Continuano a moltiplicarsi le segnalazioni di molestie ricevute da più di 150 donne a Rimini, in occasione dell’Adunata degli Alpini. Secondo Non Una Di Meno Rimini, «orde di maschi imbevuti di machismo militaresco e “allegria” hanno preso d’assalto le donne e le persone lgbtqia+. Un'”allegria” che si é tradotta in catcalling senza freno alla fantasia, molestie sessuali, insulti, accerchiamenti, palpeggiamenti nelle strade, nei parchi, sotto casa». Con un comunicato pubblicato sul proprio sito, l’Associazione Nazionale Alpini è intervenuta sulla vicenda.
«Episodi di maleducazione fisiologici»
«Dopo la serie di segnalazioni raccolte da alcuni social network relative a molestie che sarebbero state rivolte ad alcune decine di ragazze durante la 93a Adunata Nazionale degli Alpini, l’Associazione Nazionale Alpini prende ovviamente le distanze, stigmatizzandoli, dai comportamenti incivili segnalati. Essi certo non appartengono a tradizioni e valori che da sempre l’ANAcustodisce e porta avanti.
Al tempo stesso, però, sottolinea che, dopo gli opportuni accertamenti, risulta che alle Forze dell’ordine non sia stata presentata alcuna denuncia. Rileva poi che quando si concentrano in una sola località centinaia di migliaia di persone per festeggiare è quasi fisiologico che possano verificarsi episodi di maleducazione. Essi però non possono certo inficiare il valore dei messaggi di pace, fratellanza, solidarietà e amore per la Patria che sono veicolati da oltre un secolo proprio dall’Adunata. Messaggi che sono emersi in tutta la loro essenza sugli striscioni portati in sfilata domenica, con oltre 75mila penne nere provenienti da tutto il mondo.
«Ingeneroso associare gli alpini agli episodi di maleducazione»
L’Associazione Nazionale Alpini, inoltre, fa notare che ci sono centinaia, se non migliaia, di giovani che pur non essendo alpini, approfittano della situazione. A costoro, per mescolarsi alla grande festa, basta infatti comperare un cappello alpino, per quanto non originale, su qualunque bancarella. Un occhio esperto riconosce subito un cappello “taroccato”, ma la tendenza è nella maggior parte dei casi a generalizzare. La grandissima maggioranza dei soci dell’Ana, poi, a causa della sospensione della leva nel 2004, oggi ha almeno 38 anni. Quindi persone molto più giovani difficilmente sono autentici alpini.
L’Associazione Nazionale Alpini, per quello che le penne nere sono e rappresentano, ritiene quindi ingeneroso e ingiustificato veicolare un messaggio che associa la figura dell’alpino a quegli episodi di maleducazione. Gli alpini in congedo sono quelli che hanno scritto e continuano a scrivere pagine intense di sacrificio, amore e solidarietà. Come testimoniano ad esempio i 5,4 milioni di ore di lavoro volontario prestate in un anno durante l’emergenza Covid. Essi si impegnano a trasmettere i loro valori ai giovani, così come accade nei Campi scuola. Anche quest’anno i Campi saranno organizzati in tutta Italia per ragazze e ragazzi dai 16 ai 25 anni».
Le dichiarazioni di Matteo Salvini
Secondo il segretario della Lega, Matteo Salvini, è «giusto condannare episodi di molestie o maleducazione, se sono stati segnalati (anche se all’Ana non risulta depositata alcuna denuncia). Scorretto e indegno invece additare il glorioso corpo degli Alpini, da sempre esempio di generosità, sacrificio e rispetto, come simbolo di violenza e volgarità. Se qualcuno ha sbagliato è giusto che paghi, ma giù le mani dalla storia, dal passato e dal futuro degli Alpini».
Due giorni fa, Salvini ha condiviso la notizia degli atteggiamenti sessisti conto centinaia di donne aggiungendo il seguente commento: «Viva gli Alpini, più forti di tutto e di tutti! Buona 93esima adunata». In quell’occasione, il segretario non ha rivolto alcuna parola alle presunte vittime. Tra le tante segnalazioni, riportiamo quella di una donna che ha denunciato di aver ricevuto delle «insistenze pesanti» e che un uomo si è rivolta a lei dicendo: «Te la leccherei tutta». Lo schifoso comportamento dell’uomo ha costretto la donna a nascondersi in un bar.
Alberto Pizzolante