte ha stabilito che il loro comportamento era giustificato dalla necessità di proteggere se stessi e le altre 65 persone soccorse.

Criminalizzazione della solidarietà

A settembre 2021 Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, è stato condannato dal tribunale di Locri a 13 anni e due mesi di reclusione per cattiva amministrazione e appropriazione indebita. La condanna è avvenuta nonostante i pubblici ministeri avessero riconosciuto che Lucano non avesse tratto profitto dalla sua condotta. Per molti anni il sindaco aveva organizzato un sistema di accoglienza per rifugiati, richiedenti asilo e migranti. Inoltre, la pena è stata quasi il doppio di quella richiesta dai pubblici ministeri.

In Sicilia sono proseguite le cause giudiziarie contro le Organizzazioni non governative di soccorso. La procura ha incriminato 21 persone appartenenti agli equipaggi di Iuventa e delle navi di Medici senza frontiere e Save the Children per favoreggiamento dell’immigrazione irregolare. L’incriminazione riguarda le operazioni di soccorso condotte nel 2016 e nel 2017.

Guerra, 41 miliardi di euro di PIL a rischio in Italia

La guerra tra Russia e Ucraina potrebbe far perdere all’Italia, nel 2022, circa 41 miliardi di euro di prodotto interno lordo. Il conflitto tra Mosca e Kiev potrebbe mettere a rischio oltre il 36% della crescita economica prevista per quest’anno. Se il Governo, nel nuovo Documento di economia e finanza (Def), dovesse tagliare la stima di crescita nel 2022 dal 4,7% al 3%, il PIL si attesterebbe a 1.851 miliardi di euro. La nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza di ottobre 2021 prevedeva un PIL di 1.892 miliardi nel 2022.

L’allarme proviene dal Centro studi di Unimpresa, secondo il quale il taglio delle stime in arrivo col nuovo Def dovrebbe far emergere una riduzione della crescita economica, per il 2022, di circa il 36,1%. Se le previsioni dovessero verificarsi, saremmo di fronte ad un pesante rallentamento della ripresa post-Covid. In termini nominali, il PIL dovrebbe crescere di 72,2 miliardi di euro e non di 113,2 miliardi. La perdita sarebbe di 40,9 miliardi di euro.

Lo sforzo del governo, quanto a risorse economiche da mettere sul piatto per colmare la mancata crescita, deve essere pari a quegli oltre 40 miliardi di euro di PIL che la guerra tra Russia e Ucraina di fatto brucerà. Potrebbe essere necessario procedere con scostamenti di bilancio. Siamo in un’economia di guerra e questa situazione va affrontata con interventi straordinari” ha dichiarato la presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara.

L’inflazione

Il conflitto tra Mosca e Kiev potrebbe ripercuotersi anche sull’indice dei prezzi al consumo. Con il prezzo del petrolio a 150 dollari al barile, l’inflazione a giugno arriverebbe all’8,4% per poi ripiegare, solo in caso di miglioramenti, al 6,8% a settembre. Se, invece, le quotazioni del greggio si fermassero in media a quota 120 dollari al barile, l’inflazione si attesterebbe al 7,5% a giugno, per poi flettere al 6,4% a settembre. L’ultimo trimestre dell’anno potrebbe portare, in entrambi i casi, a un ulteriore ribasso dell’inflazione che a fine anno potrebbe attestarsi, rispettivamente al 4,8% col brent a 150 dollari e al 4,2% col brent a 120 dollari. Il Centro studi specifica queste sono proiezioni suscettibili di improvvise variazioni e correzioni. Il quadro internazionale incerto non permette l’esclusione di incrementi ancora più rilevanti rispetto alle attuali previsioni.

L’inflazione è spinta al rialzo dal prezzo in crescita di tutti i beni, ma è la componente energetica a contribuire, più di altri, ad alimentare l’aumento dell’indice dei prezzi al consumo. Tale tendenza potrebbe proseguire ancora a lungo e andare avanti anche nel 2023. Il rischio che corriamo, soprattutto per il 2023, è quello della stagflazione ovvero di una stagnazione. Si tratta di un’assenza di crescita quando l’economia ristagna, accompagnata dall’inflazione. Di fatto, un aumento continuo dei prezzi che aggraverebbe la stessa congiuntura economica sfavorevole“. Questo il commento degli analisti di Unimpresa.

