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24/02/2022: il primo messaggio di Zelensky dopo l’invasione dell’Ucraina

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Poco prima delle 4 della notte del 24 febbraio 2022, ora italiana, il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, ha annunciato l’autorizzazione alle operazioni militari russe in Ucraina. Poche ore dopo il Presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha rivolto un appello ai cittadini russi. Il discorso è stato pronunciato in ucraino e in russo.

Oggi ho cercato di chiamare a telefono il presidente della Federazione Russa. Il risultato è stato il silenzio, anche se il silenzio dovrebbe essere nel Donbass. Di conseguenza voglio rivolgermi a tutti voi, cittadini russi. Siamo separati da oltre 2000 km di confini reciproci, lungo i quali si trovano 200.000 dei vostri soldati e 1.000 veicoli blindati. La vostra leadership ha approvato il loro avanzamento nel territorio di un altro paese. Questa decisione potrebbe rappresentare l’inizio di una grande guerra. La causa potrebbe sorgere in qualsiasi momento, qualsiasi provocazione, qualsiasi scintilla, una sola e potrebbe bruciare tutto. Si dice che questa fiamma libererà il popolo ucraino, ma gli ucraini sono già liberi.

Vi hanno detto che siamo nazisti, ma come fa un popolo a essere nazista quando ha perso oltre 8 milioni di vite nella vittoria contro il nazismo? Come posso essere io accusato di essere un nazista? Chiedetelo a mio nonno che ha combattuto tutta la Seconda guerra mondiale nella fanteria dell’Armata Rossa ed è morto con i gradi di colonnello dell’Ucraina indipendente. Vi hanno detto che odiamo la cultura russa. Ma come si può odiare una cultura? I vicini si arricchiscono sempre a vicenda culturalmente, tuttavia questo non li rende un tutt’uno, non ci si dissolve in un altro. Siamo diversi, ma questo non è un motivo per essere nemici.

Ascoltate la voce della ragione. Il popolo ucraino vuole la pace, le autorità ucraine vogliono la pace, la vogliono e stanno facendo tutto il possibile per essa. Non abbiamo bisogno della guerra ma se veniamo attaccati, se qualcuno tenta di portarci via la nostra terra, la nostra libertà, le nostre vite, la vita dei nostri figli, ci difenderemo. Non attaccheremo, ma ci difenderemo. Attaccando, vedrete i nostri volti, non le nostre spalle, ma i nostri volti. La guerra toglierà di mezzo le garanzie di tutti. Nessuno avrà più garanzie di sicurezza.

Chi ne soffrirà di più? Le persone. Chi lo desidera di meno? Le persone. Chi non può permettere che ciò accada? Le persone. Ci sono queste persone tra voi, ne sono sicuro. Guerra significa dolore, fango, sangue e la morte di migliaia – decine di migliaia di morti. Vi è stato detto che l’Ucraina è una minaccia per la Russia. Non era in passato, non è ora e non sarà in futuro.

So che questo mio discorso non verrà trasmesso alla tv russa, ma il popolo russo ha bisogno di vederlo. Hanno bisogno di sapere la verità. La verità è che tutto questo deve essere fermato prima che sia troppo tardi, e se la leadership russa non vuole sedersi a un tavolo per la pace con noi, allora forse si siederà a un tavolo con voi. I russi vogliono la guerra? Mi piacerebbe molto rispondere a questa domanda. Ma la risposta dipende solo da voi, i cittadini della Federazione Russa.

24/02/2022: La Russia invade l’Ucraina, il discorso di Vladimir Putin

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Poco prima delle 4 della notte del 24 febbraio 2022, ora italiana, il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, ha annunciato l’autorizzazione alle operazioni militari russe in Ucraina.

Ai sensi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, con l’approvazione del Consiglio della Federazione, ho deciso di condurre un’operazione militare speciale“, ha detto Putin. L’obiettivo è “difendere le persone vittime degli abusi e del genocidio commesso dal regime di Kiev. Ci impegneremo per la smilitarizzazione e la denazificazione dell’Ucraina. E anche per assicurare alla giustizia coloro che hanno commesso numerosi crimini sanguinosi contro i civili, compresi i cittadini della Federazione Russa“.

