Intervistiamo il portiere classe 2004 del Notaresco, squadra di serie D, Flavio Curtosi. Il giovanissimo portiere ha un passato tra le file del Sant’Agata nell’annata 2022-2023 da vero protagonista, nella Vibonese tra giovanili e prima squadra in Lega Pro, e infine una piccola parentesi nella Casertana tra luglio e agosto di questa stagione, prima di approdare proprio nella squadra abruzzese, Notaresco.
Partiamo dall’attualità, come ti stai trovando in questa stagione? L’obiettivo della squadra e tuo personale per questo campionato qual è?
Mi sto trovando veramente bene qui in Abruzzo, le persone sono super ospitali e socievoli, sin dal primo giorno mi hanno accolto tutti molto bene, siamo una squadra giovane dunque non è stato difficile inserirmi nel gruppo nonostante sia arrivato dopo il ritiro pre-campionato, per questo tengo a ringraziare i miei compagni per avermi accolto subito e nel migliore dei modi.
Quest’anno l’obiettivo stagionale è la salvezza, dunque cerchiamo ogni giorno di allenarci al massimo per raggiungerla il prima possibile, poi una volta raggiunta bisogna avere ambizione e puntare sempre più in alto.
Come obiettivo personale ho sempre quello di dare il massimo in allenamento e in partita, per aiutare i miei compagni a raggiungere l’obiettivo stagionale provando a prendere meno gol possibili e risultare tra i migliori portieri del campionato.
Nel campionato che state disputando ci sono molte rose attrezzate per la vittoria finale. Secondo il tuo punto di vista, qual è la più forte che avete affrontato?
Sì, ci sono 4/5 squadre ben attrezzate che hanno l’obbligo di vincere il campionato, sono tutte rose organizzate con un grande tifo che li supporta e molti giocatori che sono passati dal professionismo, dalla serie A alla Lega Pro.
Guardando il girone di andata posso dirti che sono due le rose più ostiche e difficili da affrontare: Campobasso che è l’unica che è riuscita a batterci in casa per 1-0 e piena di giocatori molto forti e, a pari punti, la Sambenedettese; con loro all’andata abbiamo pareggiato 1-1 dopo una partita combattuta.
La Samb è una squadra molto forte in ogni reparto, ma soprattutto quello offensivo, non per nulla hanno il miglior attacco. Penso che sarà una delle due compagini a vincere il campionato, sempre se non ci saranno sorprese.
Nel corso della tua giovane carriera hai già giocato con molti calciatori, qual è il compagno più forte che hai avuto?
Guarda, pensarne solo uno mi viene veramente difficile. Essendo cresciuto nel settore giovanile della Vibonese ho avuto la fortuna di essere aggregato per 2 anni alla prima squadra durante il campionato di Lega Pro, ho conosciuto giocatori veramente forti e con i quali ho stretto un grande rapporto, Leonardo Marson compagno di reparto che ora gioca al Cosenza in B e che mi ha insegnato molto, poi Marco Spina che gioca al Gubbio in Lega Pro; se vuoi fermarlo devi per forza fare fallo, altrimenti è impossibile prendergli palla.
Poi, crescendo e girando varie squadre, ho conosciuto Claudio Calafiore, Mirko Carretta, Leonardo Taurino, Tommaso Squillace, Giorgio Cicirello. Tutti giocatori che mi hanno insegnato tanto durante il periodo trascorso con loro.
Invece l’avversario più forte che hai affrontato?
Ti dico 3 nomi, 2 li ho affrontati lo scorso anno mentre il terzo nel corso di questa stagione. La passata stagione giocando nel Girone I ho affrontato il Catania, che ha dominato il campionato. Faceva parte di questa squadra Francesco Lodi, che non necessita di presentazioni, giocatore fortissimo e con un grande passato, nonostante l’età faceva grande differenza in campo.
Un altro giocatore che quando prende palla sposta gli equilibri della partita è Besmir Balla, affrontato quando lui giocava nella Vibonese, mia ex squadra: è veramente un avversario ostico, è riuscito a segnarmi 2 gol in 3 partite.
L’ultimo giocatore, ma non per importanza, è Ameth Fall, attaccante del Chieti. Durante la partita di andata ha tenuto la nostra difesa in costante pressione, protegge bene palla, fisico imponente, grande velocità: è davvero difficile affrontarlo.
Hai lasciato Vibo Valentia, ovvero casa tua, già due anni fa. Quali sono le difficoltà di un ragazzo giovane nel lasciare casa per inseguire il suo sogno?
Le difficoltà più comuni che si affrontano sono la distanza dalla famiglia e il peso delle responsabilità. Ho dovuto lasciare casa per trasferirmi a Sant’Agata durante il mio quinto anno di liceo, quindi cambiare scuola l’ultimo anno di frequentazione non è stato semplicissimo, però fortunatamente ho conosciuto dei compagni fantastici che mi hanno fatto sentire a casa anche a centinaia di chilometri di distanza.
Il fatto di dover lasciare casa per inseguire il mio sogno non è stata una scelta difficile da prendere. Appena si è presentata l’opportunità l’ho colta subito, nonostante dovessi lasciare casa mia, ma per l’amore che ho verso il calcio ho fatto questo sacrificio. D’altronde, in ogni ambito esistono sacrifici da compiere se si vuole raggiungere un obiettivo.
All’inizio pensavo che sarebbe stato tutto semplice, ma sin dai primi giorni ho dovuto convivere con la distanza dalla mia famiglia, che mi è stata vicino in qualsiasi momento della mia vita, dunque inizialmente è stata una difficoltà che poi col tempo ho superato.
Una volta che lasci casa per andare a vivere da solo o con i compagni di squadra, le responsabilità che prima avevano i tuoi genitori passano a te, questo mi ha fatto crescere moltissimo come persona e sono maturato tanto. Dunque nonostante non sia un’esperienza facile, ti aiuta tanto a crescere e maturare prima di molti coetanei.
Il tuo sogno più grande a livello calcistico e sportivo qual è?
Il mio sogno calcistico, penso sia comune a tutti i giocatori, è quello di giocare ai massimi livelli, in grandi palcoscenici e cercherò di fare il possibile per riuscirci, senza avere rimorsi. Magari nella Lazio, squadra di cui sono tifosissimo.
Hai una persona a cui ti ispiri? Se sì, perché?
Un giocatore che ammiro veramente tanto, forse per via del mio ruolo è Thibaut Courtois, per le sue immense qualità tecniche, per la sua etica lavorativa e per l’enorme dedizione che mette in quello che fa.
Però il giocatore che mi ha fatto innamorare del calcio e del ruolo di portiere è stato sicuramente Gianluigi Buffon. Sono cresciuto guardando le sue parate e tutti i suoi successi con il club e con la nazionale.
Ti ringrazio davvero molto per avermi dato l’opportunità di intervistarti, ti auguro il mio più grande in bocca a lupo per la stagione e per la tua carriera.
Grazie a te Domenico, grazie a Likequotidiano, è stato veramente un piacere. Alla prossima.