Pubblichiamo un estratto dell’intervista realizzata ad Alfonso Maria Gallo nell’ambito della rassegna Piazza Parlamento in vista delle elezioni politiche del 25 settembre prossimo. Alfonso Maria Gallo è candidato di +Europa alla Camera dei Deputati nel collegio Campania-P02.
In cosa consiste la vostra proposta di elaborazione di una Strategia nazionale LGBT+?
Sono contento che il mio partito, in diverse classifiche, sia il primo per attenzione alla comunità LGBTQIA+. La prima tra le nostre proposte è quella del matrimonio egualitario, con l’estensione del matrimonio civile e la conseguente parificazione degli istituti esistenti anche per ciò che riguarda le adozioni, che noi vorremmo estendere alle coppie omosessuali e ai single. Questo non è un diritto della comunità, bensì il diritto di un bambino ad essere adottato. Alcune coppie, al momento, non possono vedere il riconoscimento del figlio di uno dei partner. Diritto che noi vogliamo concedere. È innegabile, in Italia, la presenza di discriminazioni nei confronti della comunità LGBTQIA+. Riconosciamo l’importanza di una legge contro i crimini d’odio: è una tematica delicata, poiché ha a che fare con la libertà di opinione e di espressione.
Sosteniamo le case di accoglienza e i centri antidiscriminazione. Riconosciamo l’identità di genere anche con meccanismi che possono essere facilitatori all’interno delle scuole, come quello della Carriera Alias, dando la possibilità a chi ha una disforia di genere di riconoscersi nella propria identità. Mi terrorizza il fatto che siamo tra i pochi a parlare delle terapie riparative. Abbiamo ancora terapie riparative riconosciute come efficaci, nonostante il giudizio contrario della scienza. Vogliamo vietare i trattamenti di conversione. Oggi le persone intersex vengono “gestite” chirurgicamente. Noi proponiamo il divieto assoluto di trattamenti chirurgici alla nascita su bambini e bambine intersex, a meno che non siano salvavita. Le persone intersex devono essere assolutamente libera di scegliere.
+Europa propone una riforma del sistema penitenziario. Come si articola la vostra proposta?
È un tema che mi tocca personalmente. Avevo un cugino che ha commesso tanti errori e che però, una volta che per un reato minore è stato incarcerato, si è suicidato. La nostra Costituzione stabilisce che il carcere debba essere uno strumento di riabilitazione del detenuto, per far sì che quella persona possa essere introdotta in società. Oggi la quasi totalità delle carceri italiane non funziona in questo modo. Il detenuto è semplicemente tenuto ai margini della società e questo, secondo le statistiche, porta ad un peggioramento del problema. In queste condizioni, una volta fuori, il detenuto è più propenso a reiterare il reato. I ruoli di vertice del sistema carcerario devono essere ricoperti non da magistrati ma da professionalità adeguate. Occorre ammodernare l’edilizia carceraria e migliorare la formazione del personale. Il primo obiettivo è ridurre il numero di suicidi e il grado di violenza.
Un detenuto su tre è in carcere per spaccio di droghe leggere. Anche il tabacco e l’alcol sono droghe. In altri Stati le droghe leggere sono legali. Noi proponiamo la regolamentazione e la legalizzazione di queste sostanze, incentivando di conseguenza lo svuotamento delle carceri.
Il nucleare può essere una soluzione all’attuale crisi energetica?
In passato la nostra leader, Emma Bonino, ha promosso delle campagne contro il nucleare. Le nostre valutazioni, oggi, sono diverse. Nel 2050 dobbiamo arrivare alla carbon neutrality. L’IPCC ci dice che il miglior modo per raggiungere l’obiettivo è quello di produrre energia da fonti rinnovabili ma, allo stesso tempo, sostiene che esse non siano sufficienti. Quindi, il nucleare diventa una fonte indispensabile nel mix energetico. Bisognerebbe individuare i siti, è un processo lungo.
Noi siamo l’unico partito a parlare del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. Che si voglia il nucleare o meno, è un qualcosa che dovremmo già avere in Italia. Ce lo impone una direttiva europea del 2011. Il deposito nazionale serve anche a contenere tutti i rifiuti radioattivi prodotti quotidianamente dagli ospedali, dai laboratori diagnostici, che oggi sono o stoccati male o che sono spediti all’estero. Occorre investire nella ricerca sul nucleare. Se non vogliamo costruire nuove centrali, dobbiamo sicuramente lavorare a forme di cooperazione internazionale per l’importazione di energia nucleare.
Lei è favorevole a consentire il voto “fuorisede”?
Oggi l’elettorato giovane è in minoranza. I partiti parlano maggiormente ad un pubblico adulto. Anche per questo è necessario estendere il diritto al voto agli elettori fuorisede, che oggi sono cinque milioni. Siamo stati i più innovatori negli ultimi decenni per quanto concerne la democrazia digitale prevedendo, per esempio, la possibilità di raccogliere digitalmente le firme per il referendum tramite lo Spid. Abbiamo visto che in questo modo cresce enormemente la partecipazione democratica.
Quali sono le principali proposte di +Europa nell’ambito della scuola e dell’università?
Oggi dedichiamo lo 0,5% del Pil a scuola, università e ricerca. Noi immaginiamo di triplicare questo dato. Proponiamo un aumento dei fondi, ma sempre con scienza e coscienza. Il nostro programma mira a non fare nuovo debito. Si cerca di investire in maniera sostenibile. Ad oggi, si dà per scontato che una persona che vuole fare ricerca andrà all’estero. Noi dobbiamo diventare attrattivi per l’estero. Occorre elaborare un sistema di valutazione per premiare gli insegnanti virtuosi e per far sì che insegnare non sia una seconda scelta.
Alfonso Maria Gallo, originario di Avellino è Amministratore Unico della start-up Regenet. Ha fondato il gruppo +Europa Avellino, di cui è stato responsabile della comunicazione nel 2018 e di cui è coordinatore dal 2019. Dal 2021 è membro dell’Assemblea Nazionale del partito. È Segretario Provinciale di Avellino e membro del Comitato federale nazionale del Movimento Federalista Europeo.