Mozambico, gli effetti del ciclone tropicale Gombe

L’11 marzo 2022 il ciclone tropicale Gombe ha colpito la provincia di Nampula, in Mozambico, distruggendo case, inondando terreni agricoli e costringendo la gente a fuggire in cerca di sicurezza. Come riportato dall’UNHCR, Gombe è la tempesta più forte a colpire il Mozambico da quando i cicloni Idai e Kenneth hanno provocato devastazioni nella primavera del 2019, costringendo alla fuga circa 2,2 milioni di persone. Il ciclone Gombe ha colpito il Mozambico meno di due mesi dopo la tempesta tropicale Ana. Questa ha raggiunto il Mozambico settentrionale e centrale il 24 gennaio, colpendo 180.869 persone e uccidendone almeno 38.

Sebbene l’intensità e l’impatto del ciclone Gombe sembrano essere meno gravi di Idai e Kenneth, questa tempesta di categoria 4 ha portato forti raffiche di vento fino a 190 km/h. Ha danneggiato infrastrutture critiche e ha interrotto l’elettricità e le comunicazioni nella città di Nampula, così come nel vicino centro per i rifugiati a Maratane e nei siti che ospitano gli sfollati interni provenienti dalla provincia di Cabo Delgado. Oltre 380.000 persone sono state colpite nella sola provincia di Nampula, secondo le autorità locali, comprese decine di migliaia di sfollati interni.

L’80% di rifugiati e sfollati proviene da paesi vulnerabili al clima

L’UNHCR sta mobilitando dalle sue scorte ripari e altri articoli essenziali di cui si ha urgente bisogno per assistere 62.000 rifugiati, sfollati interni e membri della comunità ospitante. L’Agenzia ONU per i rifugiati sta visitando i centri di accoglienza che ospitano le famiglie appena sfollate per valutare i loro bisogni. Questi vanno dall’alloggio, cibo e assistenza sanitaria alla protezione dallo sfruttamento e dagli abusi sessuali. Attenzione anche alla salute mentale e ai servizi di supporto psicosociale necessari a causa della terrificante esperienza della tempesta.

Secondo l’UNHCR, “tutte le regioni del mondo stanno affrontando i rischi legati ai cambiamenti climatici. Cicloni ed altre tempeste stanno diventando più frequenti e gravi. Le inondazioni sono più forti, la siccità si sta intensificando e gli incendi stanno diventando più devastanti. Il cambiamento climatico indotto dall’uomo sta accelerando e sta già causando disagi pericolosi e diffusi alla natura e alle persone. Coloro che hanno meno mezzi per adattarsi sono i più colpiti, compresi i rifugiati, gli sfollati interni e gli apolidi. Donne, bambini, anziani, persone con disabilità e popoli indigeni sono colpiti in modo sproporzionato. Oltre l’80% dei rifugiati e degli sfollati interni proviene dai paesi più vulnerabili al clima in tutto il mondo“.

Rassegna parlamentare: 6-26 marzo

L’evento più importante di queste settimane è stato sicuramente il videocollegamento del presidente Zelensky con il Parlamento italiano.

Accordi europei

Nel giorno 16 marzo la Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge ratifica ed esecuzione dell’accordo tra il Governo della Repubblica italiana e l’Istituto forestale europeo riguardante lo stabilimento in Italia di un ufficio sulla forestazione urbana. L’istituto forestale europeo (IFE) è un ente europeo che si occupa di ricerca nel campo delle scienze forestali e della selvicoltura, con sede a Joensuu, Finlandia. Il 26 ottobre 2021 l’ambasciatore italiano in Finlandia aveva firmato a Helsinki un accordo con cui si prometteva la creazione di un ufficio locale dell’IFE a Roma.

