Raif Badawi è un attivista e blogger saudita, fervido sostenitore della libertà di pensiero e di espressione. Nel 2006 fondò Free Saudi Liberals, un forum online di dibattito su temi politici e religiosi riguardanti principalmente l’Arabia Saudita. Il blog divenne ben presto molto conosciuto e questo provocò una forte irritazione nel Governo saudita. Nel 2012, Raif Badawi fu arrestato con l’accusa di aver offeso l’Islam attraverso canali di comunicazione digitale. Quest’accusa portò, il 7 maggio 2014, ad una condanna in via definitiva a 10 anni di carcere e a 1000 frustate.
Il 9 gennaio 2015, Badawi fu frustato pubblicamente davanti alla moschea di al-Jafali, a Gedda. Ricevette le prime 50 frustate, solo per aver espresso le proprie opinioni. Una condanna esemplare, un monito nei confronti di tutti coloro che osano sfidare l’estremismo religioso saudita. Per il suo attivismo, nel 2015 Raif Badawi ha ricevuto il premio Sakharov per la libertà di pensiero, il massimo riconoscimento che l’Unione europea conferisce agli sforzi compiuti a favore dei diritti umani. Dopo le prime 50 frustate, si intensificò la mobilitazione di Amnesty International, che chiese il rilascio dell’attivista. Nel corso degli anni, più di un milione sono stati i messaggi degli attivisti di Amnesty International a sostegno di Raif Badawi.
Una pena senza fine
“Il giorno dell’arresto di Raif ho deciso che avrei avuto due scelte davanti a me: essere debole, arrendermi e mettermi a piangere in un angolo o essere forte e combattere per la sua libertà. Sono una persona che ha sempre nutrito grandi speranze, nonostante gli ostacoli“, ha dichiarato la moglie Ensaf, come riporta Amnesty International. Ieri Raif Badawi è stato liberato dopo 10 anni di ingiusta detenzione. Ma Raif, in carcere, non ci sarebbe mai dovuto andare. Tuttavia, Badawi ha ricevuto un divieto di viaggio di 10 anni. Per molto tempo non potrà raggiungere la moglie e i figli che vivono in Canada.
Dalla guerra in Yemen alla repressione del dissenso, numerose sono le violazioni dei diritti umani messe in atto dal Regime Saudita e, in particolare, dal potentissimo principe ereditario Moḥammad bin Salmān. Il principe è un dittatore sanguinario che, tuttavia, gode della stima di numerosi personaggi politici di diversi stati. In Italia, la figura a lui più vicina e il senatore e leader di Italia Viva Matteo Renzi.