Nel 2021, la fiducia nella politica e nelle istituzioni democratiche continua ad essere bassa. Il dato emerge dal Rapporto dell’Istat sul Benessere equo e sostenibile (Bes). Il voto medio è insufficiente per i partiti (3,3 su una scala da 0 a 10), per il Parlamento (4,6) e per il sistema giudiziario (4,8). Le Forze dell’ordine e i Vigili del fuoco si confermano su un livello più elevato di fiducia (7,5).
Negli ultimi due anni si è arrestato il trend verso un maggiore equilibrio di genere nella politica e nelle istituzioni del nostro Paese. La presenza femminile fatica ancora ad affermarsi soprattutto nella politica locale e nelle posizioni istituzionali di vertice. Le donne elette nei Consigli regionali sono il 22,3%. L’Italia nel 2021 si colloca oltre 12 punti percentuali al di sotto della media europea (34,6%). Considerando il complesso delle posizioni apicali presso la Corte costituzionale, il Consiglio superiore della magistratura, le diverse Authority e il corpo diplomatico, le donne non raggiungono il 20%.
La presenza femminile nei consigli di amministrazione delle grandi società quotate in Borsa continua a crescere. Nel 2021 si attesta al 41,2%, con uno stacco di quasi 10 punti percentuali in più della media dei 27 Paesi dell’Unione (30,6%). È il risultato delle ulteriori misure introdotte dalla legge di bilancio 2020, che ha innalzato al 40% la quota femminile in questi organi e aumentato da tre a sei il limite massimo di mandati consecutivi.
Lo stato di salute della Giustizia
Nel 2021, la durata media effettiva dei procedimenti civili si attesta a 426 giorni contro i 421 del 2019. Nei due anni dell’emergenza sanitaria è proseguito il trend di diminuzione del numero complessivo dei procedimenti pendenti. Sono aumentati quelli di durata ultra-triennale, che costituiscono il cosiddetto arretrato civile patologico. Il calo dei reati e degli arresti durante il lockdown e i provvedimenti adottati nella prima fase dell’emergenza da COVID-19 per mitigare la pressione sul sistema carcerario, si traducono in un consistente calo dell’affollamento carcerario, che nel 2021 si attesta a 106,5 detenuti per 100 posti, 1 punto percentuale in più rispetto al 2020. Tra il 2019 e il 2020 la popolazione carceraria si è ridotta del 12%.