Nello stesso giorno l’emiciclo di Montecitorio ha approvato in prima lettura anche il disegno di legge “ratifica ed esecuzione della Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti“. Gli stati europei stipularono questa convenzione a Stoccolma nel 2001 e si occupa della riduzione delle quantità di inquinanti organici persistenti (POP) nell’ambiente. I POP sono pericolosi perché sono sostanze chimiche dotate di scarsa degradabilità e ciò li rende tossici per l’ambiente. Il provvedimento passa ora all’esame del Senato.

Elezione diretta del Presidente della Repubblica

La commissione Affari Costituzionali della Camera ha bocciato il disegno di legge a prima firma Giorgia Meloni sull’elezione diretta del presidente della Repubblica. Precedentemente Fratelli d’Italia aveva iniziato a raccogliere le firme per depositare un disegno di legge di iniziativa popolare riguardante l’elezione diretta del presidente della repubblica. Questa proposta di legge invece richiama il sistema della repubblica presidenziale francese. Lì il Presidente del Consiglio e della Repubblica sono la stessa persona e il Presidente della Repubblica si candida e viene eletto dai cittadini.

Questo tema in Italia è stato sempre appannaggio della destra, secondo cui il presidenzialismo sarebbe già in atto se si pensa ai governi nati dalle scelte del Presidente della Repubblica (Governi Monti e Draghi). Ufficializzare questa modifica secondo loro ridurrebbe la distanza tra cittadini e politica. La sinistra invece si è sempre opposta, proprio a causa del passato fascista in cui c’era un uomo solo al comando; pertanto, si ritiene imprescindibile la presenza del ruolo di garanzia che una persona esterna al Governo potrebbe esercitare in caso di emergenza.

La maggioranza ha bocciato il disegno di legge di FdI, ma le regole parlamentari prevedono che ogni scelta delle commissioni debba essere confermata in Aula. Infatti il presidente di Commissione Giuseppe Brescia (M5S) ha riferito in senso contrario come relatore di maggioranza. Prisco (FdI) invece ha discusso il testo come relatore di minoranza. Come prevedibile, i partiti più numerosi si sono spaccati: da una parte Lega, Forza Italia, Coraggio Italia e dall’altra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico. Italia Viva in Commissione si è invece astenuta, in coerenza con la posizione assunta da Matteo Renzi nei giorni quirinalizi.

Decreto Sostegni Ter

Il Governo ha posto la fiducia su questo decreto sia al Senato sia alla Camera. Il testo recepisce le modifiche del Governo sulla cessione del credito in materia di Superbonus 110%. Il Senato ha approvato il testo con 191 favorevoli e 33 contrari. Si segnala il non voto del senatore forzista Luigi Vitali, che è uscito dall’aula in dissenso dal gruppo poiché il Governo non ha dato parere favorevole a un suo emendamento che richiama un ordine del giorno approvato dall’emiciclo in precedenza, su cui il Governo era d’accordo. La Camera ha invece approvato il testo con 322 favorevoli, 34 contrari e un astenuto.

Senato

I senatori hanno approvato in prima lettura la proposta di legge sull’inserimento dello sport in Costituzione. Il senatore Grimani (Azione/+Europa) ha presentato il testo in Aula con la sua relazione. L’Aula ha approvato all’unanimità in via definitiva un disegno di legge a prima firma Vallardi (LEGA) sulla valorizzazione delle piccole produzioni agroalimentari di origine locale. Passa invece alla Camera per una terza lettura il testo emendato a prima firma Gallinella (M5S) sui prodotti agroalimentari da filiera corta.

Paolo Abete

Xylella Fastidiosa, il de profundis dell’agricoltura salentina

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Siamo nel 2013 quando, in corrispondenza del territorio a sud-ovest della Puglia, sono stati segnalati presso l’Osservatorio fitosanitario regionale innumerevoli casi di disseccamento di oliveti secolari. A seguito delle ispezioni, dello studio dell’eziologia e delle analisi effettuate sono state individuate diverse concause, tra cui la presenza di un patogeno batterico da quarantena, Xylella fastidiosa e di altri agenti parassitari che contribuiscono a determinare il quadro sintomatologico. Tali evidenze hanno fornito la base scientifica per la definizione dell’emergenza “Complesso del Disseccamento Rapido dell’Olivo – Co.Di.RO.” (Ruggiero et al., 2015).

