Il Senato ha avviato la discussione generale sul Decreto Aiuti. Il Movimento 5 Stelle uscirà dall’Aula al momento della votazione e, quindi, non voterà la questione di fiducia che probabilmente sarà posta dal Governo. Lo ha annunciato ieri il Presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte: «Al Senato non è possibile operare un voto disgiunto. Noi non parteciperemo al voto, con le stesse lineari e coerenti motivazioni di quanto fatto alla Camera. Noi siamo disponibili a dialogare e dare il nostro contributo, ma non siamo disponibili a firmare cambiali in bianco. Ho avuto un colloquio con il premier Draghi, abbiamo parlato anche degli altri punti e devo registrare una disponibilità del presidente a venirci incontro su tutti i punti. Però è evidente che la fase che stiamo affrontando non può accontentarsi di dichiarazioni di intenti e di impegni, occorrono misure concrete».
Negli scorsi giorni, Conte ha inviato a Mario Draghi un documento contenente nove richieste. Il rispetto delle nove condizioni è, per Conte, condizione necessaria per il sostegno del partito fondato da Beppe Grillo al Governo. «Non ho inteso (il documento, n.d.r) come una sommatoria di bandierine del M5S, come l’elenco di petizioni politiche da rivendicare con arroganza. Ma come un contributo serio, responsabile, rispetto al momento drammatico che il Paese sta vivendo», ha chiarito ieri Giuseppe Conte.
Le reazioni
«Draghi ha detto che non ci sarà altro Governo, e che non governa senza i Cinque Stelle. Se i Cinque stelle faranno una scelta, parola agli italiani. Condivido Renzi che ha detto che piuttosto che questa tiritera torniamo dal popolo. Se una forza non vota il decreto della maggioranza fine, si va a votare». Lo ha dichiarato il Segretario della Lega, Matteo Salvini. Il leader della Lega ha avuto una conversazione telefonica con Silvio Berlusconi. I due leader «sono in sintonia».
Secondo il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, «La decisione del M5S di non partecipare al voto di fiducia sul DLAiuti è un atto di grave irresponsabilità assunto, per interessi di parte, in uno dei momenti più difficili dell’Italia. Dopo Mario Draghi non sosterremo alcun governo».
Per il Segretario del Partito democratico, Enrico Letta, «L’Italia ha bisogno di un governo, non di una crisi o di precipitare a elezioni a ferragosto. Non voglio che venga visto come un ricatto ma se una forza politica importante come M5S esce dal governo cade tutto e si va al voto, è la logica delle cose. Quello che hanno detto Salvini e Berlusconi è una considerazione ovvia. Dico con grande forza a chi pone una serie di questioni e una svolta che noi, questa svolta, l’abbiamo vista. Abbiamo intravisto la possibilità concreta di una svolta sociale perché i prossimi nove mesi siano i mesi in cui il governo risponde alla crisi.
Questo governo può funzionare solo in questo formato e in questa configurazione. Era chiaro già quando è nato. Nel momento nel quale il governo mette al centro della sua azione la lotta alla precarietà credo sarebbe paradossale mettere in crisi il governo. Un appello alla responsabilità di tutti: andiamo avanti, completiamo l’agenda sociale del governo, i distinguo non trascinino con sé le l’opportunità per tanti italiani. La politica è mediazione e compromesso, se c’è bisogno di dire una parola in meno noi diciamo una parola in meno, se serve ad ottenere il risultato».
«Guerra, pandemia, inflazione, povertà crescente, caro bollette, aumento del costo delle materie prime, rischi sull’approvvigionamento energetico, crisi alimentare. E il governo ‘dei migliori’ è immobile, alle prese con i giochi di palazzo di questo o quel partito. Basta, pietà. Tutti a casa: elezioni subito!», ha scritto su Twitter Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia.
Sul proprio profilo Facebook Benedetto Della Vedova, Segretario di +Europa, ha scritto: «Ho trovato il discorso di Conte politicamente surreale, in particolare da parte di chi ha fatto il Primo Ministro per metà di questa legislatura. Conte tira la corda senza preoccuparsi che si possa spezzare, e soffia sul fuoco dei problemi per gli italiani che Draghi è impegnato ad alleviare. Il sofismo della non partecipazione al voto di fiducia del M5S implica la non responsabilità rispetto al momento che l’Italia sta vivendo, sul piano interno ed internazionale. Forza Draghi!».
Per Carlo Calenda, leader di Azione, «Conte, l’avvocato del popolo, il punto di riferimento dei progressisti, si accinge a far cadere un Governo presieduto dall’italiano più autorevole nel mondo in mezzo a una guerra. Rimane solo la soddisfazione di essere tra i pochi partiti a non averci mai avuto nulla a che fare. La stupidità non “evolve”, gli irresponsabili non si responsabilizzano e i populisti rimangono tali. Conte esiste grazie a chi lo ha messo lì come burattino di Salvini e Di Maio e chi lo ha confermato con l’operazione più trasformista della storia. Questi sono i frutti del nulla. Spero che i fautori del campo largo e i Machiavelli de noartri, che hanno la responsabilità del Conte 2 e di tutti gli errori commessi da quel governo, capiscano le conseguenze di questo modo di fare politica privo di principi e di coraggio».