Secondo le stime preliminari dell’Istat, nel mese di ottobre 2022 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento del 3,5% su base mensile e dell’11,9% su base annua. A settembre l’aumento è stato del +8,9% su base annua.
La forte accelerazione dell’inflazione su base tendenziale si deve soprattutto ai prezzi dei Beni energetici (la cui crescita passa da +44,5% di settembre a +73,2%), ai prezzi dei Beni alimentari (da +11,4% a +13,1%) e a quelli degli Altri beni (da +4,0% a +4,5%). Rallentano, invece, i prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,7% di settembre a +5,1%). L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +5% a +5,3%. L’inflazione di fondo al netto dei soli beni energetici passa da +5,5% a +5,8%.
Accelerano i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +10,9% a +12,7%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +8,4% a +8,9%). L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +8,0% per l’indice generale e a +3,7% per la componente di fondo. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo aumenta del 4% su base mensile e del 12,8% su base annua (da +9,4% nel mese precedente).
Secondo l’istituto di statistica, «sono per lo più i Beni energetici a spiegare la straordinaria accelerazione dell’inflazione di ottobre 2022. I prezzi dei Beni alimentari continuano anch’essi ad accelerare, in un quadro di tensioni inflazionistiche che attraversano quasi tutti i comparti merceologici. Frenano solo i Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona. È necessario risalire a giugno 1983 per trovare una crescita dei prezzi del “carrello della spesa”, su base annua, superiore a quella di ottobre 2022. All’epoca, i prezzi registrarono una variazione tendenziale del +13,0%. Occorre invece risalire a marzo 1984 per un tendenziale dell’indice generale NIC pari a +11,9%».