Sono più di 13.000 le denunce inviate dai cittadini brasiliani relative all’assalto alle sedi del Congresso, del Governo e del Tribunale supremo federale compiuto dai sostenitori dell’ex presidente del Brasile, Jair Bolsonaro. La polizia ha arrestato più di 1.500 persone. Gli assalitori hanno causato danni a numerose opere d’arte che si trovavano nei palazzi invasi. Secondo la Presidenza brasiliana, «i terroristi che hanno invaso Palazzo Planalto hanno saccheggiato e distrutto una parte importante del patrimonio artistico e architettonico che rappresenta un importante capitolo della storia nazionale». «Il valore di ciò che è stato distrutto è incalcolabile per la storia che rappresenta», ha ammesso il direttore della Curadurìa de los Palacios Presidenciales, Rogerio Carvalho.
Particolarmente problematico sembrerebbe essere il restauro di un orologio appartenuto al re Giovanni VI e realizzato dall’orologiaio francese Balthazar Martinot. Tra le opere danneggiate vi è Bandeira do Brasil (1995), del brasiliano Jorge Eduardo, trovata in una pozzanghera causata dall’apertura degli idranti da parte dei manifestanti nella sede del Congresso. Il dipinto As mulatas, di Di Cavalcanti, è stato tagliato in più punti. La scultura A Justica, di Alfredo Ceschiatti, è stata imbrattata. La scultura O Pied Piper, di Bruno Jorge, è interamente distrutta. La scrivania del presidente Juscelino Juscelino Kubitschek, che progettò e fondò Brasilia, è stata fortemente danneggiata, come la scultura Venere apocalittica, realizzata da Marta Minujìn. I sostenitori di Bolsonaro hanno trafugato buona parte dei regali donati dalle autorità straniere, un pallone da calcio autografato dall’attaccante di calcio Neymar e la scultura in bronzo Una ballerina, di Victor Brecheret.
I manifestanti hanno causato danni architettonici ai tre edifici, sedi delle istituzioni occupate, realizzati da il brasiliano Oscar Niemeyer. Le enormi finestre dei tre palazzi sono state completamente distrutte. Tra queste vi è la meravigliosa vetrata Araguaia, di Marianne Peretti, che decorava la Sala Verde della Camera Bassa.