Nel pomeriggio di ieri, i partiti di centrodestra (Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia) hanno presentato una rosa di tre nomi candidabili alla Presidenza della Repubblica. Le figure adatte a ricoprire il ruolo di Capo dello Stato, secondo Salvini, Meloni e Tajani, sono Letizia Moratti, Marcello Pera e Carlo Nordio.
Carlo Nordio, nato a Treviso nel 1947, è entrato in magistratura nel 1977.Negli anni ottanta ha condotto le indagini sulle Brigate Rosse venete e sui sequestri di persona nella regione. Negli anni novanta ha indagato sui reati della vicenda Tangentopoli, in particolare su quelli commessi dalle cooperative rosse. Carlo Nordio è stato procuratore aggiunto di Venezia e titolare dell’inchiesta sul MOSE, che nel 2014 ha portato a 35 arresti.
È stato consulente della Commissione Parlamentare per il terrorismo. Ha presieduto la Commissione Ministeriale per la riforma del codice penale, con l’allora ministro della Giustizia Roberto Castelli (Lega). Ha collaborato con diverse riviste giuridiche e con alcuni quotidiani, tra i quali Il Tempo, Il Messaggero e Il Gazzettino. Nordio ha pubblicato sette saggi.
Si è schierato a favore del sorteggio per la composizione del Consiglio Superiore della Magistratura. Ha firmato i referendum di Radicali e Lega sulla riforma della giustizia. Al momento, è consulente della commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi e componente del Consiglio d’Amministrazione della Fondazione Luigi Einaudi Onlus.
Carlo Nordio: “La pedofilia è un orientamento sessuale”
Nel corso di un’audizione della Commissione Giustizia del Senato sul Ddl Zan, ha dichiarato: “Quando si parla di orientamento sessuale, si dà una definizione spuria estremamente ambigua che minaccia di ritorcersi contro le intenzioni del legislatore. Se una persona dicesse ‘io i pedofili li metterei tutti al muro’, sarebbe incriminabile in base al ddl Zan, perchè la pedofilia è un orientamento sessuale. È un orientamento perverso, ma noi sappiamo che non c’è nulla di più volatile della concezione del sesso che noi abbiamo“.
Carlo Nordio ha commentato la sua candidatura con le seguenti parole: “Domine non sum dignus. Signore, non sono degno“.