Il Parlamento europeo ha approvato un rapporto in cui l’Ungheria viene definita una minaccia sistemica ai valori fondanti dell’Unione europea. Secondo il rapporto, il paese guidato da Viktor Orbán è un’autocrazia elettorale. Il Parlamento chiede l’intervento della Commissione e del Consiglio europei affinché attivino tutte le misure previste dall’articolo 7 dei trattati europei. Lega e Fratelli d’Italia hanno votato contro il rapporto.
L’articolo 7 del trattato sull’Unione europea prevede la possibilità di sospendere i diritti di adesione all’Ue in caso di violazione grave e persistente da parte di un paese membro dei principi sui quali poggia l’Unione. Restano impregiudicati gli obblighi che incombono al paese stesso. Secondo i deputati che hanno votato a favore del rapporto, qualsiasi ulteriore ritardo nell’intervento contro il paese di Orbán equivarrebbe a «una violazione del principio dello Stato di diritto da parte del Consiglio stesso».
Il rapporto, approvato con 433 voti a favore e 123 contrari. Tra i contrari, è bene sottolinearlo nuovamente, i partiti di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini. Nel rapporto, si legge che «la mancanza di un’azione decisiva da parte dell’Ue ha contribuito all’emergere di un “regime ibrido di autocrazia elettorale”, ovvero un sistema costituzionale in cui si svolgono le elezioni ma manca il rispetto di norme e standard democratici».
Gli elementi critici del governo di Orbán sono l’indipendenza della magistratura, la corruzione, i conflitti di interesse, la libertà di espressione, il pluralismo dei media, la libertà accademica, la libertà di religione, la libertà di associazione, il diritto alla parità di trattamento, i diritti delle persone LGBTQIA+, i diritti delle minoranze, dei migranti, dei richiedenti asilo e dei rifugiati. In Ungheria una donna intenzionata ad interrompere una gravidanza è costretta ad ascoltare il battito del feto.
In un documento del 20 luglio, il commissario al Bilancio Johannes Hahn ha previsto la sospensione del 70% dei finanziamenti in alcuni programmi dell’Ue. Il totale dei citati ammonta a 8,8 miliardi di euro. «Mi occupo di Italia e vorrei salvare i posti di lavoro in Italia, lascio ad altri occuparsi di Ungheria, Turchia, Russia, Cina. Io sono pagato dagli italiani per risolvere i problemi degli italiani», ha dichiarato Matteo Salvini. Una risposta, come al solito, che non spiega nulla.