La sintomatologia espressa dalle piante colpite dal parassita si manifesta con avvizzimento come conseguenza del blocco meccanico della funzionalità dei vasi xilematici a causa delle colonie batteriche. Tutto questo porta a bruscatura fogliare, disseccamenti nella parte apicale e/o marginale della lamina, disseccamenti a carico della chioma inizialmente di rami isolati e poi di intere branche e/o dell’intera pianta. (Janes, 2010). La comparsa del complesso del disseccamento rapido dell’olivo si è affermato, quindi, in una delle principali aree di coltivazione olivicola dell’Italia meridionale e della Regione mediterranea. Le informazioni emerse dai coltivatori locali hanno indicato che i sintomi, insoliti, di disseccamento nelle chiome degli olivi hanno iniziato ad apparire su alcuni alberi sparsi tra il 2008 e il 2010. Tuttavia, all’inizio del 2013 una continua espansione di questi sintomi negli oliveti salentini ha spinto le autorità fitosanitarie e i ricercatori ad avviare indagini sugli effetti della malattia.

Le cause

Le prime osservazioni sul campo attribuirono la nuova e rapida diffusione della patologia ad una varietà di cause biotiche e abiotiche: gravi attacchi di antracnosi (Colletotrichum spp.); marciume radicale; necrosi dell’alburno associata a specie fungine (Phaeoacremonium, Phemoniella[LMl1] , Pleumostomophora); cattiva gestione degli oliveti e inquinamento delle acque di falda con conseguente fitotossicità (Martelli 2015; Martelli et al. 2016).  Alla fine del 2013, a seguito di un significativo aumento delle segnalazioni di alberi affetti da CoDiRO, ulteriori test di screening del patogeno hanno rivelato la presenza del patogeno batterico Xylella fastidiosa (Saponari et al. 2013). Questo risultato è stato riconosciuto come il primo focolaio esterno confermato di questo patogeno esotico, che non era mai stato rilevato in nessun paese dell’Unione Europea (UE) (Saponari et al., 2019).

Dopo l’identificazione di Xylella fastidiosa nelle piante d’olivo, le indagini sono state estese in tutto il Salento, dove si assiste ad uno stato di recessione dell’olivicoltura tradizionale. La realtà dà prova di un vero e proprio depauperamento del singolare scenario olivicolo salentino e quanto accaduto è da attribuire, come detto, ad una pluralità di spiacevoli vicende. Se a questo si aggiunge il graduale abbandono degli oliveti, per l’ardua gestione delle piante secolari, ed il commercio illegale degli ulivi secolari pugliesi, abitualmente richiesti per scopi ornamentali (Cicia et al., 2009) la situazione si  aggrava ulteriormente.

Le conseguenze

Le cultivar tradizionali più diffuse sul territorio della Puglia meridionale sono Cellina di Nardò e Ogliarola Salentina e, proprio queste, risultano essere molto sensibili al batterio, tanto da morire in caso di infezione (Martelli, 2016). Malgrado ciò, Xylella f., in Salento, è stata rinvenuta anche su altre specie vegetali. Incombe quindi la dura sorte di attuare la desertificazione di interi territori dall’Adriatico allo Jonio, sancendo il de profundis dell’agricoltura salentina (Altieri et al., 2016).

Abbattimenti ripetuti di ulivi monumentali e non, eradicazioni decise a sopprimere focolai del batterio, stanno attuando quello che viene definito il “processo di deterritorializzazione“. Tale menzione sta ad indicare la destrutturazione delle relazioni territoriali pre-esistenti e di trasformazione della relazione popolazione-risorse della regione Puglia (Ciervo, 2019). La vicenda Xylella, quindi, non può che rappresentare una grave minaccia per l’economia agricola locale e per la biodiversità del territorio (Saponari et al., 2019).

Lorenzo Martella

Bibliografia

Cicia, G., D’Amico, M., & Pappalardo, G. (2009). Il ruolo dell’olivo nel paesaggio agrario italiano del XXI Secolo.

