Il Governo Meloni entra nel vivo con il suo primo vero provvedimento economico, anticipando misure previste inizialmente in Legge di Bilancio. Seguendo il metodo Draghi, il decreto Aiuti parte da un tesoretto di 9,1 miliardi ottenuti senza scostamenti di bilancio, per prorogare fino a fine anno le misure contro il caro bollette. Ma il decreto Aiuti Quater verrà ricordato soprattutto per aver sferrato un duro colpo al Superbonus 110% targato M5S.
Estrazione gas nel Mediterraneo
Nell’analisi del provvedimento, partiamo da una scelta politica che il Governo aveva intenzione di inserire come emendamento al decreto Aiuti Ter. Si è poi deciso di inserirla nel Quater. La misura consiste nell’autorizzare l’estrazione di gas giacimenti esistenti nel Mar Mediterraneo, a partire dal 45esimo parallelo in giù, purché con una capacità di 500 mln di metri cubi. Il limite di distanza dalla costa per compiere queste estrazioni scende da 12 a 9 miglia. I partiti di destra cambiano quindi idea rispetto alle posizioni assunte, pur di fare opposizione al Governo Renzi, nel 2016 in occasione del Referendum No Triv (che non raggiunse il quorum).
Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha fatto sapere che questi contratti saranno molto utili per contrastare fin da subito l’emergenza bollette, poiché i concessionari dovranno vendere da subito al Gestore dei Servizi Elettrici (l’ente statale che distribuisce il gas) il 75% del gas estratto, per i primi due anni. Poi si scenderà al 50%. Il gas verrà distribuito alle aziende gasivore ed energivore ad un prezzo non superiore a 100 euro al metro cubo, anche qualora il prezzo del gas aumentasse.
Misure economiche
Viene prorogato al 31 dicembre lo sconto delle accise sui carburanti. Per le aziende gasivore che hanno avuto un aumento del 30% in bolletta viene prorogato il credito di imposta, al 40% per le imprese gasivore e al 30% per le imprese energivore. Viene concessa anche la rateizzazione delle bollette per le imprese, da un minimo di 12 rate ad un massimo di 36 rate. Altra misura era già stata annunciata da Fratelli d’Italia in campagna elettorale: l’aumento del limite massimo dei fringe benefits, cioè i premi che i datori di lavoro possono dare ai dipendenti assieme allo stipendio. Il limite passa da 600 euro a 3000 euro. Saranno esentasse, ma solo se verranno dati ai dipendenti entro il 31 dicembre 2022. È prevista anche la sospensione della seconda rata IMU per l’anno 2022 per teatri e cinema nel caso in cui il gestore sia anche il proprietario dello stabile. Da non dimenticare il contributo di 50 euro per permettere ai piccoli commercianti l’acquisto del POS.
Da segnalare anche il rinnovo del contratto stipulato tra il Ministero dell’Istruzione e del Merito e le organizzazioni sindacali del settore. Gli accordi prevedono un aumento di 100 euro mensili dal 2023 per 1 milione 200mila lavoratori del sistema scuola. Inoltre il personale scolastico potrà vedersi riconosciute le somme relative agli arretrati maturati, per una voce media di 2000 euro già nel cedolino di dicembre, che andranno ad aggiungersi allo stipendio e alla tredicesima
Aumento Pensioni
«Il ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti ha firmato il decreto che dispone a partire dal 1 gennaio 2023 un adeguamento pari a +7,3% delle pensioni dei cittadini.
L’aumento, come previsto dalla normativa vigente, è stato calcolato sulla base della variazione percentuale che si è verificata negli indici dei prezzi al consumo forniti dall’Istat il 3 novembre 2022» comunicato stampa MEF
La circolare INPS n. 120/2022 ha fissato a 525,38 euro mensili il valore della pensione minima per il 2022, ossia 6.829,94 euro su base annua.
Sulla base dei seguenti parametri, gli aumenti delle pensioni verranno così determinati:
- rivalutazione al 100 per cento (7,3 per cento) per le pensioni fino a 2.101,52 euro (4 volte il trattamento minimo di 525,38 euro);
- rivalutazione al 90 per cento (6,57 per cento) per le pensioni tra 2.101,52 euro e 2.626,90 euro;
- rivalutazione al 75 per cento (5,47 per cento) per le pensioni oltre 2.626,90 euro.
Superbonus 90%
«Non ho mai visto nella storia della finanza pubblica una misura che costasse così tanto a beneficio di così pochi».
Il Ministro Giorgetti non passa inosservato in conferenza stampa quando descrive le modifiche che interesseranno il Superbonus. È prevista una rimodulazione dal 110% al 90% per le spese sostenute nel 2023 per i condomini. Viene profondamente modificata l’opzione vilette: dovrà trattarsi di prima casa e i proprietari stessi non devono raggiungere 15 mila euro l’anno di reddito, innalzati in base al quoziente familiare. Il Superbonus si applica invece al 110% «fino al 31 marzo 2023 per le villette unifamiliari che abbiano completato il 30 per cento dei lavori entro il 30 settembre 2022».
Le modifiche vanno a incidere anche sui lavori già avviati; chi ha già approvato e mandato avanti le opere, ma senza arrivare al superamento della soglia del 30%, dovrà ora sborsare la differenza tra 110% e 90%. Nel 2024, la percentuale passerà al 70% e nel 2025 si arriverà al 65%. Viene mantenuta la soglia del 110% per le strutture sanitarie.
Queste misure inaugurano il quoziente familiare, modello di sostegno economico per le famiglie sostenuto in campagna elettorale da Fratelli d’Italia e avversato dal Terzo Polo, che invece gli preferisce il modello dell’Assegno Unico Familiare. Secondo il Quoziente familiare, la soglia di riferimento va calcolata sommando tutti i redditi della famiglia e dividendoli per il coefficiente determinato dal numero di membri del nucleo familiare. Secondo questo schema un coniuge aggiunge un punto al denominatore, un terzo componente (come per esempio un figlio) aggiunge lo 0,5. Da due figli in poi si aggiunge un altro punto.
Secondo le stime del Sole24Ore, per una coppia il tetto al reddito complessivo si attesta a 30 mila euro, per una famiglia di tre persone arriva a 37.500 mentre con quattro componenti si arriva a 52.500. Stando alla bozza del decreto Aiuti, i limiti di reddito daranno diritto a un contributo aggiuntivo rispetto al 90% per i lavori nei condomini e nelle case degli Iacp (Istituto Autonomo Case Popolari). Ma l’aiuto, secondo il quotidiano, può avere anche l’effetto pratico di evitare il blocco dei lavori in assemblea da parte dei condomini contrari per la propria situazione reddituale.