Malena è stata tra gli ospiti della quinta edizione di Valentia in festa. Malena è autrice di Pura. Il sesso come liberazione, edito da Mondadori. Questa la nostra intervista.
Malena, il tuo è un libro autobiografico. Nel testo parli, tra le altre cose, del tuo avvicinamento alla sessualità. Secondo te, qual è il ruolo del porno nell’educazione sessuale?
Come scrivo nel libro, la donna ha la sessualità al suo interno fin da quando è bambina. Come quando si impara a camminare, non c’è bisogno che qualcuno “insegni” la sessualità ad una donna. Fa parte della vita, è vita.
Le performance di noi pornoattori non devono assolutamente essere imitate. Ci sono delle tecniche, anche molto pericolose, che non possono essere ripetute da persone inesperte. Per quanto riguarda il ruolo del porno nell’educazione sessuale, lungi da me sostituirmi ad un medico o ad un educatore. Tuttavia, credo che personaggi come i nostri debbano essere affiancati agli altri professionisti, per “modernizzare” l’argomento. Spesso non si parla di sessualità. L’educazione sessuale manca tra le materie scolastiche. Bisognerebbe inserirla, magari alternandola all’educazione religiosa o concedendo allo studente la possibilità di scegliere tra l’una e l’altra. Ad ogni modo, bisognerebbe consentire ad uno studente di frequentare questa materia.
Malena, io credo che l’Italia, rispetto ad altri Paesi, sia un Paese bigotto ed ipocrita per ciò che riguarda la sessualità. Pochi mesi fa una pornoattrice è stata uccisa da un uomo. Il caso è stato trattato, dai giornali, non con lo stesso metodo utilizzato per gli altri casi di femminicidio. Le testate hanno avuto difficoltà nell’analizzare con chiarezza quanto accaduto. Si è andati alla ricerca di termini che potessero non urtare non si sa quale sensibilità. Qual è, secondo te, la causa di questo atteggiamento?
Le uniche persone ad essere state urtate dai media sono le donne, partendo dal titolo con cui è stata lanciata la notizia. Si parlava di “ragazza che lavora su OnlyFans”, come se lavorare su OnlyFans coincidesse con il fare porno. Non è così, sono cose completamente diverse. Soprattutto, nessuno ha avuto il coraggio di scrivere il reale titolo di questo episodio macabro: “Banchiere uccide una giovane ragazza”. Si è preferito concentrare l’attenzione su OnlyFans, di cui si parla molto in questo periodo, per fare notizia. Questo mi è dispiaciuto tantissimo. Ciò che è accaduto è stato che il principe azzurro che tutte le mamme sognano per la propria figlia si è trasformato in un carnefice. Per sdrammatizzare: è meglio sposare un pornoattore che un banchiere!
L’Italia è bigotta. Io penso che sia principalmente una questione di comodità. Per uscire dal bigottismo sul tema del sesso bisognerebbe, per esempio, istituzionalizzare il porno, inquadrarlo come una professione. Io stessa sono iscritta alla camera di commercio con la qualifica di artista. Come esiste l’attore drammatico, quello comico, esiste anche chi dà altri affetti. Molte volte, si identificano come cause del bigottismo le istituzioni e la Chiesa. In realtà, il tema centrale è quello dell’educazione sessuale. La situazione non cambierà fino a quando continueremo ad insegnare ai nostri figli che i bambini sono lasciati da una cicogna sotto ad un cavolo.
Spesso si dà la colpa al porno, che diffonderebbe un’idea sbagliata del sesso. Il problema, però, è che nessuno spiega cos’è il sesso, perché si fa sesso e qual è la sua funzione biologica. In Italia, poi, si crede che la donna debba fare sesso non per il proprio piacere ma solo per procreare. All’estero l’approccio, per quanto riguarda il mio lavoro, è completamente diverso. Per esempio, nei cinema esiste la categoria “erotico”, che in Italia è quasi nascosta. L’educazione sessuale deve partire dalla famiglia. Io ricevo molti messaggi di ragazzi già dall’età di otto anni, con domande molto particolari. La cosa più preoccupante è che ancora non si conosce esattamente come si trasmettono le malattie sessuali. C’è una mancanza generale di informazione su tutto l’universo del sesso.