Ruggiero, S., Claudio, A., Bernardo, D. G., Vincenzo, F., & Luigi, R. (2015). Xylella fastidiosa sull’olivicoltura del Salento Economic and landscape impact assessment of the disease caused by Xylella fastidiosa to olive growing in the Salento area (southern Italy). August 2016, 335–362.

Janes J.D. & Obradovic A. (2010). Xylella fastidiosa: its biology, diagnosis, control and risks. Journal of Plant Pathology, (92: 35-48).

Martelli, G.P. (2015). Lo stato attuale della sidrome del rapido declino dell’olivo del Sud Italia. Phytoparasitica (p. 44, 1-10).

Martelli, G.P. (2016). La sindrome del declino rapido dell’olivo nel sud-est italiano: una minacciosa emergenza fitosanitaria. Eur. J. Plant Pathol. 144:235-243.

Altieri, G., Bianco, P., & Bellucci, V. (2016). Xylella Fastidiosa E.

Ciervo, M. (2019). Le comunità locali e il processo di salvaguardia del territorio Il caso del Salento durante e dopo la cosiddetta “ emergenza Xylella .”

Saponari, M., Giampetruzzi, A., Loconsole, G., Boscia, D., & Saldarelli, P. (2019). Xylella fastidiosa in olive in apulia: Where we stand. Phytopathology, 109(2), 175–186. https://doi.org/10.1094/PHYTO-08-18-0319-F

La startup Amore Mediterraneo al “Calabria at Expo Dubai”

La nuova startup calabrese di meal kit Amore Mediterraneo ha partecipato al programma Calabria at Expo Dubai 2022: the new frontier of Tourism in Italy. La startup ha ricevuto importanti riconoscimenti di mercato. Il progetto ha avuto l’obiettivo di supportare l’ingresso o il consolidamento delle aziende calabresi negli Emirati Arabi Uniti, nei mercati del Golfo e in altri mercati target potenzialmente interessati. Il progetto, cofinanziato dalla Regione Calabria, ha previsto azioni di networking e di business promotion da realizzarsi in occasione di Expo Dubai. L’Esposizione Universale è attualmente in corso di svolgimento a Dubai e che terminerà il 31 marzo 2022. Essa è dedicata al tema Connecting Minds, Creating the Future.

Amore Mediterraneo ha partecipato alla sezione dedicata ai sapori di Calabria. Ha proposto la degustazione di alcune delle box che saranno commercializzate in esclusiva nei prossimi mesi. Ispirandosi ai sapori mediterranei e alla dieta mediterranea, universalmente riconosciuta come una di quelle a più basso impatto ambientale, la startup collabora con agricoltori locali che curano con amore la loro terra e permettono di ottenere le migliori materie prime, talentuosi chef che studiano nuove ricette e sviluppatori di prodotti di livello mondiale per rendere il cibo più sano e sostenibile.

Particolarmente apprezzata dai buyer esteri è stata la lavorazione delle materie prime. Essa viene effettuata attraverso processi di produzione green con tecniche sostenibili utilizzando il più possibile la luce del sole. Si tratta di una nuova sfida imprenditoriale che mira a portare le delizie del Mediterraneo sulle tavole di tutto il mondo, valorizzando anche emergenti professionisti della cucina e facendo rete con acceleratori di impresa come SOS Innovazione, che guida la startup nell’ambito dei processi di digitalizzazione ed internazionalizzazione.

Migliaia di persone in fuga nel Mozambico settentrionale

L’Agenzia ONU per i rifugiati ha lanciato un allarme sugli episodi di violenza nella provincia di Cabo Delgado, nel Mozambico settentrionale. Violenze che hanno costretto migliaia di persone a fuggire dall’inizio di quest’anno. Tra gennaio e metà marzo una serie di attacchi da parte di gruppi armati non governativi hanno costretto alla fuga circa 24.000 persone nel distretto di Nangade. Circa 5.000 persone hanno anche cercato protezione nel vicino distretto di Mueda, una zona remota al confine con la Tanzania. Le persone fuggite dalla violenza hanno subito e hanno assistito ad atrocità, tra cui uccisioni, decapitazioni e smembramento di corpi, violenza sessuale, rapimenti e torture. La minaccia di nuove violenze fa aumentare il numero di persone che raggiungono Mueda.