La minaccia di Putin al mondo intero

Nessuno dovrebbe avere dubbi sul fatto che un attacco diretto alla Russia porterà alla sconfitta e alle terribili conseguenze per un potenziale aggressore. Per tutti coloro che dall’esterno cercheranno di interferire: la risposta della Russia porterà a conseguenze che non avete mai sperimentato. La politica dell’impero della menzogna si basa sulla forza bruta e sappiamo che la vera forza è nella giustizia e nella verità, che è dalla nostra parte. La sicurezza della patria sarà garantita in modo affidabile. Gli eventi di oggi non sono legati ad attaccare gli interessi dell’Ucraina e il popolo ucraino. Riguardano la difesa degli interessi della Russia stessa contro coloro che hanno preso l’Ucraina in ostaggio e che cercando di usarla contro il nostro Paese e il nostro popolo“.

I piani della Russia non includono l’occupazione delle terre ucraine“, ha dichiarato Putin. Rivolgendosi agli ucraini, ha detto: “Padri, nonni e bisnonni non hanno combattuto contro il nazismo per servire la giunta antipopolare oggi. Deponete le armi e potrete tornare a casa in sicurezza. Ogni responsabilità dello spargimento di sangue ricadrà sul regime di Kiev“.

Subito dopo il discorso di Vladimir Putin, la Russia ha bombardato degli obiettivi militari a Odessa, Kharvik, Mariupol, Leopoli e nella capitale Kiev. Nella capitale, i russi avrebbero anche tentato di prendere il controllo dell’aeroporto.

Al via l’edizione primaverile di “La Lettura Intorno – BookCity tutto l’anno”

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Da giovedì 21 a domenica 24 marzo torna La Lettura Intorno – BookCity tutto l’anno, il progetto di inclusione culturale nei quartieri milanesi ideato da BookCity Milano con Fondazione Cariplo: quattro giorni di letture ad alta voce, incontri con gli autori, laboratori di quartiere e molto altro, in tutti i nove municipi della città, per giovani lettrici e lettori, ma anche amanti dei libri di tutte le età.

Tanti gli ospiti presenti, tra autori e illustratori, artisti e attori, con particolare attenzione al pubblico dei più piccoli, in un palinsesto che vede l’alternarsi di laboratori, letture ad alta voce, presentazioni, dialoghi, spettacoli e molto altro, per esplorare i temi e i protagonisti cari ai più piccoli e crescere con i libri, per un totale di oltre 50 eventi e più di 30 realtà cittadine coinvolte, tra biblioteche e librerie, biblioteche di condominio e associazioni, teatri e centri culturali. 

Tra gli autoriMassimo Polidoro, giornalista, scrittore e divulgatore scientifico, condurrà una riflessione con le scuole sulla curiosità e la meraviglia come fattori del metodo scientifico; Giorgio Fontana, scrittore e sceneggiatore, racconterà la paura a partire dalle parole di Dante e Coraline di Neil Gaiman; Chiara Alessi, studiosa di cultura materiale, condurrà un laboratorio sul ruolo degli oggetti di uso quotidiano e le relazioni che innescano nella vita di chi li usa, rivolto a bambine e bambini, con un focus sul design anonimo; Roberto Papetti, autore e artista del giocattolo, terrà un workshop con letture tratte da La lumaca era nell’orto, costruzione di calami da canne raccolte per l’occasione, esercizi di scrittura, e filastrocche, promosso da Fondazione Circolo dei lettori di Torino e doppiozero, in collaborazione con Scarabocchi. Il mio primo festival.

Infine, in occasione della Giornata Mondiale della Poesia, il gruppo Poetry and the city propone due appuntamenti intitolati Poetry and the voice, per imparare a leggere ad alta voce i versi di Sandro Penna e Federico Garcia Lorca, poeti d’amore. Tornano anche gli incontri del ciclo Parole in giardino, l’iniziativa di BookCity Milano in collaborazione con il magazine Gardenia, insieme alla sua direttrice Emanuela Rosa-Clot, ideata per portare libri e letture ad alta voce in alcuni dei giardini e dei parchi più belli di Milano.

