«Ho imparato che in politica obiettivi impossibili non ce ne sono. Ma il segretario del Pd, Enrico Letta, e un dirigente importante come Dario Franceschini giorni fa hanno fatto capire molto nettamente le conseguenze politiche di quella che allora sembrava solo un’ipotesi lontana. La vedo difficile poi andare insieme alle elezioni. Però vediamo. Non si può mai dire, ho visto rovesci di posizione anche in un giorno solo. Ma i segnali, come dicevo, non sono buoni». Queste le parole pronunciate dal senatore del Partito democratico, Luigi Zanda, in un’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica.
Il senatore ha evidenziato l’inatteso attacco della capogruppo del Movimento 5 stelle al Senato, Mariolina Castellone, al Pd, partito con in quale il movimento grillino è stato alleato in molte città nel corso delle ultime elezioni amministrative: «Faccio notare un particolare: l’unico partito che la capogruppo dei 5 Stelle ha nominato nel suo intervento ieri, non certo con amicizia, è stato il Pd. Non se l’è presa con Renzi, con Forza Italia, con la Meloni, con la Lega. No: con il Pd». Zanda ha poi attaccato Giuseppe Conte: «Diciamo che, come ha ben detto Zingaretti, la formula che fosse un riferimento fortissimo dei progressisti non è più attuale… Conte non mi sembra a suo agio in una fase politica nella quale bisogna cercare di contenere la spesa pubblica e ridurre il debito. Purtroppo la verità è che non ci si inventa leader di partito da un giorno all’altro. È molto più difficile fare il leader di partito che fare il ministro».