L’UNHCR e i partner stanno lavorando a stretto contatto con le autorità locali per assicurare che a Mueda i bisogni delle comunità costrette alla fuga siano soddisfatti. In particolare, si stanno creando strutture di accoglienza per gli sfollati interni a Lyanda e Nandimba. Tuttavia rimangono grandi lacune, specialmente rispetto ai servizi di salute mentale e di supporto psicosociale ai bambini non accompagnati e separati, alle persone che vivono con disabilità, alle donne incinte e agli anziani. Secondo le autorità locali, il distretto di Mueda ospita 134.515 sfollati interni. La maggior parte dei siti sono sovraffollati e presto raggiungeranno la massima capacità.

735.000 persone in fuga in meno di cinque anni

L’UNHCR considera prematuro incoraggiare i ritorni a Cabo Delgado, a causa della continua insicurezza in alcune parti della provincia. L’agenzia sottolinea l’importanza di assicurare che i ritorni siano sicuri, volontari, condotti con dignità e basati su una decisione informata, e che i servizi di base siano ripristinati nelle aree di origine. I recenti estremi eventi climatici pongono ulteriori sfide sia agli sfollati che alle comunità ospitanti del Mozambico settentrionale. Più di 735.000 persone sono fuggite dalle loro case da quando il conflitto a Cabo Delgado è iniziato nell’ottobre 2017. Le operazioni dell’UNHCR in Mozambico sono finanziate solo all’11% su un totale di 36,7 milioni di dollari necessari per fornire assistenza salvavita.

Abramovich e due negoziatori ucraini hanno sintomi di avvelenamento

L’oligarca russo Roman Abramovich e almeno due negoziatori ucraini hanno avuto sintomi di avvelenamento dopo un incontro a Kiev tenutosi all’inizio di questo mese. L’oligarca ha partecipato all’incontro in qualità di negoziatore. Lo ha riportato il Wall Street Journal, citando alcune fonti secondo le quali il sospetto attacco potrebbe essere stato commesso da alcuni soggetti che volevano sabotare le trattative per mettere fine alla guerra. Una fonte vicina ad Abramovich ha detto che non è chiaro chi abbia colpito il gruppo.

Anche il gruppo investigativo Bellingcat ha confermato che 2 membri della delegazione ucraina e Abramovich hanno hanno avuto “sintomi coerenti con l’avvelenamento da armi chimiche“. Fra i sintomi riscontrati ci sono stati “occhi rossi, desquamazione della pelle sul viso e sulle mani“. I soggetti in questione non sono al momento in pericolo. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha incontrato Abramovich, non ha avuto alcun problema.

UNHCR: “Discriminazioni preoccupanti nei confronti dei profughi ucraini”

Pubblichiamo le dichiarazione dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Filippo Grandi. L’UNHCR ha ricevuto segnalazioni continue di trattamenti iniqui o discriminatori nell’accoglienza dei profughi ucraini.

Dal 24 febbraio, milioni di persone vivono l’orrore della guerra in Ucraina. In un mese, molti civili hanno perso la vita e altre migliaia sono rimasti feriti. Le famiglie sono state distrutte. Senza la cessazione immediata dei combattimenti, questa indicibile sofferenza e la migrazione forzata di massa potranno solo peggiorare. Quasi un quarto della popolazione dell’Ucraina – più di 10 milioni di persone – è stato costretto ad abbandonare le proprie case. I combattimenti incessanti continuano a provocare fughe su larga scala, esacerbando la condizione sia degli sfollati interni che di coloro che non riescono a fuggire dalle aree più colpite.

Case, scuole, ospedali, servizi essenziali e altre infrastrutture civili sono state distrutte, riducendo le persone a bere acqua piovana e neve, decimando le forniture di cibo e medicine. È più che mai urgente che vengano aperti all’interno dell’Ucraina, passaggi sicuri e garanzie di sicurezza adeguate per l’evacuazione dei civili. Senza di essi la distribuzione di aiuti salvavita continua ad essere rischiosa ed estremamente difficile.