Nel programma di La Lettura Intorno – BookCity tutto l’anno anche un appuntamento del Premio Inge Feltrinelli con la cinquina finalista della sezione Kids, senza dimenticare l’annuale Festa di Semina di PACTA.dei Teatri e il festival Fa’ la cosa giusta! (organizzato da Terre di Mezzo editore) con i laboratori della Grande Fabbrica delle Parole. Tra gli appuntamenti anche una lettura ad alta voce e con gli occhi chiusi per esplorare l’ascolto sensoriale, alla Casa della Voce. 

Per questa quarta tappa dell’iniziativa la scrittrice Nadia Terranova ha selezionato i nove titoli per i più piccoli che andranno a far parte della biblioteca del progetto: Mary Poppins di Pamela L. Travers; La tigre in vetrina di Alki Zei; Le streghe di Roald Dahl; Nel paese dei mostri selvaggi di Maurice Sendak; Skellig di David Almond; Tutti cari animaletti di Ulf Nilsson; Cinque bambini e la cosa di Edith Nesbit; Fiabe italiane di Italo Calvino; Principessa Laurentina di Bianca Pitzorno; Oh, boy di Marie-Aude Murail.

La Lettura Intorno – BookCity tutto l’anno si inserisce all’interno del palinsesto di incontri e presentazioni che non si limitano ai giorni della manifestazione novembrina, ma proseguono nel corso dell’anno per diffondere il libro e la lettura, anche all’aria aperta.

Unicef: «In Ucraina i bambini hanno trascorso fino a 5.000 ore nei rifugi antiaerei»

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Secondo l’UNICEF, negli ultimi due anni i bambini nelle città che si trovano in zone in prima linea nei combattimenti in Ucraina sono stati costretti a trascorrere dalle 3.000 alle 5.000 ore – ovvero da 4 a 7 mesi – rifugiati in seminterrati e in stazioni sotterranee della metropolitana mentre risuonavano gli allarmi antiaerei.

Dall’escalation della guerra nel febbraio 2022, gli attacchi senza sosta hanno avuto un impatto devastante sulla salute mentale dei bambini e sulla loro capacità di apprendere efficacemente. Negli ultimi due anni, 579 bambini ucraini sono stati uccisi e 1.284 bambini sono stati feriti. Inoltre, 3,3 milioni di bambini hanno bisogno di assistenza umanitaria.

Le conseguenze psicologiche della guerra fra i bambini sono diffuse. Secondo i dati di un sondaggio, metà dei giovani fra i 13 e i 15 anni ha difficoltà a dormire e 1 su 5 ha pensieri intrusivi e flashback. Queste sono manifestazioni tipiche di disordini da stress post traumatico. Tre quarti dei bambini e dei giovani fra i 14 e i 34 anni ha bisogno di supporto emotivo o psicosociale. Purtroppo, meno di un terzo di loro ha ricercato aiuto. I genitori in Ucraina segnalano elevati livelli di ansia, paura eccessiva, fobia e tristezza. Inoltre, si registra una diminuzione del coinvolgimento scolastico, della sensibilità ai rumori forti e dei disturbi del sonno tra i bambini. In un momento in cui il sostegno dei genitori è più necessario, la metà di loro ha difficoltà a supportare i propri figli.

Nel Paese, il 40% dei bambini non può accedere a un’istruzione continuativa a causa della mancanza di strutture. Nelle aree più vicine alla linea dei combattimenti, metà dei bambini in età scolare non può accedere all’istruzione. La portata delle lacune di apprendimento riscontrate nel 2022 rispetto al 2018 equivale a una perdita di due anni in lettura e di un anno in matematica.

UNICEF: «Ripristinare il rispetto dei diritti umani in Ucraina»

Il lavoro dell’UNICEF in Ucraina si concentra sull’assicurare che i bambini abbiano accesso a cure mediche, vaccinazioni, supporto nutrizionale, protezione, istruzione, acqua e servizi igienici sicuri, protezione sociale e supporto per la salute mentale e psicosociale.

