Il governo ha nominato un nuovo commissario alla ricostruzione delle aree del centro Italia colpite dal terremoto del 2016. Il nuovo commissario è Guido Castelli, senatore di Fratelli d’Italia. Castelli è stato sindaco di Ascoli dal 2009 al 2019 e poi assessore regionale alla Ricostruzione. Prenderà il posto di Giovanni Legnini, commissario alla ricostruzione dal febbraio 2020.
«Ero sindaco di Ascoli il 24 agosto quando la terra cominciò a tremare. Il mio pensiero, oggi, non può che andare a quelle sequenze sismiche che devastarono l’Appennino», ha dichiarato il senatore di Fratelli d’Italia. Il ministro Nello Musumeci, che ha la delega alla Ricostruzione, ha rivolto i suoi auguri al neocommissario: «Ci incontreremo già la prossima settimana al ministero per un confronto sulle tante iniziative da portare avanti», ha dichiarato.
La nomina ha sollevato numerose polemiche. Il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, su Twitter ha scritto: «Che brutto segnale. Lo spoil system applicato dal governo alla gestione del post terremoto è una pessima scelta. Un grazie sincero a Legnini per l’efficienza e il piglio istituzionale mostrati su una vicenda così delicata». Amministratori locali, associazioni e comitati cittadini hanno contestato la decisione di Giorgia Meloni. Il vescovo di Norcia, monsignor Renato Boccardo ha usato parole durissime: «Non ho nulla contro il nuovo commissario che peraltro conosco, ma credo che l’operazione sia figlia di una politica scellerata e di basso livello che passa sopra la testa della gente. La non conferma di Legnini è uno schiaffo alle popolazioni terremotate».
Il commissario uscente, Giovanni Legnini, in una nota ha rivolto gli auguri al successore. «Per 34 mesi ho lavorato con dedizione, passione e imparzialità, sempre avendo presente la sofferenza di persone e imprese, i loro diritti e il dovere delle istituzioni di contribuire a restituire alle comunità condizioni di vita normale», ha scritto. In questi mesi, il lavoro di Legnini ha portato ad una riduzione delle tempistiche per l’apertura di un cantiere che, prima del suo arrivo, erano in media di un anno e mezzo. Le sue delibere hanno creato un codice unico e procedure veloci e semplificate per la ricostruzione.
Un giovane fascistello Castelli
Lo scorso agosto sui social è stata pubblicata una foto ritraente un giovane Castelli in t-shirt nera con il braccio teso. La foto, copertina di questo articolo, è stata scattata davanti alla cripta Mussolini a Predappio. Castelli si è così giustificato: «Ero un ragazzino. A quell’età si fanno cose che quando si matura non si rifarebbero. Non esiste negli ultimi 30 anni di attività politica nulla da potermi rimproverare su quel piano. Del resto da sindaco di Ascoli Piceno ho celebrato il 25 aprile per dieci anni in una città Medaglia d’oro per la resistenza senza alcun problema». Della serie: non sono un fascista, sono solo un coglione.