I 234 naufraghi a bordo della nave Ocean Viking sono sbarcati nel porto francese di Tolone dopo essere rimasti in mare per ben tre settimane. Undici Stati europei hanno assunto l’impegno di ospitare 175 dei 234 naufraghi sbarcati in Francia. La nave dell’Ong Sos Mediterranée che aveva effettuato diversi salvataggi nel Mediterraneo centrale ha dovuto percorrere molte miglia per poter mettere in salvo i naufraghi a bordo: «una situazione eccezionale che non deve ripetersi», ha dichiarato ieri il presidente dell’Ong, François Thomas. «Non è normale sbarcare a tanta distanza dai luoghi dei soccorsi», ha aggiunto Thomas nel corso di una conferenza stampa.
Giovedì 10 novembre il ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin, aveva annunciato che la
nave Ocean Viking sarebbe potuta attraccare nel porto di Tolone in via del tutto eccezionale. In base alle leggi internazionali, infatti, sarebbe spettato all’Italia accogliere la Ocean Viking e i naufraghi a bordo. Dai luoghi di salvataggio, la nave si era recata in acque italiane, al largo della Sicilia. Il governo italiano, tuttavia, aveva negato l’assegnazione di un porto sicuro. Dopo più di trenta richieste inviate ai governi italiano e maltese, l’imbarcazione si era messa in viaggio verso la Francia.
Giorgia Meloni: «Ci sono state delle incomprensioni»
In un primo momento, sembrava che i governi italiano e francese avessero un accordo. Martedì 8 novembre, alle 15:30, l’agenzia Ansa scrive: «La Francia aprirà il porto di Marsiglia alla Ocean Viking nella notte fra mercoledì e giovedì, dipenderà da quando lascerà il sud del Mediterraneo». Alle 16:40 Matteo Salvini scrive sui social: «La Francia apre il porto? Bene così, l’aria è cambiata». Alle 21:03, Palazzo Chigi in una nota commenta la notizia: «Esprimiamo il nostro sentito apprezzamento per la decisione della Francia di condividere la responsabilità dell’emergenza migratoria, fino ad oggi rimasta sulle spalle dell’Italia e di pochi altri stati del Mediterraneo, aprendo i porti alla nave Ocean Viking». Evidentemente, la Presidenza del Consiglio si è basata esclusivamente sulle notizie pubblicate dagli organi di stampa e non ha confermato le stesse con una necessaria interlocuzione con le autorità francesi.
Secondo il governo francese, la nota del governo italiano è una cessione di responsabilità assunta unilateralmente: «La Francia deplora molto profondamente che l’Italia abbia fatto la scelta di non considerarsi come uno Stato europeo responsabile», ha dichiarato il ministro francese Darmanin.
Nel corso della conferenza stampa di presentazione dei provvedimenti adottati dalla terza riunione del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni ha dichiarato: «Ci sono state delle incomprensioni. Avete scritto che la Francia – ha detto rivolgendosi ai giornalisti – aveva dichiarato che avrebbe accolto la Ocean Viking e che addirittura non avrebbe fatto una selezione. Non so se avete inventato voi la notizia o loro i francesi hanno cambiato idea. Comunque questa notizia non è stata smentita per 8 ore e quindi io ho detto “grazie per il gesto di solidarietà”. Voleva essere un gesto distensivo».
La Francia blocca i ricollocamenti dall’Italia
La crisi diplomatica è aperta. «Le nuove autorità italiane hanno fatto la scelta incomprensibile di non rispondere alle diverse richieste di assistenza rivolte dalla nave negli ultimi giorni, nonostante si trovasse senza alcuna contestazione possibile nella zona di ricerca e soccorso italiano. L’Italia non si è comportata come uno stato europeo responsabile», ha dichiarato il ministro francese Darmanin, che ha aggiunto: «L’Italia è la grande sconfitta nello scontro diplomatico. Si pone al di fuori della solidarietà europea e dei propri impegni. Ci saranno conseguenze forti sulle relazioni bilaterali ed europee. L’Italia è stata molto disumana». Il ministro ha annunciato l’invio di 500 poliziotti francesi al confine italiano che presidieranno le frontiere. Inoltre, ha invitato gli stati europei a non rispettare gli accordi sui ricollocamenti siglati a giugno 2022.
Nei prossimi giorni sarebbe dall’Italia sarebbe dovuto partire un volo diretto in Francia, con 50 migranti a bordo. Parigi ha bloccato la partenza. Sono solo 117 le persone sbarcate in Italia che, da giugno ad oggi, sono state redistribuite in Europa: 74 in Germania, 38 in Francia e 5 in Lussemburgo. Lo 0,13% dei circa 90mila migranti arrivati in Italia nel 2022. Gli accordi prevedono che entro giugno 2023 dovrebbero essere 7.000 le persone a lasciare il nostro Paese per raggiungere uno dei 23 Paesi del patto. L’accordo ha validità annuale e prevede la redistribuzione di 10.000 persone sbarcate nei Paesi di primo approdo (Italia, Spagna, Grecia, Cipro e Malta). La Francia era pronta ad accogliere 3.500 persone, la Germania 3.000. Al momento, la Francia è l’unico Paese ad aver annunciato la volontà di non rispettare l’accordo.
La replica italiana
Matteo Piantedosi, Ministro dell’Interno italiano, il 16 novembre terrà un’informativa urgente sul tema alla Camera dei Deputati. Nelle scorse ore ha dichiarato: «In Italia quest’anno sono sbarcate quasi 90 mila persone. Tredici Paesi europei si sono impegnati a ricollocarne complessivamente circa 8 mila, meno di un decimo. Finora ne sono state ricollocate 117 (lo 0,13% degli arrivati), di cui in Francia appena 38 (lo 0,04%). La solidarietà europea viene sbandierata ma l’Italia ha affrontato questo problema da sola».
Secondo il Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, è «inspiegabile il nervosismo di alcuni politici francesi. A protestare dovrebbe essere l’Italia ». Il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha definito la reazione della Francia «sproporzionata».
I numeri
Secondo i dati dell’UNHCR, elaborati dal ricercatore dell’Istituto per gli studi di politica internazionale Matteo Villa, nel 2021 in Italia l’incidenza dei rifugiati sulla popolazione era dello 0,2%. Nello stesso periodo, a Malta l’incidenza era dell’1,8%, in Germania dell’1,5%, in Norvegia dello 0,9%.