«La guerra in Ucraina ha distrutto l’infanzia e ha devastato la salute mentale e la capacità di apprendimento dei bambini», ha dichiarato Catherine Russell, Direttrice generale dell’UNICEF. «I bambini hanno vissuto due anni di violenza, isolamento, separazione dalle famiglie, perdita di persone care, sfollamento, l’interruzione dell’istruzione e dell’assistenza medica. Hanno bisogno che quest’incubo finisca. I continui bombardamenti lasciano poche opportunità ai bambini ucraini di riprendersi dall’angoscia e dal trauma associati agli attacchi. Ogni sirena e ogni esplosione portano ulteriore ansia. L’istruzione è un pilastro di speranza, opportunità e stabilità nella vita dei bambini, ma continua a essere fuori portata per milioni di bambini ucraini. I principi umanitari, il diritto internazionale umanitario e il diritto internazionale dei diritti umani devono essere rispettati. I bambini devono avere la possibilità di riprendersi e il modo migliore per farlo è porre fine a questa guerra».

Due anni di guerra in Ucraina, il 40% della popolazione ha bisogno di supporto umanitario

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Alla vigilia del secondo anniversario dell’avvio dell’aggressione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa, il futuro di milioni di persone in fuga rimane avvolto nell’incertezza. Secondo l’UNHCR, in Ucraina circa il 40% della popolazione ha bisogno di supporto umanitario e di protezione. Attualmente sono più di 10 milioni i rifugiati ucraini: 6,5 milioni hanno cercato riparo fuori dal loro Paese, mentre circa 3,7 milioni di persone sono ancora sfollate all’interno del Paese.

Secondo i risultati preliminari di un recente studio dell’UNHCR, la maggior parte dei rifugiati e degli sfollati interni ucraini intervistati (rispettivamente il 65% e il 72%) ha espresso il desiderio di poter tornare a casa un giorno. Lo studio si basa su interviste condotte a gennaio e febbraio di quest’anno con circa 9.900 famiglie ucraine di rifugiati, sfollati interni e persone rientrate all’interno e fuori del Paese. Le persone costrette alla fuga intervistate hanno citato l’insicurezza prevalente in Ucraina come il principale fattore che impedisce il loro ritorno, mentre altre preoccupazioni includono la mancanza di opportunità economiche e di alloggi.

In Ucraina solo il 13% degli aiuti necessari

Una priorità fondamentale per l’UNHCR è quella di riparare le case in Ucraina, in modo che le persone possano rimanere nelle loro abitazioni. Ad oggi sono state riparate più di 27.500 case. Tuttavia, tra i rifugiati rimpatriati intervistati in Ucraina, più della metà – il 55% – ha dichiarato che le opportunità di lavoro sono inferiori alle loro aspettative. Preoccupante è il fatto che una percentuale significativa di rifugiati ucraini intervistati – circa il 59% – ha indicato che potrebbe essere costretta a tornare a casa sebbene non si tratti della scelta preferita a causa della guerra in corso, se nei Paesi ospitanti dovessero rimanere i problemi legati alle opportunità di lavoro e allo status legale.

L’UNHCR chiede 993,3 milioni di dollari, di cui 599 milioni per l’Ucraina e il resto per sostenere i rifugiati nei Paesi ospitanti. La situazione in Ucraina è attualmente finanziata solo al 13%.

Napoli-Barcellona 1-1, Calzona debutta con un pareggio

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Il primo Napoli di mister Calzona debutta, negli ottavi di Champions League contro il Barcellona, con un buon 1-1, condito anche da una buona prestazione.

La partita è stata decisa dai due bomber delle squadre, ovvero Lewandowski per il Barcellona di Xavi, bravo a sbloccare la partita e dal bomber nigeriano del Napoli, Victor Osimhen il quale è stato bravo a mettere a segno il definitivo goal del pareggio.

Il primo Napoli di mister Calzona, parte quindi con un buon pareggio ma anche con una buona prestazione, dove ha sofferto i primi 20 minuti la grande prestazione del Barcellona, ma pian piano la squadra napoletana è uscita allo scoperto dando così vita a una partita aperta con buone occasioni da ambo le parti.

