Il premio Nobel per la Letteratura 2022 è stato assegnato alla scrittrice francese Annie Ernaux «per il coraggio e l’acutezza clinica con cui svela le radici, gli allontanamenti e i vincoli collettivi della memoria personale. Nei suoi scritti, Ernaux esamina costantemente e da diverse angolazioni una vita segnata da forti disparità di genere, di lingua e di classe. Il suo percorso verso la scrittura è stato lungo e faticoso».
Annie Ernaux è nata nel 1940 ed è cresciuta nella piccola città di Yvetot, in Normandia, dove i suoi genitori avevano un negozio di alimentari e un caffè. Il suo lavoro di memoria, che tratta del suo background rurale, è apparso presto come un progetto che cerca di allargare i confini della letteratura al di là della narrativa in senso stretto. Dichiara di essere un'”etnologa di se stessa” piuttosto che una scrittrice di narrativa. L’ambizione di squarciare il velo della finzione ha portato Ernaux a una ricostruzione metodica del passato, ma anche al tentativo di scrivere una prosa “cruda” sotto forma di diario. Lo vediamo in libri come Journal du dehors o La vie extérieure 1993-1999.
Il testo di esordio di Annie Ernaux è Les armoires vides. È stato il quarto libro, La place, a segnare la sua svolta letteraria. In un centinaio di pagine, l’autrice realizza un ritratto spassionato del padre e dell’intero ambiente sociale che lo ha formato. Il testo ha dato il via a una serie di opere autobiografiche in prosa. Ernaux propugna una écriture plate: una scrittura semplice che fa emergere il più possibile il mondo del padre. Il concetto di écriture plate è legato al nouveau roman francese degli anni Cinquanta e alla ricerca di quello che Roland Barthes ha definito un “grado zero della scrittura”.
C’è anche un’importante dimensione politica nel linguaggio di Ernaux. L’autrice ha affermato che la scrittura è un atto politico, che apre gli occhi sulle disuguaglianze sociali. E a questo scopo usa il linguaggio come “un coltello”, come lo chiama lei, per squarciare i veli dell’immaginazione.
Il suo editore italiano, L’Orma, descrive Annie Ernaux come colei che «ha reinventato i modi e le possibilità dell’autobiografia, trasformando il racconto della propria vita in acuminato strumento di indagine sociale, politica ed esistenziale. Considerata un classico contemporaneo, è amata da generazioni di lettori e studenti».