Una delle armi utilizzate dalla Russia e dall’Ucraina per combattere la guerra in corso è quella della disinformazione e della propaganda. Dall’inizio del conflitto, l’European Digital Media Observatory ha intensificato il suo lavoro, con l’obiettivo di contrastare la disinformazione.
Ideato dalla Commissione Europea nella seconda metà del 2021, l’osservatorio è una rete di hub nazionali che analizzano i Social Media e i siti di informazione in otto Paesi dell’Unione Europea. L’European Digital Media Observatory, finanziato con 11 milioni di euro, si occupa anche di studiare gli effetti della disinformazione sulla società e di diffondere pratiche positive nell’utilizzo dei media digitali. Le attività di EDMO, quindi, si basano su 5 filoni:
- mappare le organizzazioni di fact-checking in Europa e sostenerle promuovendo attività congiunte e transfrontaliere;
- mappare, supportare e coordinare le attività di ricerca sulla disinformazione a livello europeo. Questo include anche la creazione e il regolare aggiornamento di un archivio globale di articoli scientifici sulla disinformazione;
- costruire un portale pubblico che fornisca agli operatori dei media, agli insegnanti e ai cittadini informazioni e materiali volti ad aumentare la consapevolezza, a costruire la resilienza alla disinformazione online e a sostenere campagne di alfabetizzazione mediatica;
- progettare un framework per garantire un accesso sicuro ai dati delle piattaforme per i ricercatori accademici che lavorano per comprendere meglio la disinformazione;
- supportare le autorità pubbliche nel monitoraggio delle politiche messe in atto dalle piattaforme online per limitare la diffusione e l’impatto della disinformazione.
L’hub italiano
L’hub italiano è IDMO – Italian Digital Media Observatory. IDMO fa parte di una comunità multidisciplinare che riunisce ricercatori, fact-checkers e anche esperti di social media e narrative digitali. I partner del progetto, TIM, Rai, Gedi, l’università di Roma Tor Vergata, NewsGuard, Pagella Politica, T6 Ecosystem, uniscono forze ed expertise per combattere la disinformazione. Il ruolo di coordinamento dell’intero hub è affidato al Data Lab Luiss, centro di ricerca dell’università Luiss Guido Carli.
Gianni Riotta, direttore del Luiss DataLab, ha dichiarato che la disinformazione, negli ultimi mesi, è aumentata del 500% nel nostro Paese. Nel contesto internazionale, il 20% dei cittadini americani non crede alla scienza, il 50% dei cittadini britannici non crede alla stampa insieme, come il 48% degli americani e il 42% degli inglesi pensa che il governo menta. Paolo Gentiloni ha commentato la nascita dell’European Digital Media Observatory sostenendo che “la disinformazione mina le basi del normale dibattito democratico. L’Osservatorio è un elemento importante della nostra azione per promuovere la verifica dei fatti e migliorare la capacità di comprensione e contrasto della disinformazione online“.