Nel primo tempo, le grandi occasioni sono state create solo dalla squadra catalana, dove Meret compiendo due grandi interventi è riuscito a mantenere la porta inviolata.

Il secondo tempo si apre subito con il goal del bomber polacco del Barcellona, portando il risultato sullo 0-1 in favore della squadra allenata da mister Xavi.

Il Napoli non ci sta e inizia a creare diverse occasioni, ma solo al 75° riuscirà a trovare il goal del pareggio con Osimhen, bravo a liberarsi del difensore del Barcellona e ancora più bravo a spiazzare il portierone blaugrana.

Il pronostico della partita, prima che si giocasse, era a favore dei blaugrana, e nonostante ciò e nonostante solo un giorno a disposizione di lavoro il mister Calzona è riuscito a portare a casa un buon pareggio e una buona prestazione, mettendo in campo una squadra ordinata e ben organizzata.

La prossima partita della squadra campana è domenica 25 febbraio alle 15:00 in casa del Cagliari, mentre il ritorno degli ottavi di Champions League è atteso per il 12 marzo in casa del Barcellona.

È tornato Osimhen, il bomber regala il pareggio a Calzona

Il bomber nigeriano Victor Osimhen, dopo più di un mese di assenza causata dalla Coppa d’Africa, è tornato in campo trovando anche il goal contro il Barcellona che regala il pareggio al Napoli e ai suoi tifosi.

L’assenza del bomber ha pesato molto sulla realizzazione offensiva della squadra napoletana, dove nelle ultime partite ha fatto molta fatica a trovare la via del goal. La partita contro il Barcellona ha certificato come il Napoli abbia bisogno del suo bomber.

Victor Osimhen, fresco della delusione procurata dal secondo posto nella Coppa d’Africa, è tornato con l’obbiettivo di prendersi sulle spalle la sua squadra a suon di goal.

Femminicidio di Carol Maltesi, Davide Fontana condannato all’ergastolo

La Corte d’Assise d’appello di Milano ha condannato all’ergastolo Davide Fontana, l’uomo 45enne che l’11 gennaio del 2022 uccise l’ex fidanzata Carol Maltesi a Rescaldina, nel Milanese.

Carol Maltesi era una donna di 26 anni, madre di un bambino. Davide Fontana l’ha uccisa a martellate, colpendola prima alle gambe e poi al capo. Infine, l’uomo le ha inflitto una coltellata alla gola. L’assassino ha conservato per mesi il cadavere in un congelatore. Poi lo ha fatto a pezzi, lo ha infilato in quattro sacchi neri e lo ha scaricato in un dirupo, in val Camonica. Per due mesi ha risposto ai messaggi ricevuti dalla donna. Nessuno, quindi, ne aveva denunciato la scomparsa.

In primo grado Davide Fontana era stato condannato a 30 anni. La Corte ha riconosciuto le aggravanti della premeditazione e della crudeltà. La Corte d’Assise di Busto Arsizio, che aveva emesso la sentenza di primo grado, aveva escluso tre delle aggravanti che gli venivano contestate: premeditazione, crudeltà e motivi futili e abietti. Il magistrato aveva definito la vittima “disinibita”.

«Onestamente non me l’aspettavo. Nessuno ha diritto di togliere la vita in questa maniera. Sono felice, non vedo l’ora di chiamare mia sorella che è in ospedale, per questo non è qui. Sono felice», ha detto Anna Milazzo, la zia di Carol Maltesi, che ha aggiunto: «Ci speravamo, ma non ci contavo molto. Sono venuta a chiedere conferma perché non ci credevo».

Le parole di Davide Fontana

«Ripenso a ciò che ho commesso, e provo grande sofferenza. Sono fermamente deciso a voler riparare, per quanto possibile, alla mie azioni e per questo ho chiesto aiuto alle istituzioni», aveva detto Fontana prima che i giudici si ritirassero in camera di consiglio. «Vorrei chiedere ancora scusa a tutti e in particolare ai genitori di Carol e al figlio. Non so se potrò mai essere perdonato per ciò che ho fatto. Darei davvero la mia vita per tornare indietro. Passerò il resto dei miei giorni a cercare di aiutare gli altri», ha aggiunto Fontana.

