La centrale nucleare del Garigliano è stata una centrale nucleare di prima generazione che ha prodotto energia elettrica dal 1964 al 1982. Ieri è stata aperta la parte superiore del vessel della centrale, il contenitore d’acciaio nel quale, durante l’esercizio dell’impianto, avveniva la reazione nucleare. Con questa operazione, per la prima volta in Italia Sogin (la società di Stato responsabile del decommissioning degli impianti nucleari italiani e della gestione dei rifiuti radioattivi), ha avviato l’attacco al vessel, l’attività di smantellamento più complessa dal punto di vista ingegneristico e operativo nella dismissione di una centrale nucleare.
L’apertura del vessel della centrale nucleare del Garigliano consentirà la fuoriuscita dell’acqua che riempirà il canale reattore. Ciò permetterà di svolgere le successive operazioni di smantellamento sotto battente d’acqua. L’acqua, infatti, è un elemento naturale che scherma le radiazioni e consente ai tecnici di procedere in sicurezza. Prima di attaccare il vessel, è stato necessario svolgere una serie di attività propedeutiche, fra cui il ripristino di tutti i sistemi ausiliari dell’edificio reattore (impianto elettrico, di ventilazione, di automazione e controllo) e del circuito di allagamento del canale reattore. La prima fase del programma di smantellamento prevede la rimozione delle attrezzature presenti nella parte superiore del vessel entro il primo trimestre 2024. A seguire, Sogin avvierà i lavori di smantellamento del vessel e dei sistemi e componenti dell’edificio reattore, denominati internals.