«Il governo guarda con grande attenzione alle proposte di legge parlamentari sull’oblio oncologico. Per questo, ho chiesto al ministro della Salute Schillaci di seguire l’iter e assicurare il contributo necessario dell’Esecutivo». Lo ha dichiarato in una nota la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha aggiunto: «L’obiettivo che ci poniamo è arrivare, nel più breve tempo possibile, ad una norma capace di dare risposte ad un problema estremamente concreto e che incide molto sulla vita di tantissimi italiani».
Il ddl Castellone – Pirro sull’oblio oncologico
Sono 9 le proposte di legge presentate dai vari gruppi parlamentari sull’oblio oncologico. Negli scorsi medi, le senatrici Maria Domenica Castellone ed Elisa Pirro, elette con il MoVimento 5 stelle, hanno depositato un disegno di legge (ddl) che reca disposizioni in materia di diritto all’oblio delle persone che sono state affette da patologie oncologiche. Il ddl stabilisce che, in sede di stipulazione o rinnovo di contratti di assicurazione e di contratti concernenti operazioni e servizi bancari e finanziari, non possono essere richieste al consumatore informazioni sul suo stato di salute relative a patologie oncologiche pregresse quando siano trascorsi dieci anni dalla conclusione dei trattamenti terapeutici, in assenza di recidive o ricadute della malattia. Il periodo si riduce a cinque anni se la patologia è insorta prima del diciottesimo anno di età.
La proposta interviene sui requisiti necessari per poter adottare un minore. Il testo, infatti, prevede che «le indagini relative allo stato di salute non possono avere ad oggetto una patologia oncologica pregressa quando siano trascorsi dieci anni dal trattamento attivo in assenza di recidive o ricadute della malattia, ovvero cinque anni se la patologia è insorta prima del ventunesimo anno di età, fatti salvi i diversi termini e requisiti terapeutici eventualmente stabiliti per specifiche patologie con decreto del Ministro della salute».
Il ddl Marrocco – Boschi sull’oblio oncologico
Un secondo disegno di legge è in fase di elaborazione da parte di Patrizia Marrocco (Forza Italia) e Maria Elena Boschi (Italia viva) Le due parlamento stanno mettendo a punto un testo unificato.
Come chiarito da Patrizia Marrocco, il testo dovrebbe prevedere che, nei casi di procedure per l’adozione, richiesta di mutui e pratiche bancarie e assicurazioni, così come nelle procedure concorsuali, non sia ammessa la richiesta di informazioni concernenti lo stato di salute relativamente a patologie oncologiche il cui trattamento attivo si sia concluso, senza episodi di recidiva, da più di dieci anni alla data della richiesta. Tale periodo verrebbe ridotto della metà nel caso in cui la patologia sia insorta prima del ventunesimo anno di età.
«Siamo fiduciose – ha dichiarato Maria Elena Boschi – che l’iter in commissione possa essere rapido per arrivare in Aula la prima settimana di luglio come da programma. Sarebbe un bel segnale – conclude – se venisse approvato all’unanimità. Proprio per cercare di arrivare ad un risultato condiviso abbiamo scelto la strada del testo unificato
Le discriminazioni subite dagli ex pazienti oncologici
Il 51% delle donne e il 39% degli uomini europei che hanno avuto un tumore riescono a guarire. In meno di dieci anni dalla diagnosi, la gran parte delle persone guarite torna ad avere un’attesa di vita simile a chi non si è ammalato.
I dati sono contenuti nel 14° Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici, presentato nell’ambito delle manifestazioni indette per celebrare la XVII Giornata nazionale del malato oncologico. Il Rapporto ha sottolineato che tali soggetti, pur risultando guariti, subiscono discriminazioni sul piano economico-sociale, in particolar modo per ciò che concerne l’accesso ai servizi bancari e assicurativi. Si tratta di persone discriminate nell’accesso ai servizi finanziari perché hanno, ad esempio, difficoltà a sottoscrivere o mantenere sia una copertura assicurativa per le malattie, sia una polizza vita per il caso morte. La polizza vita è spesso richiesta come garanzia per aprire un mutuo. Queste motivazioni hanno portato le senatrici a redigere il disegno di legge.
Le richieste del Parlamento europeo
Una risoluzione del Parlamento europeo del 16 febbraio 2022 ritiene che le compagnie di assicurazione e le banche non dovrebbero considerare la storia clinica delle persone colpite da cancro. La risoluzione, inoltre, chiede che la legislazione nazionale garantisca che i sopravvissuti al cancro non siano discriminati rispetto ad altri consumatori. Il Parlamento europeo sostiene, nel contempo, la promozione dei progressi compiuti in Francia, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi, dove i sopravvissuti al cancro godono del diritto all’oblio. Per questo, i parlamentari UE chiedono che, entro il 2025, tutti gli Stati membri garantiscano il diritto all’oblio a tutti i pazienti europei dopo dieci anni dalla fine del trattamento e fino a cinque anni dopo la fine del trattamento per i pazienti per i quali la diagnosi è stata formulata prima dei diciotto anni di età.
Raccolte oltre 100mila firme
Alla presa di posizione del governo plaudono gli oncologi dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom). «Come Fondazione Aiom abbiamo avviato nei mesi scorsi una campagna di sensibilizzazione sull’oblio oncologico», ha affermato Giordano Beretta, presidente della Fondazione Aiom. «Una petizione online ha raccolto oltre 106mila firme. Ora è arrivato un segnale che attendavamo da tempo da parte delle Istituzioni. È arrivato il momento che l’Italia si adegui a quanto già previsto, a livello legislativo, in diversi altri Paesi Europei», ha concluso Beretta.