La vita dei bambini nella Striscia di Gaza a rischio per l’aumento della malnutrizione

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Nella Striscia di Gaza aumenta terribilmente la malnutrizione tra i bambini e le donne in gravidanza e che allattano, secondo quanto rilevato da una nuova analisi pubblicata dal Global Nutrition Cluster. Il rapporto (Nutrition Vulnerability and Situation Analysis – Gaza) rileva che la situazione è particolarmente estrema nella Striscia di Gaza settentrionale, che è stata quasi completamente tagliata fuori dagli aiuti per settimane.

Gli screening nutrizionali condotti nei rifugi e nei centri sanitari del nord hanno rilevato che il 15,6% dei bambini sotto i 2 anni soffre di malnutrizione acuta. Di questi, quasi il 3% soffre di malnutrizione acuta grave, la forma più pericolosa per la vita, che espone i bambini al massimo rischio di complicanze sanitarie e di morte se non ricevono cure urgenti. A Rafahil 5% dei bambini sotto i 2 anni soffre di malnutrizione acuta.

Secondo quanto riportato dall’UNICEF, prima delle ostilità la malnutrizione acuta nella Striscia di Gaza era rara: appena lo 0,8% dei bambini sotto i 5 anni di età ne soffriva. Il declino dello stato nutrizionale in soli tre mesi non ha precedenti a livello globale. Al momento, a Gaza il 90% dei bambini di età inferiore ai 2 anni e il 95% delle donne in gravidanza e che allattano si trovano in condizioni di grave povertà alimentare. Il 95% delle famiglie limita i pasti e le porzioni e il 64% consuma un solo pasto al giorno.

Affamati, assetati e deboli, sempre più abitanti della Striscia di Gaza si ammalano. Il rapporto rileva che almeno il 90% dei bambini sotto i 5 anni è colpito da una o più malattie infettive. Il 70% ha avuto la diarrea nelle ultime due settimane, un aumento di 23 volte rispetto al 2022.

Nella Striscia di Gaza una catastrofe umanitaria senza precedenti

«La Striscia di Gaza sarà testimone di un’esplosione delle morti di bambini prevenibili che aggraverebbe il livello già insopportabile di morti di bambini a Gaza», ha dichiarato Ted Chaiban, Vicedirettore generale dell’UNICEF per l’azione umanitaria e le operazioni di approvvigionamento. «Abbiamo avvertito per settimane che la Striscia di Gaza è sull’orlo di una crisi nutrizionale. Se il conflitto non termina ora, la nutrizione dei bambini continuerà a peggiorare, portando a morti evitabili o a problemi di salute che si ripercuoteranno sui bambini di Gaza per il resto della loro vita e avranno potenziali conseguenze intergenerazionali».

«La fame e le malattie sono una combinazione letale», ha dichiarato Mike Ryan, Direttore esecutivo del Programma di emergenza sanitaria dell’OMS. «I bambini affamati, indeboliti e profondamente traumatizzati hanno maggiori probabilità di ammalarsi. I bambini malati, soprattutto se colpiti da diarrea, non possono assorbire bene i nutrienti. È pericoloso e tragico e sta accadendo sotto i nostri occhi».

Russia: la brutale repressione delle commemorazioni di Aleksei Navalny

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Il governo russo ha avviato una vasta campagna persecutoria nei confronti di coloro che vogliono commemorare Aleksei Navalny, il prigioniero di coscienza morto il 16 febbraio in un carcere della Federazione russa. Secondo l’organizzazione non governativa OVD-Infoalmeno 387 persone sono state arrestate in 39 città per aver partecipato a pacifiche iniziative pubbliche in memoria di Navalny. Solo a San Pietroburgo gli arresti sono stati oltre 200.

I tribunali hanno emesso 26 ordinanze di detenzione amministrativa nei confronti di persone accusate di disobbedienza a un ordine legittimo di un agente di polizia, violazione delle procedure per organizzare o svolgere una riunione e altri reati connessi. Al terzo giorno di commemorazioni, la polizia di Mosca ha iniziato a effettuare perquisizioni selettive ai danni delle persone che vi prendono parte e a sequestrare fotografie di Navalny e fogli su cui è scritto il suo nome.