L’UNHCR è in Ucraina da 30 anni e non se ne andrà. Stiamo contribuendo ai convogli umanitari destinati alle persone in zone difficili da raggiungere, e continueremo a farlo. Fuori dall’Ucraina, abbiamo rafforzato tutte le nostre squadre. L’UNHCR ha anche aumentato la risposta umanitaria per sostenere i governi dei paesi che ricevono i rifugiati dall’Ucraina nel fornire assistenza umanitaria e di protezione. L’accoglienza calorosa e ben organizzata dei rifugiati ucraini è stata eccezionale e merita riconoscimento e gratitudine.

“Rischi per la protezione dei minori non accompagnati e dei rifugiati LGBTQ+”

Tuttavia, l’UNHCR ha segnalato la presenza di rischi per la protezione di alcune persone tra coloro che fuggono dall’Ucraina che ci preoccupano profondamente. È fondamentale che siano messe in atto misure per identificare, mitigare e rispondere rapidamente ai rischi di violenza di genere, sfruttamento, abuso e traffico di donne e ragazze. Riconosciamo anche che i minori non accompagnati e separati ed i rifugiati LGBTIQ+, più anziani o che vivono con disabilità hanno esigenze specifiche e potrebbero essere vulnerabili a maggiori rischi per la protezione. Migliaia di cittadini di paesi terzi sono fuggiti dalla guerra insieme ai cittadini ucraini, compresi alcuni che hanno bisogno di protezione internazionale o sono a rischio di apolidia. Molti hanno trovato sicurezza o sono tornati nei loro paesi d’origine. Tuttavia, ci arrivano segnalazioni continue di trattamenti iniqui o discriminatori.

Anche un solo caso di razzismo o discriminazione che impedisca a chiunque di fuggire dalla violenza o di accedere all’asilo e alla sicurezza è un caso di troppo. Continueremo a lavorare con le autorità in Ucraina e nei paesi confinanti per garantire che a tutti coloro che fuggono dalla stessa violenza e dalla tragedia della guerra in Ucraina, sia offerta la medesima sicurezza e protezione. Sono grato ai paesi vicini per aver mantenuto le frontiere aperte. Accolgo con favore la decisione senza precedenti dell’Unione europea di offrire una protezione temporanea alle persone in fuga dall’Ucraina. Questo sostegno e questa solidarietà dimostrati dagli stati e dalle persone in tutta Europa e nel mondo sono stati incredibilmente incoraggianti.

“Il diritto di chiedere e ottenere asilo è universale”

Questo livello di solidarietà dovrebbe essere d’esempio per tutte le crisi di rifugiati. Anche qualora la crisi ucraina si intensificasse, non dobbiamo dimenticare gli altri milioni di bambini, donne e uomini costretti a fuggire a causa di conflitti, persecuzioni, violenze e abusi dei diritti umani. In molte altre regioni del mondo – fin troppe – la devastazione inflitta a milioni di persone innocenti non è meno reale nè meno crudele.  Il diritto di chiedere e ottenere asilo è universale. Non è condizionato dal colore della pelle, dall’età, dal sesso, dal credo o dal luogo di nascita. Il rispetto dei diritti dei rifugiati non può essere soggetto a interpretazione o negoziazione. Questa crisi ci metterà alla prova. La capacità dei paesi vicini di accogliere i rifugiati è già sotto pressione.

Un conflitto prolungato caratterizzato dalla brutale mancanza di rispetto del diritto umanitario internazionale che abbiamo osservato nell’ultimo mese può uccidere, terrorizzare e costringere a fuggire altri milioni di persone. L’unico modo per risolvere questa crisi è porre fine alla guerra. Tuttavia, fino a quando continuerà a crescere il numero di coloro che fuggono, sia loro che le persone che li ospitano hanno bisogno di e meritano il nostro sostegno. Sarà necessario fare di più – per gli stati, per i rifugiati, per le comunità locali – ed esorto la comunità internazionale a garantire che ciò avvenga. La guerra in Ucraina ha generato enormi sofferenze, ma ha anche ispirato atti di grande coraggio, generosità e compassione. Assicurare un sostegno continuo alle sue vittime innocenti è essenziale se vogliamo evitare che questa crisi si trasformi in una catastrofe.