Un quadrilatero di nastro segnaletico delimita lo spazio scenico de Il Canto del Bidone, spettacolo della compagnia Sinigaglia/Patacchini ospitato a Milano da Teatro Linguaggi Creativi, il secondo della rassegna Un disperato Entusiasmo, dopo Preferisco il rumore del mare. All’interno del quadrilatero, due attori assistono alla metaforica nascita di una terza creatura da un bidone dell’immondizia. Una venuta al mondo che solletica l’interpretazione e che apre alla paradossale cascata di azioni che ne seguiranno.
Nello spettacolo seguiamo dunque il percorso di crescita, educazione e diseducazione di un essere umano qualunque, alle prese con un sistema relazionale-valoriale e consuetudini che per sineddoche replicano alcuni tic della nostra società. L’arco narrativo, se così si può definire, conclude con la storica Passacaglia di Stefano Landi, forse un richiamo o un marchio “vanitas vanitatum” di quel venire al mondo come spazzatura, insignificante e deietto. Nel mezzo, i tentativi e i fallimenti dello stare al mondo.
La vera singolarità di questo spettacolo, tuttavia, non è nelle sequenze più o meno riuscite, ma nella loro costruzione e nello spirito giocoso che lo pervade. Un spirito che non è astrattamente capacità di suscitare simpatia o far ridere, ma si riflette nella prassi attoriale di azione-reazione. Le scene sembrano costruite dall’interno, per azione dei corpi sui corpi, che giocano, di volta in volta, su una situazione o su un motivo, recuperando così quell’indirizzo della recitazione che noi italiani, per sfortuna linguistica, abbiamo rimosso dalle nostre coscienze: il francesce jouer, l’inglese play.
A tal proposito, pare d’obbligo menzionare il lavoro degli attori Caterina Rosaia, Davide Sinigaglia e Tommaso Pistelli, la cui fisicità è giustamente valorizzata e incanta e rapisce come una perla preziosa.
Il canto del bidone – Scheda tecnica
regia Alice Sinigaglia
drammaturgia Alice Sinigaglia e Elena C. Patacchini
con Caterina Rosaia, Davide Sinigaglia e Tommaso Pistelli