Amnesty International: «Le autorità russe intendono cancellare la memoria di Aleksei Navalny»

«Le autorità russe stanno ricorrendo agli arresti arbitrari, all’uso eccessivo della forza e alle detenzioni illegali nei confronti di chi vuole unicamente commemorare Aleksei Navalny. Queste azioni non solo mostrano una clamorosa insensibilità ma costituiscono anche una evidente violazione dei diritti alla libertà di espressione e di riunione pacifica. Nella città di Surgut, Bakyt Karypbaev è stato sottoposto a maltrattamenti e torture in una stazione di polizia. È stato picchiato e gli è stata puntata una pistola alla tempia solo per aver deposto dei fiori. Un sacerdote, Grigory Mikhnov-Vaitenko, ha avuto un infarto durante l’arresto. Egli voleva solo svolgere una funzione religiosa in memoria di Navalny», ha dichiarato Oleg Kozlovsky, ricercatore di Amnesty International sulla Russia.

«La repressione dopo la morte di Navalny cui stiamo assistendo non è solo un tragico esempio di ciò che egli combatteva ma anche una chiara indicazione che le autorità russe intendono cancellare la sua memoria. Il sequestro delle foto e la subitanea repressione degli eventi in sua memoria ci dicono che le autorità di Mosca intendono eliminare il suo nome dai libri di storia», ha aggiunto Kozlovsky.

La vita è un pendolo che oscilla tra la cumbia e la noia

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In un’intervista di Angelina Mango comparsa sul canale di Geopop, si parla della sua canzone, ovviamente: La noia. Ma se apparentemente sembra un tema quasi futile, in realtà ci fa affacciare su tematiche e domande ben più grandi di noi.

Partiamo dal presupposto che annoiarci fa parte della vita, è un momento costitutivo della nostra esistenza e del nostro essere. Tante volte cerchiamo di riempire il più possibile le nostre giornate per non lasciare nemmeno un minuto di spazio alla noia, ma in realtà stiamo solo fuggendo da noi stessi e dai nostri pensieri. Quando siamo annoiati siamo soli, siamo noi davanti alla nostra vita. Ma questo ci serve. Possiamo riflettere per poi reagire. Allora, insieme ad Angelina Mango, reclamiamo a gran voce il diritto di annoiarci!

La noia apre le porte alla vita e al piacere. Essa è il primo motore della ricerca di vita e vitalità. Se non ci annoiassimo mai, i giorni scorrerebbero piatti con un’overdose di esperienze delle quali non ci rimarrebbe nulla. La noia ci conduce all’introspezione e alla ricerca del senso del proprio essere; annoiandosi si tirano le somme sulla propria vita, le domande sorgono spontanee: Dove sono? Cosa sto facendo? Perché?

Pascal, la noia come motore del divertissement

La ricerca di senso è quello che ha interrogato tutti i pensatori del passato, ma in pochi si sono dedicati esplicitamente al concetto di “noia”. Uno di questi è Pascal che ci mostra la noia come ciò che ci sprona al divertissement, ovvero alla fuga da questa nel piacere, nella distrazione. Ma come nasce la noia secondo Pascal?

Partiamo col ricordare che Pascal è uno scienziato (anche in fisica l’unità di misura della pressione nel Sistema Internazionale è il Pascal). Proprio per questo egli nota che l’esprit de geometrie può arrivare solo fino ad un certo punto a spiegare il mondo e l’esistenza dell’uomo, oltre non si può andare. Ma come spiegare tutto di questo mondo, dal batterio infinitamente piccolo (oggi parleremmo delle particelle fondamentali della materia), al mondo, al sole, al sistema solare e all’universo tutto, così infinitamente grande? Non si può, ma soprattutto non possiamo dare una spiegazione alla domanda per eccellenza, forse la peggiore di tutte le domande filosofiche: Perché siamo qui?

Ora, noi viviamo in tempi diversi da quelli di Pascal, dove bastava alla fine fare una scommessa (attenzione, per Pascal non è Fede, è solo convenienza) sull’esistenza di Dio. Oggi, sempre più spesso, non si ricorre più alla scusa di un Dio creatore e benevolo che dia senso al nostro essere. Oggi siamo soli con noi stessi.

