Venerdì 28 ottobre, alle ore 18:30, presso la Libreria Antigone di Milano sarà presentato il volume Intersex. Antologia Multidisciplinare, edito da ETS. Il testo sarà presentato dalla curatrice, Michela Balocchi, sociologa e co-fondatrice del collettivo intersexioni. Balocchi dialogherà con MelyKurutta, attivista e componente del direttivo e del gruppo giovani di intersexioni.
Intersex. Antologia Multidisciplinare analizza la crisi del modello binario di sesso nella biologia e nella genetica contemporanee. Una crisi che ha favorito la nascita del movimento intersex. La raccolta di testi descrive la gestione medica delle variazioni di sesso tra dato biologico e fatto sociale. Inoltre, presenta alcune riflessioni sugli aspetti giuridici legati all’esistenza delle persone intersex. Il volume raccoglie gli scritti di autrici e autori che, in diverse discipline, hanno condotto lavori pionieristici sull’universo intersex.
Fondamentali le domande alle quali l’antologia risponde: cosa si intende per intersessualità? Cosa significa che le due categorie di sesso socialmente riconosciute – femmina e maschio – non esauriscono la varietà delle caratteristiche di sesso cromosomico, gonadico/ormonale e anatomico nella specie umana? Perché l’anatomia sessuale delle persone nate con tratti intersesso viene trattata con la chirurgia e con i farmaci anche quando non comporta problemi di salute? Perché questo viene fatto senza attendere che la persona direttamente interessata possa dare il proprio pieno consenso informato? Cosa si intende per diritti umani delle persone intersex?
L’Intersex Awareness Day
L’evento si terrà durante il periodo della consapevolezza intersex. Il 26 ottobre, infatti, si è celebrato l’Intersex Awareness Day. La giornata ricorda la manifestazione tenutasi nel 1996 a Boston davanti alla sede del convegno annuale dell’American Academy of Pediatrics. Come descritto da MelyKurutta, «in questa manifestazione erano presenti diversз attivistз, fra cui Morgan Holmes e Max Beck dell’Intersex Society of North America e l’organizzazione Transexual Menace. Si definirono Hermaphrodites with Attitude, ovvero “Ermafroditi con Carattere”. L’obiettivo era quello di riappropriarsi e di valorizzare questo termine altrimenti stigmatizzante».
«Fu la prima volta che un gruppo di persone parlò apertamente e pubblicamente del tema intersex, denunciando il trattamento riservato a neonatз e bambinз con variazioni delle caratteristiche di sesso (VCS). Si tratta di interventi di “normalizzazione”, ovvero chirurgia genitale femminilizzante o mascolinizzante, e di somministrazione di ormoni per fini estetici e culturali, con effetti di medio-lungo termine irreversibili. Questi trattamenti, quando non sono dettati da motivi di salute e non sono desiderati dalla persona, violano i diritti umani delle persone intersex. Tra questi vi è il diritto all’autodeterminazione, all’integrità fisica e il diritto alla salute, essendo quest’ultimo generalmente messo in secondo piano pur di “normalizzare” i corpi intersex».
La violazione dei diritti delle persone intersex
«Non è raro che i trattamenti medici subiti portino le persone con VCS a soffrire di insensibilità e/o infezioni nelle parti operate, così come a doversi sottoporre a molteplici successivi interventi chirurgici di revisione che diventano indispensabili se i primi sono fatti in età precoce. Questi trattamenti medici non voluti e non necessari per la salute della persona spesso portano le persone intersex a sviluppare gravi ripercussioni sulla propria salute fisica e mentale, ma anche nella vita sociale, scolastica e lavorativa. Attualmente la maggioranza degli Stati non tutela questi diritti umani e non presenta leggi che considerino i trattamenti clinici e gli interventi chirurgici non necessari come una violazione dell’integrità fisica e dell’autodeterminazione della persona».
«Nonostante le mutilazioni genitali intersex (IGM) siano state paragonate alla tortura dall’ONU, sono pochissimi gli Stati che attualmente presentano leggi che le aboliscono. A distanza di più di 25 anni dalla manifestazione di Boston siamo ancora qui a chiedere il rispetto dei diritti umani delle persone intersex, che purtroppo anche in Italia sono costantemente ignorati, non essendoci un’adeguata preparazione da parte del personale socio-sanitario, e non essendo ancora proibite le IGM».