«Sfortunatamente non siamo riusciti a raggiungere un accordo sull’embargo del petrolio russo», ha dichiarato l’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell. Il principale problema riguarda l’Ungheria, totalmente dipendente dal petrolio e priva di accesso al mare, quindi impossibilitata a ricevere forniture via nave. La Commissione europea aveva proposto la concessione di un’esenzione all’embargo fino al 2024 per l’Ungheria, ma la proposta non è stata accettata. L’Ungheria chiede all’Unione europea tra i 15 e i 18 miliardi di euro per compensare le perdite.
Le dichiarazioni di Viktor Orban
«Se si vuole far passare l’embargo del petrolio russo, si deve esentare il greggio via oleodotto», ha chiarito il ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó. Il primo ministro ungherese, Viktor Orban, ha affrontato l’argomento durante un intervento in parlamento: «Si alterneranno periodi di stagnazione, recessione e crescita modesta. Pericolose epidemie possono ripresentarsi. La migrazione verso i paesi ricchi si sta intensificando con forza. Inoltre, c’è una vera guerra nella terra del nostro vicino orientale. Dobbiamo prepararci e adeguare la nostra politica. L’Ungheria non porrà il veto a sanzioni alla Russia nell’interesse dell’unità europea fino a quando non sarà oltrepassata la linea rossa, ovvero non sarà in pericolo la sicurezza energetica del Paese».
Secondo Orban, «l’Europa oggi non ha mezzi per affrontare la guerra nel suo vicinato. In assenza di ciò, i leader del continente sono convinti che le sanzioni possono mettere in ginocchio la Russia. Abbiamo portato il Paese nella Nato nel 1999, ritenendolo il punto fermo da cui poter costruire la strategia di sicurezza dell’Ungheria. Tuttavia, la Nato non può e non deve partecipare alla guerra. L’Ungheria sostiene l’Ucraina con aiuti umanitari, tralasciando che gli ungheresi della Transcarpazia hanno subito abusi in passato e che il presidente e il governo ucraini sono intervenuti apertamente nella campagna elettorale ungherese e hanno sostenuto l’opposizione. Nonostante ciò gli ucraini possono contare sull’Ungheria».
«L’Ungheria oggi non è al centro dell’attenzione dell’Occidente a causa della sua popolazione – ha proseguito Orban – del suo esercito o del potere economico ma perché, insieme alla Polonia, siamo diventati l’ultimo bastione cristiano-conservatore in Europa. Stiamo costruendo i nostri Paesi in modo diverso ma possiamo stare insieme. Bruxelles oggi però punta all’uniformità, un approccio al quale l’Ungheria si sta ribellando. Il vasto programma di scambio della popolazione occidentale, che cerca di sostituire i bambini cristiani non ancora nati con migranti; la follia di genere, che vede nell’uomo il creatore della propria identità sessuale; un programma di un’Europa liberale che trascende gli stati-nazione e il cristianesimo e non fa nulla per sostituire queste forze di conservazione».
Le previsioni economiche
Le previsioni economiche della Commissione per la primavera segnalano una riduzione del 2,5% della crescita e un aumento del 3% del tasso d’inflazione nel caso di embargo totale e immediato al gas russo. Secondo il Ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, è necessario porre un tetto ai prezzi del gas prima che sia troppo tardi.