Sartre, dalla noia alla nausea

A questo punto ci devono venire in soccorso due dei maggiori esponenti dell’esistenzialismo: Jean Paul Sartre e Albert Camus. Citando la vita di un operaio, Camus, ci pone davanti all’insensatezza della nostra esistenza (svegliarsi, tram, lavoro, pausa, lavoro, tram, casa e via da capo). La maggior parte degli uomini non vede o non vuole vedere questa condizione. Ma chi riesce a fermarsi, a crearsi uno spazio all’interno della frenesia quotidiana, potremmo dire chi riesce per un momento ad annoiarsi, può vedere l’assurdità della propria esistenza. La noia ci mostra l’assurdità del mondo e, come sosteneva Pascal, ci sprona a reagire e a trovare il nostro divertissement. 

Se invece ci lasciamo schiacciare dalla quotidianità, il risultato sarà sempre quello della noia: potremmo definirla come una noia negativa, che in Sartre arriva ad essere vera e propria nausea (sentimento che dà il titolo al romanzo di Sartre, La Nausea, appunto) ovvero il disgusto e il ribrezzo apparentemente ingiustificato per l’esistenza.

Schopenauer, la musica come via di uscita dalla volontà della natura

Il dolore, la sofferenza, nei confronti della vita è tematica fondamentale anche in Schopenhauer (sì facciamo un saltino indietro nel tempo) che si pone come a metà strada tra Pascal e gli esistenzialisti. Questo perché in lui la noia crea un circolo vizioso. La noia produce il desiderio verso il piacere; una volta raggiunto il piacere, una volta finito, si ripiomba nel dolore della vita che genera ancora una volta la noia e così via.

Tutte queste declinazioni dello stesso tema hanno però qualcosa in comune: generano una reazione e la ricerca di una via d’uscita. Tra l’altro una di queste vie d’uscita è proprio la musica. Il protagonista della Nausea, Antoine Roquentin, trova conforto dal suo malessere solo ed esclusivamente quando ascolta della musica jazz, in particolare il brano Someone of These Days You Will Miss Me. Schopenhauer individua nella musica, così come nell’arte, una delle vie di uscita dalla volontà della natura (ciò che crea il nostro stato di dolore), una scappatoia che, sebbene temporanea, permette di fuggire dalla noia e dal dolore. Ma è lo stesso concetto del divertissement pascaliano che, pur rimanendo generale e non incentrato sulla musica, ci lascia comunque una scappatoia. Tra l’altro il divertissement è comunque un termine utilizzato anche nella musica classica. 

Ma ora poniamo un’altra domanda: le varie vie di fuga avrebbero senso se non ci fosse nulla da cui fuggire? Ovviamente no. Non vi sarebbe alcuna distinzione tra le esperienze della nostra vita. Ecco allora che noia e distrazione, piacere e dolore, luce e ombra, negativo e positivo sono facce della stessa medaglia. La noia è la base della ricerca di piacere che ne consegue.

Angelina Mango, la noia come bisogno

Possiamo ora tornare ad Angelina Mango e alla sua canzone La noia. La cantante è stata in grado di mettere insieme entrambe le facce della medaglia: parlare della noia, ma col “divertissement” della cumbia. Il brano, che al primo ascolto appare molto leggero, il classico estivo dal sound latinoamericano, in realtà è molto introspettivo. Parla della vita della cantante  e della necessità di annoiarsi per poter successivamente avere la scossa del piacere. Senza la prima, non c’è il secondo. In quell’intervista sopracitata, la cantante sostiene che difficilmente si annoia, ma ne ha comunque bisogno, perché come si diceva è un momento di pausa e introspezione, capace di far risultare maggiore il proprio divertimento. Così arrivano i versi che, pur passando inosservati nel complesso, creano infiniti spunti di riflessione, che dopo tutto quello che ci siamo detti, lascio a voi nei prossimi momenti di noia.

“Muoio perché morire rende i giorni più umani
Vivo perché soffrire fa le gioie più grandi”